Sono d'accordo con Simone, potenzialmente tutto ciò che è secco può, più o meno, fermentare e se un esemplare è "destinato" dalla sua conformazione a soffrire di questa patologia non saranno certo i cibi americani a risolvere.
Anche avendo a disposizione questi alimenti ci sono troppe variabili dipendenti dal singolo esemplare e dal suo processo di crescita per appurare con certezza la differenza rispetto ai "nostri" cibi secchi, specialmente per noi che abbiamo pochi esemplari per poter fare una statistica attendibile.
E' per tutta questa serie di ragioni che sto cercando di affrontare il problema da un punto di vista diverso.
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