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Semplifico subito, nessuna correzione, non è nelle mie corde correggere qualcuno e ultimamente anche con il termine consiglio sono un po alle strette.
Semplicemente ogni tanto provo ad inserire qualche argomentazione motivata per provare ad osservare le situazioni da altro punto di vista.
Il problema, quando si affronta un argomento in un forum generalista, si tende a rispondere in modo generalizzato, che pur essendo corretto come principio, spesso porta a far fare errori a chi recepisce le informazione nel modo non corretto (spesso è colui che legge senza entrare nella discussione)
Tornando al discorso delle stagionalità, sicuramente quanto letto rappresenta un singolo aspetto di una casistica di certe zone tropicali, che siano asiatiche o ancor meglio amazzoniche, ma la sua trasposizione alla gestione delle nostre vasche potrebbe avere ripercussioni da nulle a negative.
Spiego meglio.
Senza entrare troppo nella differenza tra pesci commerciali o di estrazione wild, la stagionalità porta a differenti situazioni mutevoli nella vita di un pesce e di queste la differenza di PH è forse la meno "sentita".
La stagionalità per un pesce è scandita dal proprio metabolismo, che ha come fattori principali la temperatura e l'alimentazione.
Sono i due parametri per dare al pesce quel rallentamento nel processo di crescita, necessario per evitare di essere sempre in periodo riproduttivo e quindi diminuire le aspettative di vita.
La tolleranza al ph è normale in ambito naturale, diventa invece più delicato in ambito domestico.
Generalizzando, possiamo tranquillamente dire che per un pesce in cattività è essenziale avere stabilità di "acqua", dove per stabilità mettiamo nel calderone Ph, durezze, conducibilità, qualità dell'acqua, ossigeno disciolto, ecc..
Il mutare "chimico" di qualche frazione di punto il PH, è di fatto o ininfluente o in alcuni casi controproducente quando le "manovre" messe in atto per modificarlo rendono instabile altri valori non monitorati, o la stessa popolazione batterica.
Riassumendo, per pesci commerciali, che le stagioni non sanno nemmeno che faccia hanno, il mutare valori potrebbe essere controproducente, non lo è invece un minimo di stagionalità improntata alla gestione delle temperature e alla varianza quantitativa e qualitativa di cibo.
Per pesci "wild type" diventa al contrario essenziale conoscere le corrette condizioni di vita dei loro antenati, non tanto per evitare di farli star male (in quanto i pesci sono fortemente adattabili) quanto per evitare di fare una selezione con il "sistema vasca" con valori etologicamente non iniziali rispetto il ceppo di origine.
Spesso una modalità di basso profilo aiuta di più a mantenere equilibrio in vasca rispetto una ricerca del pelo nell'uovo quando non serve.
Nel dettaglio, per far star bene dei betta selezionati commerciali, bastano valori leggermente acidi ottenibili semplicemente con un mix di acqua di RO e acqua di rete, con in più un paio di foglie di catappa in vasca utili a prevenire infezioni cutanee ed ambrare un filo l'acqua.
E' solo una chiave di lettura, ognuno è libero di affrontare le proprie avventure come meglio crede, nel rispetto delle specie mantenute.
Buon lavoro.
Massimo
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