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Vecchio 22-08-2008, 11:03   #7
luciafer
Ciclide
 
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Scusate l'intromissione, essendo ripassato al marino , ma visto che uso questo filtro da circa 20 anni, sia in acqua dolce che salata, ho un minimo di esperienza.
Vi riporto un estratto del libro "L'acquario marino ottimale" di Host E.Kipper, che lo spiega meglio di me.

"Filtro a diatomee
Il filtro a diatomee purtroppo è tuttora un outsider tra le varie tecniche di filtraggio dell’acqua marina. Si tratta di un sistema di filtraggio chiuso, al cui centro è alloggiato un cestello filtrante sovradimensionato con un volume di 1-2 litri. Questo cestello è rivestito di un sacchetto molto fitto e compatto. Il vero e proprio materiale filtrante del filtro a diatomee è la terra di diatomee che una volta distribuita sul sacchetto filtrante è in grado di trattenere tutte le particelle di oltre 1/1000 mm (1 micron) presenti nell’acqua che vi passa. Quindi il filtro a diatomee chiaramente non è un filtro per un impiego continuativo, bensì indicato solo per casi particolari.
Vogliamo citare tre esempi:
1. Quando vogliamo eliminare sostanze più grandi di 1/1000 mm oppure un intorbidamento dovuto ad altre cause sconosciute, è consigliabile l’impiego di un filtro a diatomee per 1-2 giorni.
2. Un’infestazione di alghe nell’acquario marino si può trattare non solo con una lampada UV bensì anche mediante un filtro a diatomee. Sappiamo che l’uso di una lampada UV può influire negativamente sulla chimica dell’acqua marina, mentre il filtro a diatomee lavora in maniera puramente meccanica. Esso va preferito in ogni caso.
3. Il filtro a diatomee è particolarmente interessante per combattere malattie di pesci corallini, come per esempio Oodinium pillularis. Questo parassita, che appartiene ai Dinoflagellati, si stacca dal suo animale ospitante per moltiplicarsi. Questa ciste è lunga 150 micron e larga 15 micron. La capsula, che all’interno conta 32064 particelle per la moltiplicazione, deve raggiungere dopo 12 ore di «nuoto» libero lo stesso animale ospite oppure un altro.
Sviluppa una tecnica uguale anche la cosiddetta malattia dei puntini bianchi Cryptocarion irritans. Anche questi organismi devono nuotare liberi per moltiplicarsi e quindi nuovamente insediarsi su un ospite per proseguire la loro attività nefasta.
E qui sta la grande opportunità del filtro a diatomee per trattenere tutti i torniti prima o poi mortali. A seconda della temperatura, chiaramente passa un pò di tempo, circa 10 giorni, prima che tutti i parassiti si siano staccati dal corpo dei pesce per riprodursi e vengano invece trattenuti dal filtro.
Per andare sul sicuro, il filtro a diatomee dev’essere collegato all’acquario per 30 giorni, sostituendo di frequente la farina filtrante. Così si eliminano proprio tutti i torniti. Per ulteriori informazioni sull’impiego del filtro a diatomee vedi capitolo 7.2.
Siccome la resistenza del filtro a diatornee è estremamente alta è naturale che la resa diminuisca rapidamente per via di un veloce intasamento con altre sostanze presenti nell’acqua. Perciò è necessario caricare il filtro a diatomee ogni 2o3 giorni - secondo la resa - con nuova terra di diatomee."


Questo tipo di filtro lo produceva solo la Hobby, che oggi non produce più.
Io me lo stò rifacendo ex-novo se volete vi posso fornire le foto dell'originale per capire come funziona.
Oggi la farina fossile si trova a prezzi irrisori, rispetto a quello che ho pagato io 20 anni fa (2,5 Kg 100.000 lire) oggi la trovo a 1-1,5€ al Kg.
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La terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra.
Qualunque cosa capiti alla terra, capita anche ai figli della terra. (Capriolo Zoppo)
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