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Originariamente inviata da mauro56
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Grazie, verosimile. Ripropongo la domanda.
Ipotizziamo di avere tre strutture
A) un contenitore, contenente lana e canolicchi, in cui scorre acqua a flusso lento (mi direte quanto)
B) un contenitore contenete bioball od altro substrato analogo in cui scorra acqua a flusso lento
c) un contenitore identico a quello che nel citato articolo viene chiamato denitratore
Domanda
si puo' suporre che esitano differenze fra i tre, ovvero, anche in base a quanto ha detto
@malù
sono identici, o, se vi sono differenze, quale sarà il prodotto finale della elaborazione dell'azoto nei tre?
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Se ho capito bene, il caso A si riferisce al filtro esterno "classico": il flusso deve essere abbastanza lento da non dilavare i batteri e consentire loro di nitrificare (ossia ossidare i composti azotati), ma non necessariamente lentissimo: infatti genera abbastanza corrente da assicurare movimento dell'acqua in vasca (a volte pure troppo!).
Se i materiali filtranti assicurano anche passaggi lenti dell'acqua, un po' denitrifica.
Il caso B immagino sia il percolatore, in cui l'acqua scorre addirittura esposta all'aria: è un ambiente che spinge al massimo la nitrificazione (ossida un sacco e ai batteri non manca mai l'ossigeno). E' fatto per non denitrificare (non può).
Nel caso C del denitratore il flusso è lentissimo e attraverso il lungo tubo di ingresso l'acqua perde quasi tutto l'ossigeno. Il denitratore non fa corrente in vasca (altrimenti diventa un normale filtro), denitrifica e basta (ossia riduce il nitrato a nitrito e/o ad azoto gassoso). I batteri, per denitrificare, devono essere nutriti con carbonio organico: a volte basta quello disponibile in acqua, a volte va alimentato con glucosio, alcool, ecc. (anche nel marino c'è il "metodo della vodka").
Se funziona male produce composti velenosi, e sono caxxi.