Visualizza un messaggio singolo
Vecchio 14-07-2005, 00:18   #1
firstbit
Discus
 
Registrato: Apr 2005
Città: Roma
Acquariofilo: Dolce/Marino
Messaggi: 2.749
Foto: 0 Albums: 0
Post "Grazie" / "Mi Piace"
Grazie (Dati):
Grazie (Ricev.):
Mi piace (Dati):
Mi piace (Ricev.):
Mentioned: 0 Post(s)
Feedback 0/0%

Annunci Mercatino: 0
Silicio: Knop, alghe e riflessioni personali

Salve a tutti ragazzi!

Leggendo alcuni passi del libro di Knop sui nanoreef ho visto confermati alcuni dubbi che già da tempo mi frullavano in testa. Sempre più spesso, infatti, anche le vasce più rodate si ritrovano improvvisamente invase da alcune specie di alghe nella maggior parte dei casi assimilabili al genere Derbesia e, con frequenza altrettanto alta, la provenienza di questi flagelli non sembra poter essere spiegata tramite l'analisi dei valori dell'acqua o della qualità della luce.

Nel capitolo dedicato all'allestimento delle nano vasche, Knop suggerisce l'utilizzo di sabbia corallina viva proveniente da vasche attive da molto tempo (possibilmente anni) in quanto il materiale utilizzato per costituire il fondo delle vasche di barriera tende a rilasciare per lunghi periodi, a contatto con acqua salata, acido silicico.

L'acqua proveniente dalla rete nazionale, inoltre, presenta spesso alte concentrazioni di sali di silicio (o silicati che dir si voglia) provenienti in parte dall'azione di disinfezione periodicamente attuata all'interno della rete ed in parte già presenti alla fonte come sali disciolti (a questo proposito vi consiglio di consultare l'etichetta della bottiglia d'acqua che abitualmente bevete per rendervi conto della frequentemente alta quantità di silicati presenti). Tali sali sono solamente in parte eliminabili grazie ad un impianto ad osmosi inversa che comunque, a meno che non lo si doti di un postfiltro adatto ed appositamente concepito, non riuscità a depurare completamente l'acqua.

Partendo da queste considerazioni ritengo di poter giungere alla conclusione (ci tengo a precisare fondata solo sulle mie speculazioni mentali e non su effettivi test a livello chimico e sperimentale) che anche alghe che non si nutrono abitualmente di silicati siano capaci, in condizioni di particolare stress per mancanza dei loro nutrienti "preferiti", di adattarsi a consumare tali sali per i loro processi vitali.

Questa mia considerazione trova la sua origine in quei fenomeni di diffusione algale, più volte descritti in queste pagine, dei quali per mesi si è tentato (vanamente purtroppo) di trovare le cause scatenanti così da poter isolare ed eliminare i "fattori di rischio" capaci di favorire la crescita di questi ospiti indesiderati.

In ultimo, pregandovi (se la voglia ve lo consente) di rispondere alle mie speculazioni con qualsivoglia commento e/o critica, vorrei ricordare le parole (non riportate letteralmente purtroppo ma l'autore non me ne vorrà) che tempo fa scrisse leletosi su queste stesse pagine: egli notava come anche le vasce di barriera più capienti fossero spesso afflitte dai sopraccitati problemi di proliferazione algale ma che spesso la presenza di una quantità maggiore di alghivori dalla voracità sicuramente più dirompente rispetto a quella delle nostre piccole turbo o dei nostri beneamati paguri facilitasse enormemente la lotta alle alghe riuscendo talvolta a sconfiggere del tutto il nostro comune nemico silenzioso.

Grazie per l'attenzione e ciao a tutti!
firstbit non è in linea   Rispondi quotando
 
Page generated in 0,14051 seconds with 16 queries