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Originariamente inviata da rip
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Scusa, ma io non capisco questa risposta e il tentativo di fare polemica. Io non conosco l'utente "Confuso", quindi non sono qui a difenderlo. Ma lui ha semplicemente chiesto: perchè mi muoiono i chrisiptera? E subito sono cominciate le solite menate sulla vasca sbagliata eccetera e sul fatto dei nitrati a 25. Se avesse chiesto perché gli morivano le acropore (che peraltro giustamente non ha) le vostre osservazioni sarebbero state corrette, ma i nitrati a 25 non possono in alcun modo essere la causa della morte di quei pesci. Probabile lo sia il clarki, invece, che in 80 litri è piuttosto territoriale. Perchè non si può semplicemente rispondere alle domande qualche volta?
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Originariamente inviata da tene
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Non mi sembra che nessuno l'abbia menata,è stato chiesto il perché della morte e sono state fatte delle ipotesi plausibili.
Se non volete sentire certe risposte non scrivete.
Un clarki in 80 litri non ci può stare e soprattutto assieme ad altri pesci.
Se non ti piace ciò che ti viene risposto in quanti hai le tue convinzioni, mi viene da chiedermi: cosa domandi a fare?
Se domandi devi accettare e valutare le risposte che ti vengono date.
Se invece ti ritieni superiore a questa massa di ebeti che segue delle regole che sembrano la bibbia, evita di disturbarci ................che dobbiamo pregare.
Inviato dal mio GT-I9100 usando Tapatalk
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Se guardi bene la risposta è stata data completa ed esaustiva.
È morto per troppo stress dovuto al clarki e a valori dell'acqua non perfetti a cui forse non è abituato ( e non parlo solo di nitrati)
Poi queste regole/ filosofie sono frutto di esperienze fatte dalla comunità e dai singoli individui se per voi non valgono nulla non capisco perché venite a chiedere aiuto sul forum e non andate da quel magnifico negoziante che ha venduto un clarki da mettere in 80lt d'acqua che sicuramente vi dirà quello che volete sentire visto che deve vendere :)
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I ricordi non muoino mai e sono ovunque sulla terra, nel mare, nei laghi, lungo le rive dei fiumi, nelle città affollate e in ogni minimo e semplice movimento dell'uomo che preme il pulsante di scatto della sua macchina fotografica.
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