questo è quello che dice la walstad sull'excel

buona lettura
Il carbonio è alla base della vita per tutti gli esseri viventi. Ogni molecola organica di ogni organismo vivente è costituita prevalentemente da carbonio. Dato per acquisito questo semplice fatto, appare chiaro il motivo per cui l’anidride carbonica svolge un ruolo fondamentale negli acquari piantumati. Le piante acquatiche estraggono CO2 (biossido di carbonio) dal loro ambiente e la utilizzano in un processo che si definisce fotosintesi, durante il quale CO2, acqua ed energia luminosa si combinano in modo da produrre carboidrati semplici ed ossigeno (O2) ( V. Fig. I). Il primo carboidrato, ed anche il più semplice, prodotto dalla fotosintesi è il 3-fosfoglicerato, ed è proprio da questa molecola semplice che hanno origine i carboidrati più grandi e più complessi (attraverso una serie di processi enzimatici).
I tassi di crescita delle piante acquatiche sono fortemente correlati1 con la disponibilità di carbonio e con l’affinità delle piante rispetto all’assimilazione di carbonio. Vari studi1 hanno dimostrato che le piante con la maggiore affinità per il carbonio fanno registrare le percentuali di crescita più elevate, mentre quelle con un’affinità più bassa nei confronti del carbonio mostrano tassi di crescita analogamente inferiori. Poiché la disponibilità di carbonio rappresenta normalmente il fattore limitante per la crescita, l’aggiunta di CO2 in un acquario piantumato determina sempre uno sviluppo consistente della crescita (posto che non vengano a mancare gli altri elementi critici). In assenza di un apporto esterno di CO2 il tasso di crescita dipenderà dalla percentuale secondo la quale la CO2 presente nell’atmosfera si equilibra nell’acqua. Il grado di dissolvimento della CO2 in un’acqua che ne è priva dipende dalla pressione dell’aria, dalla temperatura, dal pH e dal tenore di bicarbonati/carbonati presenti nell’acqua stessa. La concentrazione finale di CO2 nell’acqua dipende interamente da questi fattori. Una volta raggiunta tale concentrazione il livello di CO2 non cambia a meno che non siano le piante ad eliminarla o non si verifichi un’alterazione in uno degli altri fattori. Le piante eliminano la CO2 ad una percentuale notevolmente superiore a quella secondo la quale essa si equilibra nell’acqua. Quindi, al culmine dell’utilizzo di CO2 le piante limitano la propria crescita consumando tutta la CO2 disponibile. Poichè la CO2 costituisce una componente integrante del sistema tampone a base di bicarbonato un calo repentino della CO2 determinerà necessariamente un innalzamento del pH. Con il crescere del livello del pH l’influsso della CO2 atmosferica aggiuntiva sarà ridotto dalla conversione di questa in bicarbonato. Tale processo viene in qualche modo controbilanciato dalle piante che preferiscono acque dure e che sono in grado di utilizzare direttamente il bicarbonato. Tuttavia, in mancanza di procedure di routine che prevedano cambi d’acqua periodici o aggiunte di soluzioni tampone (Alkaline Buffer™ o Liquid Alkaline Buffer™), questo percorso condurrà in ultima analisi ad un totale esaurimento del KH (durezza dei carbonati), che a sua volta determinerà sorprendenti oscillazioni nel livello del pH che varierà enormemente fra il giorno e la notte (5,7 – 9,6).1
L’apporto di CO2 permette di superare questa impasse attraverso il ricorso ad una fonte costante di anidride carbonica. Tenuto conto che l’introduzione di CO2 determina un abbassamento del pH, due sono le alternative possibili: (1) tenere sotto controllo costante l’apporto di CO2 e calibrarne la percentuale in modo da farla corrispondere esattamente al consumo di CO2 da parte delle piante oppure (2) utilizzare un sistema di controllo elettronico continuo del pH. Il secondo metodo appare ideale in quanto permette di interrompere l’alimentazione di CO2 non appena il pH scende oltre un determinato punto, evitando così che questo precipiti a livelli catastrofici.
Per gli acquariofili che non si sentono ancora pronti ad affrontare l’investimento iniziale richiesto da un sistema di alimentazione di CO2 ma che non vorrebbero comunque rinunciare ai benefici risultanti dall’apporto di anidride carbonica aggiuntiva esiste un’alternativa: il Flourish Excel™. Il Flourish Excel™ apporta una semplice molecola organica di carbonio (secondo un processo simile a quanto descritto in precedenza a proposito della fotosintesi) che può essere utilizzata dalle piante come fondamenta per la costruzione dei carboidrati più complessi. Inoltre, essendo una fonte organica di carbonio, il Flourish Excel™ non va a influire sul pH.
La struttura chimica del Flourish Excel™ è abbastanza simile a quella di alcuni prodotti della fotosintesi (V. Figure 2) come il Ribulosio 1,5-bifosfato e il 2’-carbossi-3-cheto-D-arabinitol 1,5 bifosfato. Flourish Excel™ possiede la stessa catena di base 5-carbonio presente in queste molecole. Il percorso attraverso il quale Flourish Excel™ viene utilizzato dalle piante prevede due processi principali: a) assorbimento e b) trasformazione. Poiché il componente attivo del Flourish Excel™ ( V. Fig. 2, policicloglutaracetal) ha una carica neutra ed un peso molecolare relativamente basso, viene prontamente assorbito direttamente attraverso le membrane cellulari della maggior parte delle piante. Una volta arrivato all’interno della cellula esso può seguire due diverse modalità di azione. Può essere convertito biologicamente in CO2 e quindi utilizzato sotto tale veste, oppure può essere convertito in un qualunque numero di composti organici più complessi necessari per i processi vitali della pianta (come ad esempio zuccheri, amidi, aminoacidi, ecc). Queste trasformazioni (qualunque sia la modalità di azione seguita) sono mediate dai vari enzimi presenti (ossigenasi, carbossilasi, fosforilasi, ecc). Per poter determinare l’esatto meccanismo di azione (e cioè, riduzione a CO2, o trasformazione in catene più lunghe) sarebbero necessari ulteriori studi allargati anche ai tracciatori radioattivi del C14. Ciò detto, gli studi da noi condotti ad oggi mostrano comunque che il Flourish Excel™ trasmette alle piante un beneficio quantitativo misurabile in termini di crescita. Quando le piante utilizzano il Flourish Excel™ ciò appare evidente.
Dalle nostre ricerche è apparso che, oltre a produrre un chiaro miglioramento qualitativo in termini di salute e vitalità delle piante, Flourish Excel™ determina uno sviluppo della crescita chiaramente misurabile. Studi recenti (V. Figura 3) hanno dimostrato che l’uso di Flourish Excel™ ha permesso di ottenere aumenti della crescita dell’ordine del 200% - 500% (percentuali di crescita oltre il normale sviluppo registrato senza ricorrere al Flourish Excel™). Si tratta soltanto dei risultati preliminari di uno studio tuttora in corso e finalizzato ad una più esatta determinazione della risposta di crescita relativa conseguente all’uso di Flourish Excel™ rispetto a un controllo standard e ad un controllo basato sull’apporto di CO2. A tutt’oggi le prove pratiche indicano che l’apporto di CO2 promuove uno sviluppo della crescita superiore a quello registrato con il solo uso del Flourish Excel™. Tuttavia, è possibile ottenere un beneficio aggiuntivo utilizzando Flourish Excel™ insieme alla CO2 data la capacità di queste due sostanze di operare piuttosto bene in abbinamento.
1. Walstad, Diana, Ecology of the Planted Aquarium, Echinodorus Publishing, 1999, pp. 94-97.