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Vecchio 25-08-2013, 17:53   #2
Ink
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Jeffo, su alcune cose sono stato impreciso e credo di averti fatto intendere cose che non volevo. In particolare, non dubito dell'esistenza della denitrificazione da parte degli eterotrofi, così come anche io sono convinto che vi sia un flusso costante di azoto che, secondo il ciclo classico, arriva alle zone anaerobiche e viene trasformato in azoto gassoso dai suddetti batteri, tuttavia ritengo che sia un processo di minore importanza rispetto all'utilizzo di azoto organico e inorganico da parte di eterotrofi aerobi, evitando così che gran parte dell'azoto inorganico venga consumato per merito dei comuni denitrificatori, a cui invece si è sempre data un'importanza per me eccessiva.

Quando dici che la sostanza organica viene trasformata dagli autotrofi, non lo nego, tanto che per me i fotoautotrofi sono fondamentali, non per niente la luce è per me il motore della vasca (ora mi dirai che i fotoautotrofi fanno altro, ma credo non cambi la sostanza finale). Il fatto importante per me, è che i composti organici complessi o i più semplici inorganici credo vengano in larga parte elaborati dagli autotrofi o dagli eterotrofi aerobi, e non per respirare, ma per creare nuova "vita", per replicarsi.

Per quanto riguarda la crosta superficiale, condivido la causa nel glicocalice, ma perchè dovrebbe formarsi solo nei primi centimetri se non per il fatto che i batteri che si riproducono fortemente siano nella zona aerobia? (mentre sotto il turnover batterico è lento)

In ultimo, credo sia giusto ampliare la veduta alla sinergia fra luce, skimmer, batteri e popolazione di coralli. Io credo che vi sia una sinergia nel consumare/rimuovere sostanze azotate tramite questi elementi. E' una mia visione semplicistica. Credo però che lo skimmer rimuova tutto quello che può, secondo le sue impostazioni (flusso, aria, ecc). I coralli prendono quello che possono (più coralli ci sono e più mangiano, se sono in salute) e il resto rimane per i batteri e tutti gli organismi fotoautotrofi, tra cui i vegetali, il cui numero può espandersi/contrarsi nei dovuti tempi se il carico azotato varia.

Di tutto questo, credo però che siano gran belle elucubrazioni per dire che in una vasca giovane l'equilibrio è più instabile e si deve avere il giusto ritmo, nè troppo, nè troppo poco. In una vasca ben popolata e matura, i problemi sono di altro tipo, a mio avviso, ovvero di natura chimica: intendo che negli anni vengono a sbilanciarsi le concentrazioni di vari elementi non misurabili, la cui soluzione credo sarebbe fare cambi totali d'acqua, che nessuno, me compreso, abbia avuto ancora il coraggio di fare (con acqua sintetica; con acqua marina sono stati fatti).

Scusate se ho divagato un po' fuori dal tema.
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