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Mkel77, penso di non aver capito bene il tuo ragionamento: tu dici di non tentare di salvare la vita al pesce ma piuttosto di ucciderlo quando non c'è più nulla da fare,giusto?!
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Certo, tentare nei limiti consentiti dalla farmacologia acquariofila.
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A parte che, proprio per lasciar fare alla natura il suo corso, penso sia giusto lasciar morire i pesci per motivi naturali piuttosto che ucciderli, anche se uccidendoli si può alleviare loro delle sofferenze.
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Certo sarebbe un atto di pietà, come quando si va dal veterinario per sopprimere un cane o un gatto.........
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In ogni caso penso che nessuno abbia mai portato, e porterà mai, un betta dal veterinario, quindi o ci improvvisiamo noi, con le nostre basilari (se non nulle) conoscenze oppure rimaniamo passivi come ebeti guardandolo morire.
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non la vedo così drammatica la cosa, nè mi posso considerare un ebete se porto un cane dal veterinario per la soppressione o se lascio che un pesce muoia pur avendo tentato con medicinali.........alla peggio lo sopprimo io.
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I primi medici non facevano "esperimenti" sui pazienti nella speranza di trovare delle cure?!
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esperimenti, (se così li vogliamo chiamare) basati sulla conoscenza dell'anatomia umana (anche se non delle malattie) che consentivano di non andare per tentativi ed alla cieca sforacchiando a casaccio...........il dolore era causato dall'assenza di anestetici.
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Se nessuno sperimentasse, con tutto ciò che questo comporta, saremmo sempre fermi allo stesso punto.
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Certo, ma visto che oggi ci sono mezzi più efficienti che la semplice fortuna e i semplici tentativi, lascio che altri, più preparati e più attrezzati di me, si occupino della cura.............
p.s. una volta ho letto di un tale il cui Oscar aveva un'infezione alla vescica natatoria che gli impediva di stazionare e di nuotare, il genio aveva legato dei galleggianti nelle sue pinne in modo da farlo stare dritto e consentirgli di mangiare...............ovviamente si tratta di pazzia pura, o semplicemente di un accanimento terapeutico su un animale destinato alla morte. Anche questo qui sosteneva che lo faceva per il bene dell'animale perchè era affezionato e non voleva perderlo, e affermava che in quel modo il pesce stava bene e viveva ( spravviveva, aggiungo io).
Ad ogni modo sono contento che il tuo pesce stia bene, ma come sottolineato da Lele32, l'idropisia non è una malattia ma un sintomo.........tu hai eliminato il sintomo.........e se sei fortunato anche la malattia, ma l'idropisia è causata da una molteplicità di malattie il cui decorso porta ad un versamento di liquido, spesso nella zona peritoneale, per guarire un pesce affetto da idropisia oltre a rimuovere il liquido devi debellare il batterio o il virus che l'ha causato...........
Detto questo, vorrei solamente dirti che il mio intervento non era una filippica nei tuoi confronti (mi sembra che tu l'abbia preso come un attacco personale), ma semplicemente un invito rivolto a tutti a non emulare la tua esperienza solo sulla base di quello che hanno letto qui, evitando di farsi prendere dall'entusiasmo e dalla smania di "curare pesci" improvvisando terapie più o meno invasive sulla pelle di poveri pesci che hanno la sfortuna di essere capitati nella vasca sbagliata.
Stiamo parlando pur sempre di esseri viventi e non di cavie da laboratorio per i nostri esperimenti personali.
L'acquariofilia non è questa!!!!!
ciao
