Qui si sta facendo un po' di confusione sull'uso e funzionamento di questo modulo per lampade di emergenza.
QUesto "Modulo" non è un reattore elettronico, o meglio è un reattore elettronico a bassa tensione. Provo a spiegarmi meglio, in condizioni di riposo se è presente L N ai morsetti 1 e 3 allora i morsetti 6-5 e i morsetti 2-4 sono chiusi insieme pertanto si ricostruisce il classico circuito neon con reattore e starter come schema postato da Federico Sibona. (Provare con il tester per credere). Tramite l'interruttore posto in serie al quadratino che è l'induttanza di comanda l'accensione e lo spegnimento del neon in modalità normale. Il tondino collegato tra il tubo neon e il piedino 5 è un comunissimo starter. In questa condizione inoltre il modulo ricarica la batteria (che come dice la targhetta è una 6V 4Ah collegata ai piedi 9-10 ed accende il led posto ai piedi 7-8 che segnala la ricarica della batteria). Gattant Il led che si collega ai piedi 9-10 non è assolutamente un led per valutare la luminosità dell'ambiente!
Nel momento in cui viene a mancare la rete ai piedi 1 e 3, i relè che chiudono insieme i morsetti 6-5 e 2-4 si aprono ed un inverterino elettronco a 25Khz accende la lampada tramite i piedi 6 e 4 prendendo l'alimentazione dalla batteria solo se è chiuso il ponte 11

che serve come comando della luce in funzionamento in emergenza. (Attenzione che il tipo di comando è impulsivo elettronico e che c'è da farsi male quando funziona a batteria. Chi è + attento avrà notato che contrariamente al funzionamento a 220V l'inverter accende la lampada solo con due fili, quindi nn sfrutta i filamenti interni del neon per il riscaldamento del gas, ma innesca l'accensione con un picco molto elevato di tensione. QUesto tipo di funzionamento assicura una durata del neon illimitata e la rottura nn avverà per l'interruzione del filamento presente ai due capi del neon, ma solo per un eventuale fuoriuscita di GAs.
Spero sia stato il più chiaro possibile...