Carissimo Perry,
innanzittutto mi preme sottolineare che è sì vero che salutandoti ti ho pure baciato, ma che ciò è avvenuto in via assolutamente ed esclusivamente amicale. Se fossi stato una bella ragazza, cosa che non sei, sarebbe forse stato diverso
A parte le battute, vengo al tuo discorso.
Hai ragione quando ricordi la differenza fra la tipica asta ed il comportamento di chi, invece, acquista per poi immediatamente rivendere a prezzo maggiorato.
Una differenza che, ad onor del vero, credo sia comunque ben rappresentata anche nel mio messaggio.
Hai inoltre perfettamente ragione quando scrivi che la mia è un'interpretazione della regola.
Il punto è che, tecnicamente, tutte le regole vanno interpretate.
L'interpretazione non è un'operazione di stravolgimento, ma semplicemente la procedura che sempre, in qualunque ramo del diritto, ed anche in un semplice Regolamento di natura hobbistica, deve essere seguita per rendere operativa e concreta una regola.
L'interpretazione che suggerisco mi sembra tra l'altro piuttosto rispettosa di quello che è il principio alla base di quel divieto di aste.
Se io vieto le aste, perchè non voglio che i compratori paghino i beni più del dovuto (addirittura imponendo la comunicazione della fine delle trattative, del nome dell'aggiudicatario ecc.), e perchè non voglio che si creino speculazioni o comunque antipatici scontri all'ultimo euro fra appassionati, allora, in omaggio a questo stesso principio, devo ritenere vietati quei comportamenti che,
pur non essendo tecnicamente delle "aste", ne riproducono sostanzialmente gli effetti, soprattutto per quel che riguarda la lievitazione del prezzo.
L'effetto finale è infatti che, asta o non asta, l'ultimo compratore paga il bene più di quanto lo avrebbe pagato senza l'intervento di mister Z. Il prezzo che va preso in considerazione infatti non è quello ottenuto da Z, ma dal primo venditore.
E' quello il riferimento.
In ogni caso, non sussiste alcun problema: se la mia interpretazione fosse ritenuta eccessivamente estensiva della portata applicativa della norma di cui al punto n. 3 del Regolamento, si potrebbe comunque inserire nel Regolamento un apposito divieto nei confronti di comportamenti che, credo si possa tranquillamente sostenenere, violano in modo piuttosto marcato non solo i principi alla base del "divieto d'asta" ma anche, più semplicemente, quelli del buon gusto e della correttezza.
A presto