consideriamo anzitutto che l'acquario è tutt'altro che bei pesci colorati (3,20, 50..) messi in acqua su un tavolino! ma un vero ecosistema, in cui si possa riprodurre l'insieme dei livelli che lo costituiscono (componenti minerali, vegetali, animali, alimentari, energetici, dinamici, esposizione, termoregolazione, funzionali, fisiologici, e tanto tanto altro ancora).
vedere nascere questo ecosistema insomma è come assistere al miracolo della vita ogni giorno, e al suo interno eventuali pesci inseriti in questo contesto (che ricordo non è il tavolino di casa ma il loro ecosistema ottimale) dovreanno attraversare tutte le fasi della loro vita. cosa di non poco conto, visto che spesso si inseriscono pesci di cattura che fino a qualche settimana prima se ne stavano dentro un fiume o un lago indisturbati coi loro simili.
la nostra responsabilità quindi è di informarci in maniera approfondita circa la fisiologia dl pesce che vorremmo ospitare, sulle abitudini alimentari, sociali, esigenze di luce, di rifugi, tipo di fondo, e altre mille particolarità che emergono di volta in volta quando si approfondiscono le caratteristiche di questi organismi.
tutti questi aspetti fanno si che un betta possa essere tenuto in 20 litri e che un cardinale soffra in 50 (esigenze di nuoto, sociali eccetera). confrontando la moltitudine di specie presenti e le caratteristiche degli ambienti di origine vedremo che queste regole non sono assolutamente ferree ma è importante non improvvisare, valutare tutti gli aspetti elencati su e considerare anche l'effetto inerziale di ogni sistema a ciclo chiuso, visto che tale può considerarsi l'acquario:
un ambiente quanto più è grande tanto più si opporrà alle variazioni dovute alle sollecitazioni esterne: un betta non soffre in 20 litri ma le variazioni cui una vaschetta può essere soggetta sarebbero letali per chiunque. le stesse variazioni sarebbero compensate in un vasca ad esempio di 40 litri, e in 60 ancora di più
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ragazzi studiate e la prossima volta vi parlerò di adamo ed eva
