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Originariamente inviata da ANGOLAND
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non sono per niene entusiasta di una simile situazione, se accadesse dalle mie parti ne sarei davvero amareggiato; ricordo i racconti delle generazioni che non ci sono più e che hanno vissuto prima della globalizzazione. parlavano fieri di ambienti incontaminati, in cui era ricorrente l'incontro con una fauna ricca e generosa, adattata in centinaia di anni, migliaia forse, in un areale ristretto a cui conferivano una particolare valenza ecologica.
ormai dobbiamo rinunciare a tutto questo, centinaia di specie autoctone vengono rimpiazzate dalle più aggressive concorrenti tropicali (cinghiali, testuggini, castori, pesci, insetti e tanti altri gruppi)che causano nuovi problemi che non saremo pronti a fronteggiare. le nicchie ecologiche in cui i nostri nonni trovavano davvero il paradiso vengono invase sotto i nostri occhi che voi mi dite dovrebbero essere lieti e compiacenti?
mi dissocio, e glielo darei io un bel premio a sto signore che alleva pesci tropicali
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mi sembra un po' un discorso "o tempora o mores" :) non sono sicuro che i nostri nonni vivessero in un paradiso, probabilmente lavoravano dodici ore al giorno e morivano di tisi e di pellagra. beh magari non i nostri nonni ma i nostri bisnonni..
che le nuove specie introdotte possano prendere il sopravvento sulle specie autoctone non c'e' dubbio, lo hanno fatto in molti casi e in molte parti del mondo.
non sono sicuro che questa sia necessariamente una cosa negativa, ritengo che gli ecosistemi non siano statici ma dinamici, molto piu dinamici di quello che pensiamo. anche senza l'intervento dell'uomo le specie animali si spostano e diventano a tratti invasive e soppiantano altre specie autoctone.