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Vecchio 17-08-2013, 23:22   #35
Buran_
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Selezione stabilizzante e direzionale


Per capire il fenomeno dell’evoluzione, bisogna tenere presente che, nell’ambito di una popolazione o di una specie, ogni carattere dell’organismo (statura, colore, resistenza al freddo, sviluppo muscolare, nervoso, e così via) può essere rappresentato da una distribuzione di frequenza, per esempio da una curva gaussiana. In altre parole: ogni carattere presenta una più o meno grande variabilità. Essa deriva in parte dalla condizione ambientale (per esempio un uomo ha una pelle più scura se è stato molto al sole), ma in parte (ed è la cosa che qui interessa) la variabilità deriva da fattori genetici (un uomo ha una pelle più scura se appartiene ad una popolazione dell’Africa centrale). La variabilità (genetica) è il punto di partenza dei fenomeni evolutivi: l’evoluzione non può avvenire senza una variazione preesistente.

La selezione opera essenzialmente sulla variabilità genetica (attraverso la variabilità fenotipica). Un carattere particolarmente variabile, per esempio, è la colorazione di certi animali. Esistono cavallette (ma anche pesci, lucertole, uccelli, ecc.) la cui colorazione è praticamente identica a quella dell’erba, della sabbia o delle rocce presso le quali questi animali vivono. Una colorazione del genere, che rende pressoché invisibile l’animale, è detta criptica (dal greco kryptos = nascosto). Se, per un incrocio con una cavalletta di un’altra varietà o a causa di una mutazione genetica, i figli di una cavalletta nascono con una colorazione diversa (o solo un po’ diversa) da quella normale, ne verrà che la loro colorazione non sarà più criptica. Di conseguenza saranno individuati e divorati più facilmente dagli uccelli o dai piccoli mammiferi. Una colorazione troppo chiara o troppo scura, insomma, determina l’abbassamento della fitness. Pertanto la selezione, in questo caso, non fa che potare i caratteri devianti favorendo, e stabilizzando, un certo tipo di colore. Un meccanismo di questo genere si chiama selezione stabilizzante. Esso opera solitamente un po’ su tutti i caratteri di un organismo: dimensioni, sviluppo degli organi e degli apparati, produzione di ormoni, comportamenti e via dicendo.

Supponiamo ora che un gruppo di cavallette dal colore chiaro (perché vivono su rocce calcaree grigie) vengano portate da una bufera su un’isola vulcanica. Qui fonderanno una nuova popolazione che però verrà a trovarsi in una nuova situazione ecologica: ora infatti il substrato dominante è roccia lavica nerastra. Gli individui normali (chiari) si troveranno più esposti ai predatori di quelli un po’ più scuri e diventeranno sempre più rari. Nel corso degli anni e delle generazioni la selezione continuerà a favorire gli individui sempre più scuri fino a che questi saranno i soli a sopravvivere. Questo fenomeno spiega il perché nelle zone laviche le cavallette sono spesso nerastre. Questo tipo di selezione naturale, che ha “forzato” un carattere verso una condizione estrema (fenotipo estremo), è noto come selezione direzionale.
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