Il prezzo a cui viene acquistato/venduto un bene o un servizio in un libero mercato come è questo (ossia in assenza di regimi di monopolio od oligopolio) non è altro che la cifra che accetta di pagare chi compra e la cifra che ritiene sufficente ricevere chi vende. Quando queste 2 cifre sono identiche , avviene la transazione commerciale.
Mi occupo di commercio da oltre 20 anni , e vi posso assicurare che l'unica cosa che muove il commercio è il profitto, non la morale, i buoni sentimenti e via dicendo.
Nella formazione dei prezzi ove ci siano altri elementi oltre l'interesse economico delle parti che portano alla formazione del prezzo , si è di fronte ad un tipo di economia assistita e/o "inquinata" da interessi alle volte nobili (tipo commercio equo-solidale) e alle volte politico-nazionalistici (vedi quote-latte) ecc. ma questo è un altro discorso.
Il comportamento scorretto che si vorrebbe censurare , in un mercato libero non sarebbe affatto ritenuto scorretto , è che forse noi abbiamo la presunzione di considerarci una "famiglia" e dunque , all'interno di una struttura "amichevole" ci si aspetterebbe un trattamento di favore.
Concludendo vorrei solo ricordarvi una celebre massima " Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io".
|