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Vecchio 09-04-2008, 13:07   #3
andreabonuc
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Temperatura di colore è un termine usato in illuminotecnica per quantificare la tonalità della luce.

Il termine deriva dal fatto che lo spettro luminoso emesso da un corpo nero presenta un picco di emissione determinato in base alla legge di Wien esclusivamente dalla sua temperatura. Una sorgente reale differisce da un corpo nero ideale ma l'analogia rimane valida.

Una temperatura bassa (sempre però nell'incandescenza,intorno ai 2000 K) corrisponde ad un colore giallo-arancio. Scendendo si passa al rosso ed all'infrarosso, non più visibile. Salendo di temperatura la luce si fa dapprima più bianca, quindi azzurra, violetta ed ultravioletta. Quando comunemente si dice che una luce è calda, in realtà questa corrisponde ad una temperatura di colore bassa, viceversa un temperatura maggiore produce una luce definita comunemente fredda.



Una superficie riscaldata all'incandescenza emette prevalentemente nella gamma della luce visibile, ma la lunghezza d'onda del picco di emissione varia al variare della temperatura. Nelle normali lampade ad incandescenza la lunghezza d'onda è spostata verso valori maggiori, e la luce prodotta presenta una componente gialla. Nelle lampade alogene si riesce ad aumentare la temperatura del filamento ottenendo una luce più bianca.

Si noti che ha senso parlare di temperatura di colore solo se la sorgente di luce emette uno spettro di energia continuo.



Luce solare a mezzogiorno: 5.400 K
Luce del cielo: da 10.000 a 18.000 K
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