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Vecchio 30-09-2013, 10:05   #9
raffo67
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Paolo, ancora grazie per le risposte.

Mi pare di capire che, indipendentemente dal meccanismo (eliminazione parassita o rafforzamento pesci) l'iposalinità funziona e vale la pena di "svuotare" la vasca.

Continua a stuzzicarmi il fosfato di CLOROCHINA come metodo alternativo (e forse ancora più efficace) vi invio lo stralcio di un articolo del 2012 in cui se ne parla, magari Davide o Stefano hannio avuto qualche esperienza con questo farmaco ...

SOLUZIONI AMERICANE. Una possibile soluzione viene dall’America. Alcuni autori americani, infatti, riportano dati molto incoraggianti relativi all’uso di clorochina fosfato. Si tratta di una sostanza utilizzata nella terapia delle malattie infettive dell’uomo e quindi presente in alcuni farmaci. Sviluppata inizialmente per la cura della malaria, ha una molecola simile a quella del “chinino” (chinino idrocloruro). Il prodotto è stato testato nel campo degli acquari già da una deci- na d’anni ed è stata dimostrata la sua efficacia anche in grandi vasche pubbliche, ma solo di recente si è diffuso nel mondo degli acquari domestici per la terapia di varie malattie sostenute da protozoi. Il composto non è molto tossico ed è possibile quindi reperirlo con una certa facilità sia in farmacia sia nelle rivendite di prodotti chimici. Dettaglio non trascurabile è la sua innocuità sui batteri nitrificanti: il filtro non subirà danni rilevanti durante il trattamento. Il farmaco non uccide neppure gli invertebrati e, quindi, anche un dosaggio diretto nell’acqua permetterà di conservare molluschi e cnidari privi di zooxantelle. Purtroppo, però, è tossico per le alghe simbionti di vari cnidari e altri invertebrati: se sono presenti invertebrati che ospi- tano alghe simbionti, è possibile somministrare il composto assieme al cibo dei pesci, ottenendone un effetto anche più intenso sui parassiti. È sufficiente includerlo in un alimento preparato con liofiizzati mescolati a farina di guarr o agarosio, aggiungendolo a bassa temperatura, prima che la gelatina si rapprenda. In questo modo non osserveremo alcun effetto dannoso sull’ambiente (pochissimo composto sarà disperso nell’acqua) e le potenzialità terapeutiche saranno accresciute. Se non sono presenti invertebrati contenenti zooxantelle, invece, il trattamento è molto semplice: basta disciogliere direttamente nell’acqua dell’acquario il prodotto per ottenere una concentrazione finale di 20 mg/l, conservandola per una settimana. Dopo una settimana si potrà cambiare una parte dell’acqua (10%) e aggiungere ancora mezza dose del prodotto per sette giorni. Dopo questo periodo i protozoi parassiti saranno stati debellati
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