Non rimetto il video di prima ma faccio alcune precisazioni, perché il procedimento da te descritto esiste, ma non è l'unico modo in cui si possono rifornire i negozi, anzi.
Premettendo che si possono raccontare tanti aneddoti carini sui "controlli" alla dogana, sui furti nei box e sulle spedizioni, sui box bruciati con animali vivi, ecc (evitiamo perché è OT), la pratica descritta è vera, ma succede nei negozi in franchising o nelle grandi catene, ovvero dove si ordina una grande quantità di animali, si stabula e poi si smista tra le varie sedi.
Ma questa è una cosa che non riguarda la maggior parte dei negozi del settore; infatti molti negozi di privati si riforniscono dai grossisti (italiani e/o stranieri) proprio per evitare tutta la pratica da te descritta troppo onerosa per un negozio normale.
Infatti per questi grossisti sono obbligatori i controlli, i certificati asl, gli impianti di smaltimento di acque reflue e le visite veterinarie. Ma ti sembra plausibile affidare queste cose (e questi costi) ad un negozio normale?
Per questo i negozianti privati acquistano da grossisti, che dopo aver fatto la trafila sopra descritta possono vendere.
Nel nostro discorso ci interessa questa parte, ovvero quella relativa all'arrivo dei pesci nel negozio, non all'arrivo dei pesci al grossista o alla società centrale di smistamento.
Non va tralasciato poi il fatto che il commercio di pesci (d'acqua dolce in particolare) da fornitori italiani o europei avviene via terra, tagliando completamente fuori la dogana e gli aereoporti.
L'arrivo di box all'aereoporto riguarda o le società di grossiti, o le farm o in rari casi alcuni negozi, principalmente catene.