23-10-2014, 10:17
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Originariamente inviata da T_M
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il dover di cronaca richiede l'integrazione.
Dio mi scampi da tornar a parlare di stagionalità, argomento non banale e riassumibile nello 0,3 % alla diminuzione di temperature per cambiamenti climatici repentini. Ma questi ultimi tali sono e tali restano. Sia per noi, per le ns vasche che per i bacini naturali.
Ora senza voler entrare in pindarici giri di parole, ognuno fa quel che vuole e probabilmente fa ciò che deve con i pesci che si trova.
C'è chi preferisce termoregolare la vita dei propri pinnuti al dettaglio onde evitare rischiosi contagi collettivi (salute di ferro) c'è chi preferisce far continui cambi settimanali per evitare ogni piccolo residuo di sostanza organica in vasca, c'è chi toglie ogni piccola alghetta antiestetica, c'è chi fornisce di vitamine perchè li fa più belli ecc.
C'è invece chi crede che nel rispetto delle temperature di riferimento delle specie mantenute, sia corretto che i propri pesci subiscano escursioni termiche giornaliere (in natura in pochi cm d'acqua sono molto più evidenti che nelle vasche delle proprie case), sia corretto limitare i cambi d'acqua che sovvertono le popolazioni di microrganismi presenti in vasca, ritiene deleteria la rimozione coatta di alghe tanto utili all'equilibrio delle poche vasche ecc..
E se un repentino cambio climatico finisce per far morire qualche avannotto in crescita, pazienza, andrà a sommarsi al numero di avannotti morti per mancanza di naupli di artemia forniti in modalità da catena di montaggio...
Rimarranno probabilmente quei pochi in grado di adattarsi a queste condizioni.. e che crescendo passeranno il proprio bagaglio genetico etologico intatto alla propria progenie.
Progenie che probabilmente non morirà per l'escursione di un grado tra notte e giorno.
Ciao a tutti
Massimo
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Esattamente !! Sei stato perfetto nel sintetizzare il concetto ! 
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