secondo me è un argomento immenso, pieno di sfaccettature, e che include in larga parte (se non esclusivamente) la sensibilità e la coscienza di ciascuno di noi.
per quel che mi riguarda, la penso così:
la società attuale (date le nostre abitudini alimentari) fa dell'allevamento una fonte primaria di cibo. gli animali nascono con il solo fine di essere uccisi e mangiati da noi. (mi riferisco ovviamente alla maggior parte della popolazione, escludendo casi di vegetariani & co)
fintanto che accettiamo questo genere di pratica (non la sto giudicando in alcun modo) non possiamo scandalizzarci di un poecilide dato in pasto ad un ciclide.
data questa considerazione, il fatto che gli avannotti siano pure quelli che presentano qualche malattia non fa che rendere il tutto ancora meno "criticabile".
detto questo, sono fermamente convinto che
non si possa parlare di naturalità in questa pratica. lo trovo piuttosto come uno dei tanti modi in cui l'uomo modella la natura per portare avanti i propri interessi (alimentari, economici, estetici ecc..)
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Originariamente inviata da DUDA
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Ritengo che L'empatia verso le altre forme di vita sia ancestrale e radicata nella nostra genetica
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su questo punto io non sono affatto d'accordo
secondo me l'empatia (compassione, pietà ecc) è un sentimento che nasce solo quando siamo "a stomaco pieno". piuttosto direi che è il contrario, l'istinto di caccia, sopravvivenza e ad uccidere un altro animale per cibarsene senza farsi alcun problema, quello è un istinto ancestrale