l' Art. 18 serviva una volta quando c'erano i padroni; oggi il "datore di lavoro" conta meno del dipendente, che spesso, qualora l'individuo fosse stronzo come è successo a me in due occasioni, è coadiuvato da un sindacato che mi mira solamente a spillare soldi alla gente onesta.
Non è più concepibile che le aziende debbano tenersi i dipendenti che non gli servono; oppure come contropartita mi dimezzi le tasse. Inoltre nessuno licenzierebbe un dipendete capace qualora l'azienda necessiti la sua professionalità; quindi tutto sto spauracchio è a mio avviso immotivato e come dice Paolo non esiste al mondo una tale tutela del lavoratore a prescindere...
Sapete dove sta il problema? Io una volta in un corteo sindacale ho letto un cartellone che diceva che IL LAVORO E' UN DIRITTO.
Non c'è frase che descriva meglio quanto distorta è la visione di questa essenziale attività sociale.
Io penso che il lavoro sia un dovere che uno sceglie di fare per passione, per necessità o per caso. Ma deve essere un dovere. Invece quei quattro sindacalisti reclamano ideologie valide 50 anni fa quando nel dopo guerra la gente veniva dal niente ed i "padroni" sfruttavano indiscriminatamente. Provate a dire ad uno che siete il suo "padrone" o "paron" come si dice dalle nostre parti parlando di datori di lavoro... oggi, vi denunciano per tentato sequestro di persona.

Non so se si è capito il concetto.
