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Vecchio 03-04-2008, 12:35   #2
Massimo Adami
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Provo a dare alcune risposte-opinioni sulla prima impostazione l'unica che ho provato personalmente.

1. Come lo popoliamo? Cosa alleviamo?

Prima di inserire i duri testerei la vasca con alcuni molli (sarcophyton, briareum, xenia e ricordea), ma senza esagerare. Passeri quindi a montipore (in tutte le salse e forme) che sono robuste. A seguire le classiche pocillopore. Le acropore e seriatopore le terrei per ultime, perché crescono più lentamente e sono - almeno dalla mia esperienza - più delicate e sensibili. Credo che non tutte le acropore siano indicate: ne ho viste alcune con qualche difficoltà anche in vasche grandi, figuriamoci in un nano! Infine, se c'è spazio (ma solo se c'è), qualche piccolo LPS, che fa sempre la sua bella figura.

2. Come lo gestiamo nel lungo periodo?

Bella domanda. Non ho esperienza oltre l'anno e qualcosa. Per ora continuo come ho sempre fatto. Ipotizzo soltanto eventuali cambi periodici massicci (tipo il 50% ogni 6 mesi a partire dal primo anno di vita in avanti)…. di certo non svuoterei mai la vasca tirando fuori le rocce per poi reimmetterle con i coralli attaccati!

3. Cosa reintegriamo?

Direi solo calcio, carbonati e magnesio con i prodotti pluriconsigliati, che a mio avviso sono efficaci. Il resto con i cambi regolari. Altro non metterei in vasca per la difficoltà di monitoraggio e controllo, se non a posteriori, il che costituisce un problema poiché i coralli hanno tempi di reazione talvolta lenti e ci si può accorgere troppo tardi dei guai combinati.

4. Come gestiamo i cambi?

Cambi regolari del 5% a settimana, o in alternativa cambi del 10% ogni quindici giorni, ovviamente a salinità e temperatura uguali a quelli della vasca. A mio avviso è importante operare una scelta iniziale riguardo alla percentuale di cambio e seguirla con costanza al fine di assicurare sempre il medesimo apporto di oligoelementi in vasca in relazione ai consumi. Personalmente ho sempre usato lo stesso sale e continuerò a farlo, perché ritengo che ciò contribuisca alla stabilità del sistema.

5. Cosa ci può offrire questo layout di vasca?

La dimensione quadrata e ridotta, quasi impone di appoggiare le rocce alla parete posteriore, il che non è il massimo in termini di pulizia; inoltre date le dimensioni ritengo non sia possibile realizzare nemmeno una microscopica laguna. Vedo meglio la classica rocciata digradante a terrazze, peraltro molto suggestiva se si dispone dei pezzi giusti di roccia. 40X40 sarebbe, a mio avviso più performante in termine di layout.

6. Che soddisfazioni e che ratei di crescita?

Senza reattore di calcio, e vista la popolazione, non c'è da aspettarsi una crescita sorprendente; piuttosto bisogna prepararsi ad immettere dosi massicce di Tech A+B. Dalla mia esperienza ho notato che il Tech va immesso in maniera assolutamente regolare e giornaliera visto il consumo bestiale da parte degli animali. Basta anche saltare un giorno per sballare tutto. Con una vasca mediamente o intensamente popolata è bene prepararsi a dover immettere dosi massicce (da 10+10 ml in su, e anche di molto). Se l'integrazione è fatta in un solo colpo, almeno così io ho notato, c'è il rischio di sbalzi notevoli: ad esempio su una vasca da 45 litri, se doso 15 ml di Tech B, il KH mi schizza all'istante da 8 a 11,5. L'optimum sarebbe un dosaggio suddiviso in più volte al dì, ma in effetti è troppo uno sbattimento. Occorre poi tenere presente che dosaggi così massicci comportano costi non proprio trascurabili.
Anche per quanto riguarda i colori, se non sei un vero manico, non bisogna aspettarsi chissà che. L'equilibrio in-out è cosa veramente difficile. Il discorso è trito e ritrito per cui non aggiungo altro, se non che - per la mia personale esperienza - il Kent Phytoplex non mi ha entusiasmato: la sensazione che ho avuto è che soltanto una minima parte vada a beneficio dei coralli. Proporrei prodotti diversi e (forse) più direttamente o indirettamente assimilabili dagli stessi … ma qui sarebbe un discorso lungo e, inevitabilmente, empirico.

In definitiva chi, come me e molti altri, decide di cimentarsi nell'allevamento di duri seguendo il metodo naturale, dovrebbe essere preventivamente consapevole di tutta una serie di difficoltà di gestione e mantenimento (da un lato) e di risultati non stupefacenti (dall'altro)… sempre che non si chiami Emanuele Tosi ovviamente. Per contro è un bel banco di prova per fare esperienza seria, consapevole e utilissima in vista di una vasca più grande.

Non so se era questo che Ti aspettavi Emanuele… cmq ci ho provato.
Massimo Adami non è in linea   Rispondi quotando
 
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