Discussione: Cobitide comune
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Vecchio 30-09-2007, 15:13   #9
ale.pao
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Sistematica ed identificazione
E’ specie di taglia piccola (fino a circa 12 cm nelle femmine), con corpo allungato e compresso lateralmente, testa ed occhi piccoli, bocca piccola ed infera, tre paia di barbigli corti, con il terzo paio più sviluppato, denti faringei disposti su un’unica fila, presenza di una spina suborbitale erettile e biforcata. La specie presenta due diversi fenotipi estremi “puta” e “bilineata”: il primo è caratterizzato da una fila di 12 macchie rotondeggianti disposte in senso cefalo caudale, il secondo da due bande scure ben marcate. Il colore di fondo del corpo è beige o giallastro. I maschi, e più raramente le femmine, presentano una struttura ossea laminare (la “paletta di Canestrini”) internamente alla base delle pinne pettorali. Le popolazioni italiane appartengono a una sottospecie endemica.

Habitat, ecologia e biologia
E’ una specie bentonica che popola ambienti assai diversi, purché il fondo sia sabbioso o fangoso e ricco di vegetazione; in mezzo ad esso trova rifugio durante il giorno. Popola indifferentemente fiumi di grande portata, piccoli ruscelli e laghi. La maturità sessuale viene raggiunta al 2° anno di vita. La riproduzione, che ha luogo tra la seconda metà di maggio e la prima metà di luglio, avviene su fondali sabbiosi e prevede comportamenti in cui maschio e femmina restano avvinghiati; ciò stimola la femmina alla deposizione, che può avvenire anche più volte durante la stessa stagione riproduttiva. Le uova schiudono in 2-3 giorni a 22° C. L’accrescimento è piuttosto lento e maggiore nelle femmine. L’alimentazione, che avviene prevalentemente durante le ore crepuscolari e notturne, è costituita prevalentemente da microrganismi e da frammenti di origine vegetale.

Fattori di minaccia
E’ specie bentonica sensibile alle modificazioni degli habitat ed in particolare alla modificazione della struttura del fondo dei corsi d’acqua; risente negativamente dell’inquinamento chimico delle acque (come quello derivante dall’uso di pesticidi). Un ultimo rischio è rappresentato dall’“inquinamento genetico” delle popolazioni, conseguente all’introduzione di Cobiti alloctoni associata ai ripopolamenti a favore della pesca sportiva.
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