1- il cervello del pesce non è in grado di percepire la nostalgia della vita selvaggia o altri sentimenti "umani", se tenuto in condizioni idonee per le sue necessità (spazio di nuoto, valori, allestimento, compagni di vasca,....) non è fisicamente in grado di percepire la differenza tra cattività e natura. Sul paragone con gli uccelli non mi esprimo, in quanto gli unici di cui mi intendo un po sono quelli da cortile, nel caso lascio la parola ad esperti di pennuti come il buon Patrick Egger.
Quindi se alleviamo un pesce secondo le sue esigenze, non vedo il problema etico....ovvio che ci sono pesci che non adrebbero mai allevati in acquario perchè le loro esigenze sono insormontabili,vuoi per lo spazio richiesto o per l'alimentaizone impossibile da soddisfare (e tu che vieni dal marino di questi casi dovresti conoscerne parecchi), allora son d'accordo sul fatto che eticamente sia sbagliato allevarli.
Per la questione wild, ci sono per come la vedo dei distinguo da fare: se un pesce non è minacciato in natura, ci può stare che venga importato, visto che anche con l'allevamento nelle vasche domestiche si può capire come riprodurlo o meno. Se un pesce è a rischio e magari non è nemmeno riproducibile in acquario, sono totalmente d'accordo sul fatto che non debba essere ulteriormente pescato, se non per progetti seri e mirati per una sua riproduzione in cattività per evitarne prelievi e magari effettuare ripopolazioni.....in ogni caso, se posso do sempre la precedenza a soggetti di riproduzione (oltre che per un discorso etico, in molti casi hanno meno problemi di acclimatazione e costano pure meno), tanto a parte rari casi come i ciclidi dalle grandi labbra sono esattamente uguali a quelli selvatici.
la riproduzione di pesci in acquario è secondo me il fine vero e proprio dell'acquariofilia dolce legata ai pesci....è la più bella esperienza di questa branca dell'acquariofilia, oltretutto diventa un obbligo per quelle specie diffuse nell'hobby ma che in natura sono minacciate (come moltissimi killifish) o addirittura estinte (come certi ciclidi del lago vittoria).
La selezione beh, dipende: se la selezione non altera la vita del pesce, non va a perdere varietà uniche formate spontaneamente in natura e non viene fatta su pesci rari e a rischio, può anche starci....finchè lavori su dei guppy (di cui ormai non si trova più la forma ancestrale) o su betta splendens non selvatici non ci vedo nulla di male, se vai a ibridare due varietà selvatiche pure di discus fai una bella porcata
2-per il cibo vivo, se un animale lo necessita per essere allevato bene è giusto che venga dato e non vedo differenza tra somministrare un lombrico o un pesciolino, sempre di una vita si tratta e non mi piace fare distinguo tra animali di serie A e serie B.....sono contro il vivo dato solo per far spettacolo, come quelli che danno topi e pesci rossi ai piranha per farli sbranare.
il vivo ha senso anche per osservare i comportamenti di caccia di alcuni pesci, come il mitico Nimbochromis livingstoni che si finge morto per attacccare i pesci piccoli (uno spettacolo da vedere!)
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Se Madre Natura ha fatto si che ogni cosa contenente sostanze zuccherine, una volta fermentata, possa dare origine ad alcol...bè, ci sarà un motivo, no????
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