Cito per non dover scrivere tutto di mio pugno:
"La sabbia è un materiale inerte. Quella che è venduta nei negozi può essere corallina o silicea. Negli acquari di piante va utilizzata la seconda. Essendo molto fine (i suoi granelli hanno generalmente un diametro di 1 mm) tende facilmente a compattarsi bloccando in pratica qualsiasi corrente d’acqua, causando scarsità d’ossigeno e condizioni stagnanti d’anaerobiosi.
Quando ciò avviene le zone colpite possono diventare nere e iniziare a rilasciare sostanze tossiche (acido solfidrico), che può essere pericoloso per i pesci. Questo gas provoca marcescenza delle radici delle piante favorendo la crescita delle alghe. Per prevenire la stagnazione e favorire l’ossigenazione del substrato dovrete smuovere delicatamente spesso la sabbia in profondità. Un substrato di sabbia poco profondo (>5 cm) si compatta più difficilmente.
Proprio per la sua tendenza a compattarsi la sabbia non è il terreno ideale per la radicazione delle piante anche se Vallisnerie, Sagittaria ed Eleocharis vivono bene anche in uno spessore poco profondo (3 cm), La sabbia, in particolare quella bianca o comunque molto chiara ha un effetto scenico senza eguali.
Con una scelta ottima delle piante si possono evitare i problemi sopra esposti. Evitate gli Echinodorus più grandi che richiedono di un grande spessore per rimanere ancorate nel fondo, evitate lunghe piante a stelo per lo stesso motivo, ma prediligete piante come piccole e medie Echinodorus e Criptocoryne che non di grande spessore e allo stesso tempo sviluppano un intricato apparato radicale che aiuta l’ossigenazione del fondo in modo sufficiente da evitare problemi di decomposizione e anossia. "
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