Discussione: Presentazione
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Vecchio 13-05-2012, 19:00   #4
Ale87tv
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Ci sono molti ciclidi che ad esempio non utilizzano la livrea o particolari tonalità cromatiche per la comunicazione; ma non per questo sono mancanti dal lato comunicativo.
ma non il nigrofasciatus... altri ciclidi forse (sinceramente non me ne vengono), fatto sta che il nigrofasciatus ha bisogno della livrea, a meno che non mi posti uno studio che approfondisca che non vi sono sigificative differenze nel comunicare, sarebbe una strana scoperta...

Quote:
Le origini del cane domestico (canis familiaris) sono state controverse per lungo tempo, per il motivo che la classificazione basata sui confronti tra i reperti archeologici fossili ritrovati in varie parti del mondo è difficoltosa e per il fatto il cane presenta lo stesso numero di cromosomi degli altri appartenenti al genere canis.

di Roberto Leotta

Inoltre, tra alcune di queste specie è stata dimostrata interfecondità anche se tra di esse si presentano in natura ‘barriere sessuali’ di origine psichica che, in condizioni normali, impediscono gli accoppiamenti tra specie. Per tutti questi motivi esistevano ipotesi di origine singola (v. lupo) e multipla (v. lupo, sciacallo, coyote). Tra queste ultime, vale ricordare quella di Lorenz, che attribuiva le origini di diverse razze di cani quali le nordiche ai lupi e quelle di altre razze di cani allo sciacallo, in base ai risultati di studi sul comportamento (Lorenz 1978b, 1978a). Altri studi basati su reperti fossili e sul DNA mitocondriale (mtDNA), ipotizzano origini multiple, con relativa diversificazione dal lupo risalente a circa 100 mila anni fà (Savolainen and Lundeberg 2001).
Attualmente, la maggior parte degli studiosi concorda nell’attribuzione delle origini del cane domestico al lupo grigio (Robinson 1990; Wayne and Vilà 2001); ipotesi supportate da studi di genetica molecolare che mostrano un grosso numero di alleli microsatelliti e di sequenze di mtDNA mitocondriale in comune tra le due specie (Wayne and Vilà 2001). Questi ultimi riportano che le differenze nelle sequenze di DNA mitocondriale tra cane e lupo ammontano a circa il 2%, mentre quelle riscontrate tra cane e coyote (il ‘parente’ più simile) sono del 7,5%. È importante notare che differenze del 2% rientrano nell’intervallo di variabilità osservata nelle popolazioni selvatiche dei lupi. Lo stesso numero cromosomico presentato dal cane (78) è condiviso oltre che da tutte le altre specie del genere canis anche da altri generi:

il cuone (chrisocyon alpinus),
il licaone (lycaon pictus).

Altre specie dei generi appartenenti alla sottofamiglia dei canini, famiglia canidi e che comprendono tutti i generi di volpi (vulpes, fennecus, alopex, urocyon, lycolopex, pseudalopex, cerdocyon), fino all’otocione (otocyon megalotis) presentano numero di cromosomi variabile da 36 a 76 (Wayne and Vilà 2001).





Tratto da "Elementi di Genetica del Cane" di Roberto Leotta.
Facoltà di Medicina Veterinaria - Università di Pisa.
quindi sostanzialmente sostieni che questa pubblicazione, con lo studio del dna mitocondriale, che sai bene è quello ereditabile esclusivamente da madre, con differenze paragonabili a quelle tra popolazioni di vari Canis lupus sia non corretta?
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