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Vecchio 31-07-2008, 14:00   #36
robypellegrini
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Salve a tutti,

sono molto contento che questa idea di coltivare in emersione le "piante d'acquario" stia contagiando e interessando molti appassionati.
Io sono da anni che coltivo molte specie in forma emersa e, in molti casi, faccio anche delle prove di acclimatazione in esterno durante tutto l'anno(un'altra esperienza che qualche volentereso dovrebbe provare :-D )

Nella coltivazione emersa abbiamo la possibilità di osservare tutte le fasi del ciclo vitale (eterofillia, fioritura, fruttificazione, riposo vegetativo e persino germinazione dei semi) delle nostre piante d'acquario che, nell'80 % dei casi, sono in realtà più palustri che acquatiche. In più, e chi ha provato può testimoniarlo ampiamente, in emersione le piante crescono meglio, necessitano di meno cure, meno fertilizzazioni e gestione ridotta quasi a zero.

Il momento più delicato è quello della fase del passaggio dalla forma sommersa a quella emersa; superato questo quasi tutte le specie sono in grado di prosperare bene in pieno sole, a temperature di oltre 32°C ma pur sempre con la base e le radici in acqua o in terreno fradicio.
Oltre al sistema già spiegato dal grande Tropius, quello in pratica della "serra" o dell'acquario con umidità del 100% da ridurre gradualmente, io uso, soprattutto nella bella stagione, il sistema di piantare in acqua bassa le piante e di aspettare che, con la forte illuminazione naturale e artificiale, queste escano da sole producendo le foglie emerse, senza fornire una camera umida sopra di esse ma sommergendole completamente nella fase iniziale. Nel caso di piante alte, che lasciate fuori dall'acqua senza umidità si seccherebbero subito, può essere utile (anche se dispiace) tagliarle all'altezza della base, proprio per favorire la produzione di nuove foglie aeree.
Solitamente pianto tutto in vasi o in piccoli contenitori, che poi immergo in circa 5-10 cm di acqua in pieno sole.
Per il substrato parto dal presupposto che anche le specie "tropicali" in realtà non si discostano molto dalle piante palustri e acquatiche che vediamo nei nostri ambienti, con eccezione per quelle piante che provengono dalle foreste umide con suoli acidi o sub-acidi. Quindi uso solitamente la solita miscela consigliata per le piante da laghetto (terreno argilloso aggiunto di una piccola percentuale di sabbia silicea e sostanza organica - che può essere torba, terriccio universale o compost ben maturo); in questo modo anche immergendo i vasi non ho problemi di galleggiamento dei substrati (che può succedere usando torba pura o anche solo terriccio universale) o putrefazione degli stessi. Per le specie che lo necessitano, aggiungo a questa miscela un maggiore quantitativo di sostanza organica. In superficie copro il tutto con uno strato di sabbia silice o ghiaia.

Accenno brevemente anche il fattore della resistenza al freddo. Molte delle piante acquatiche che coltiviamo in acquario non sono poi così “tropicali” ma provengono da zone con climi se non simili, paragonabili a quello presente nella maggior parte del nostro paese. In più, anche grazie a particolari tecniche agronomiche, è possibile favorire le capacità intrinseche di alcune specie.
Da ormai 5 anni sto realizzando degli esperimenti di acclimatazione, cercando di utilizzare un metodo costante e “scientifico”, in modo da ottenere un dato il più possibile oggettivo.
Se per alcune specie d'acquario i risultati di resistenza al freddo (molte volte però favoriti da una sommersione delle piante in soli 10-15 cm di acqua) sono scontati (penso alle varie Elodea, Egeria, Eleocharis acicularis, ecc.), in altri casi ho avuto delle belle sorprese più o meno inaspettate (come nel caso di Zosterella dubia, Bacopa monnieri o Heteranthera zosterifolia, che addirittura riesce a diseminarsi spontaneamente nelle vasche vicine). La vasca che uso per queste prove (senza averne mai cambiato le caratteristiche e l'esposizione) subisce temperature che vanno da oltre 32° C in pieno sole estivo, fino ai -7° con formazione di ghiaccio sulla superficie.

In collezione, quasi tutte perennemente coltivate in vasche e laghetti esterni, ho oltre 850 piante legate all'acqua; fra quelle di interessa acquariofilo che al momento coltivo in emersione più o meno ci sono:
Alternanthera reineckii
Bacopa caroliniana
Bacopa monnieri
Crassula helmsii
8 Echinodorus fra specie e cultivar
Elatine macropoda
Eleocharis acicularis
Eleocharis parvula
Eleocharis vivipara
Glossostigma elatinoides
Heteranthera zosterifolia
Hydrocotyle bonariense
Hydrocotyle leucocephala
Hydrocotyle ranunculoides
Hydrocotyle umbellata
Hydrocotyle verticillata
Hydrocotyle vulgaris
Hygrophila corymbosa
Hygrophila difformis
Hygrophila polysperma
Lilaeopsis brasiliensis
Lilaeopsis carolinensis
Lilaeopsis macloviana
Ludwigia grandiflora
Ludwigia “mullertii”
Ludwigia palustris
Ludwigia peploides
Ludwigia repens 'Rubin'
Lysimachia nummularia
Lysimachia nummularia 'Aurea'
Marsilea drummondii
Marsilea fimbriata
Marsilea mutica
Marsilea quadrifolia
Micranthemum umbrosum
Microsorium pteropus 'Petit'
Myriophyllum aquaticum
Myriophyllum “hippuroides”
Myriophyllum 'Red Steam'
Rotala rotundifolia
Sagittaria montevidensis
Sagittaria platyphylla
Samolus valerandi
Zosterella dubia

Appena riesco provo ad inserire qualche immagine.

Scusate se mi sono dilungato, ma è un argomento che mi interessa molto.

Anzi, se qualcuno ha delle talee in esubero di piante d'acquario già adattate alla forma emersa, sarò felice di scambiarle con le mie.
__________________
Roberto Pellegrini
Pescia (PT), Toscana - Italia
USDA Z9 - 60 m. s.l.m.
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