Sorgenti di fosfato negli acquari
Una sorgente sempre ingente di ortofosfato sono gli alimenti per i pesci liofilizzati. Si calcola che, ad esempio nel mangime in fiocchi, in peso, in genere ne contiene l’1 % , cioè su 100 grammi 1 è di fosforo, l’equivalente del 3 % di fosfato. Di conseguenza, se vengono aggiunti, per esempio 5 grammi di alimento in fiocchi ad una vasca di 250 litri esiste un potenziale tale da alzare il livello di ortofosfato inorganico di 0.6 mg/l per ogni singola alimentazione!!!
Ovviamente può succedere che parte di questo alimentazione non venga consumata dai pesci stessi e quindi residui di mangime contribuiscono ulteriormente ad aumentare l’inquinamento causato dal fosfato. La parte di mangime che il pesce riesce a catturare verrà comunque espulsa sottoforma di fosfato. Ovviamente una sovralimentazione comporterà un maggiore tasso di fosfato, il che non significa non alimentare i pesci, ma semplicemente trovare un giusto equilibrio tra: quantità di pesci e capienza della vasca, quantità effettiva che il numero di pesci riesce a consumare evitando quindi accumuli di mangime non consumato nella vasca.
Un’altra fonte di ortofosfato può derivare dai frutti di mare, quindi i vari molluschi, crostacei oltre ovviamente ai pesci pescati, in quanto vari tipi di sali inorganici di fosfato vengono aggiunti intenzionalmente come conservanti. La concentrazione maggiore comunque, si riscontra negli alimenti ittici inscatolati e congelati, ma anche in alcuni tipi di frutti di mare freschi. In questi casi risciacquare l’alimento prima di utilizzarlo può contribuire a ridurre il carico di fosfato aggiunto.
Infine l’acqua della rete idrica può contenere una quantità significante di ortofosfato. Ovviamente la quantità presente è, secondo la legge, accettabile per rendere tale acqua potabile dall’uomo, ma a volte le quantità di ortofosfato che si possono aggiungere nella vasca, tramite acqua di rubinetto, sono abbastanza sufficienti per causare diversi problemi agli organismi ospitati e favorendo, anche in questo caso, la crescita di alghe filamentose. Di norma è quindi molto utile utilizzare un impianto ad osmosi inversa per eliminare la maggior parte dei sali disciolti, anche se diversi acquariofili utilizzano acqua di rubinetto senza apparenti problemi.
|