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Vecchio 21-02-2016, 11:17   #12
Giuseppe C.
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Originariamente inviata da JeFFo Visualizza il messaggio
allora faccio un po' di confusione (chiarezza no )

La maggior diffusa forma di silicio in mare e in acqua dolce è l'acido silicico (Si(OH)4) che rappresenta la forma primaria di silicio per le diatomee.
Ovviamente non soltanto le diatomee utilizzano siliceo: anche radiolari, alcuni tipi di spugne e altri organismi marini lo utilizzano per formare spicole, esoscheletri ecc.
La concentrazione di silicio in mare è altamente variabile, visto che è biologicamente attivo, e dipende dalle dinamiche ecologiche, dalle correnti, dai bloom, dal termoclino ecc. ecc.
Quel che le diatomee fanno è far precipitare il silicio, tramite una complessa (e ancora poco capita) dinamica che dipende da alcune molecole biologiche tipiche delle diatomee (le principali molecole sono le silaffine, le poliammine ecc.). Il complesso cosi creato viene chiamato silicio biogenico. La biogenesi del silicio avviene in alcune vescicole intracelluari (un complesso chiamato SDV cioè silica deposition vesicle).
il biossido di silicio SiO2 (che è anche il principale componente del quarzo) è quindi parte della struttura delle diatomee e ne compone circa il 90 % della struttura (tenete conto che esistono migliaia di specie di diatomee anche poco imparentate tra loro e questo può far variare molto la loro fisiologia).
Il biossido di silicio è quindi il precipitato biologico dell'acido silicico (non solo biologico in realtà ma restiamo nel campo diatomee) e, quando una diatomea muore, va a fondo, ove si accumula in sabbie tipiche. Da qui può essere risolubilizzato e tornare nella forma di nutriente. questo avviene normalmente nei fondali e non in superficie e, poichè in molti mari si formano termolini che bloccano lo scambio tra gli strati superficiali e quelli profondi, spesso questo nutriente è presente in profondità, dove però non c'è luce e non è utile se non per alcuni tipi di spugne, ma assente o poco presente in superficie, dove i bloom di diatomee ne captano ogni traccia.

Ok, Jeffo, tutto molto interessante ma in definitiva e in modo molto più pratico, uno strumento che misura la silice (SiO2) è possibile equipararlo ad uno che misura Silicati (SiO4) o sono due cosa totalmente diverse?
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