Ti ringrazio Sandro, con ogni probabilità il 16 Marzo saremo pronti, dopo la chiusura degli ultimi stress test.
Come ogni azienda di produzione abbiamo riflettuto a lungo su come e dove aprire la partita IVA e su come e dove utilizzare la manodopera, ed alla fine abbiamo scelto di non delocalizzare, nè ora (con un numero di collaboratori contenuto), nè in futuro (anche se le cose dovessero andar bene ed i collaboratori dovessero aumentare).
Siamo utopici? Forse. Ma se tutti avessero fatto un discorso più etico e meno economico, probabilmente ora avremmo avuto prodotti più costosi, certo, ma anche molta più occupazione. E l'occupazione crea, in un circolo vizioso, consumo. Spostare 400 dipendenti in Romania, per me, non è più lungimirante di lasciare la manodopera in Italia. E l'abuso della delocalizzazione ha contribuito a creare disoccupazione e la situazione di difficoltà tipica dei nostri tempi ultimi.
E' ovvio, in tutto questo l'acquirente deve
saper scegliere con raziocinio. Troppo spesso gli acquirenti sono d'accordo con questo ragionamento, fin quando non devono acquistare qualcosa e lo fanno al minor prezzo possibile nel paese più lontano possibile. Acquistare in Italia conviene a tutti, crea occupazione, crea servizi e crea reddito.
Ma è un pensiero molto personale, condivisibile o meno. Certamente estremamente OT
