Aggiungo solo qualche piccola precisazione per evitare di far cambiare i binari al discorso.
La location degli endler è stata messa appositamente tra virgolette in quanto esasperata come altisonanza.. non avendo nessuna importanza nella congruenza del discorso.
Nel dettaglio poi, e rimane pensiero personale, una location grande quanto la Calabria di distintivo non ha chiaramente molto.
Per questo il filo del discorso madre si poggia non sulla location stessa, bensì sulla differenza tra pesci non selezionati e pesci del negozio (credo collettivamente appellabili alla nomea di ibridi ... -> e per precisazione ulteriore, parlo della maggior parte dei canali commerciali e non ad esempio di quello che sarà tappa di due avvenimenti di qui a qualche mese...)
Quindi, conscio delle problematiche che l'argomento endler\wingei (decidete meglio voi l'appellativo ) si porta dietro, eviterò le argomentazioni con loro come soggetto.
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Originariamente inviata da mario86
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Fortunatamente in moltissimi hanno espresso che la cosa principale è aver cura dell'animale in se, sia esso una specie a rischio di estinzione sia un normalissimo commerciale, e come non essere d'accordo?! Questo è essere acquariofili.
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Direi più:
Tutti gli interventi hanno precisato questo, nessuno ha mai dichiarato diversamente e dubito che qualcuno nelle parole possa mai farlo (anche se magari poi si vede farlo nei fatti..)
Tutti gli interventi dicono che la salvaguardia alla natura la fanno gli etologi\ricercatori previa approvazione di enti.
Tutti gli interventi elogiano i progetti di mantenimento (con qualche piccola diatriba sul crederci troppo o meno)
Tutti gli interventi evidenziano che la stragrande maggioranza di acquariofili hanno, pur volendo mantenere con rispetto i propri pesci, come unico canale conosciuto e di interfaccia, quello denominato "commerciale".
Ognuno di noi ha portato, magari con termini ed approcci differenti, queste puntualizzazioni.
Bene.
Riprovo ad aggiungerne una.
Siamo d'accordo che molte delle specie che troviamo in commercio (preciso nuovamente, nella maggior parte dei canali commerciali) di provenienza dalle farm hanno problematiche di sviluppo o al sistema immunitario?
E che tutti i pesci di cattura (molti più di quelli che l'utente medio crede) hanno percentuali molto elevate di decesso sia prima di arrivare nelle vasche del negozio di turno che poi nelle vasche degli appassionati?
Dovendo personalmente mio malgrado rispondere affermativamente ad entrambe le questioni, continuo a ritenere l'unica alternativa plausibile lo scambio diretto tra privati, poggiante le basi su pesci "in salute".
La scommessa è tramutare l'utopia in pratica quotidiana.
Come?
Stabilendo un punto di inizio.
Questo era un punto di inizio:
http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=439485
Rafforzandolo organizzandolo e moderandolo, inserendolo magari in ogni sezione, curando che vengano inseriti pesci sani e non selezionati....
potrebbe diventare un punto di arrivo.
Grazie di parlarne.
'notte a tutti
Massimo