Il discorso del cambi al 10% alla settimana non va interpretato come una regola ferrea, ma come punto di partenza per la buona gestione.
Prima di tutto bisogna chiarire un concetto: l'acquario e si un ecosistema ma è imperfetto.
E il concetto di imperfetto e amplificato quando ci iniziamo ad lamentarci che il fondo è sporco, le piante crescono poco o ci sono alghe di qua e di la.
Qui entrano in gioco i cambi: con i quali manteniamo sotto controllo le sostanze "sgradite" e apportiamo sostanze "utili" alla vita dell'acquario.
Come tutto ci vuole equilibrio: "faccio i cambi una volta al mese perché non ciò cazzi di farli ogni settimana", non funziona cosi si potrebbe farlo ma ci vuole una vasca pensata per questo, e le conoscenze tecniche per farlo.
Ogni cosa ha il suo pro e contro: cambi piccoli e frequenti avrebbero un impatto inferiore ma rischiano di non essere sempre sufficienti specie se la vasca non è bene bilanciata.
Il fatto di avere tante piante non ne consegue di avere una vaca bilanciata, anzi la sbilancia come aver troppi pesci.
Fare grossi cambi copiosi e come fare un reset della vasca, il che non sempre è un vantaggio.
Gli americani usano spesso fare cambi del 40/50% al colpo, ma lo fanno con strategie ben precise, mantenere l'acqua della vasca più simile possibile a quella del rubinetto.
Come operare?
L'unica è partire dal 10% alla settimana e poi regolarsi in base alle analisi e a come si comporta la vasca.
Personalmente facci sia cambi del 10% che del 30% alla settimana, noto che in platacquari le piante giovano di più di cambi copiosi.
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