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Vecchio 17-06-2007, 02:22   #47
condormannaro
Ciclide
 
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Comunque Roberto, ben vengano le tue opinioni, io mi auguro accada l'opposto altrimenti questo mercato vedra' chiudere i negozianti molto rapidamente e vedra' i vari Gilberto che andranno nella tanto "odiata" germania ad acquistare gli animali.....
Caro Gilberto, cari tutti,

riparto da questa tua frase nel disperato tentativo di riportare il discorso sui binari iniziali, che sono quelli che, almeno a me, più interessano.

Di Cites ne parlo dopo, visto che è un argomento sul quale ho già scritto abbastanza e che, pur meritando approfondimenti, è piuttosto chiaro nei suoi tratti generali.

Tornando quindi all'argomento mercatino, prezzi, gratuità, calo vendite e negozianti, ho quotato la tua ultima frase, caro Gilberto, perchè dal messaggio che hai scritto sembra passare un pensiero simile a questo:

se cominciassimo a cedere gratuitamente i coralli i negozianti sarebbero costretti a chiudere. Il sistema attuale (mercato privato di talee a pagamento) non danneggia i negozianti, ma li favorisce.

Questo io rilevo nel tuo messaggio, neanche troppo fra le righe.

Beh, fermo restando che per abitudine e professione sono solito rispettare qualunque opinione, non posso non trovare piuttosto... curiosa la tua posizione.

Penso inoltre, senza farmi portavoce di nessuno, che la troverebbero curiosa anche la gran parte dei negozianti

A me sembra che le cose stiano più o meno cosi:

- Da un lato ci sono i negozianti. Molti furono attirati da questa attività quando era in una fase particolarmente florida. Non troppo tempo fa. Oggi le cose vanno un po' meno bene, e subiscono pure la concorrenza (forse un po' sleale) del mercato privato per i coralli e di internet per il materiale. Prima si potevano proporre i prezzi che si volevano, oggi un po' meno.

- Da un altro lato ci sono i (pochi) privati che nel tempo si sono organizzati e che hanno trasformato un hobby in una sorta di pseudoattività. Lo hanno fatto per passione, poi immagino qualcuno si sia lasciato prendere un po' la mano, e di fatto oggi alcuni si trovano in una situazione di limbo, a metà fra il privato e il negozio. Qualcuno è ancora vicino alla prima categoria, qualcuno si avvicina alla seconda. Difficilmente potranno nel tempo tenere la posizione: prima o poi torneranno a fare i privati, perchè il gioco non varrà la candela.

- Da un altro lato ancora ci sono tutti gli appassionati, il motore del meccanismo, che seguono con interesse e curiosità.

Ho già scritto che mi rendo perfettamente conto della difficoltà di ipotizzare, e soprattutto realizzare, un reale scambio gratuito di talee. Difficoltà legate alle abitudini, al desiderio di rientrare almeno in parte delle consistenti spese dell'hobby, di non sentirsi scemi, di non fidarsi che gli altri faranno altrettanto.

Lo capisco.

Penso tuttavia che se ciò per avventura accadesse, e cioè se cominciassimo a cedere talee gratuitamente o comunque a prezzo simbolico (cerchiamo di capirci, per me simbolico vuol dire che se vai via da casa mia con una decina di talee di qualche centimetro non mi hai lasciato 200 euro), il nostro hobby non ne risentirebbe affatto.

Non ne risentiremmo noi e non ne risentirebbero nemmeno i negozianti, perchè tanto c'è e ci sarà comunque richiesta per avere nuove colonie, pezzi più grandi e via dicendo. I coralli infatti, purtroppo, più o meno spesso, muoiono, si cambiano le vasche, si desidera un nuovo animale, un nuovo colore.

Anzi, i negozianti ne sarebbero probabilmente ben lieti, perchè ovviamente lo scambio gratuito renderebbe inutile e troppo dispendioso per i privati la gestione di appositi taleari, con una probabile contrazione delle talee disponibili (ma questo sarebbe un punto che meriterebbe maggior approfondimento, che non mi va di fare, visto che ho qualche perplessità sul rapporto crescita/vendita )

Quello che comunque, al di là di tutto, vorrei non accadesse, è la solita guerra di religione. Qui nessuno accusa nessuno, e nessuno, tantomeno il sottoscritto, si dichiara santo.

Io compro talee, e continuerò a farlo finchè se ne venderanno. Anche dai privati, ci mancherebbe. Ed anche agli attuali prezzi che sono tutt'altro che simbolici.

Semplicemente la mia speranza è che prima o poi si comprenda come sarebbe tutto più semplice, oltre che legale (ma sul punto ritorno dopo), cedere gratuitamente le talee. Questo comporterebbe, probabilmente, anche una diminuzione dei prezzi nei negozi, ad oggi ancora piuttosto elevati.

La domanda iniziale era: come mai si sono ridotte le vendite di talee? (E di chi ha i taleari, aggiungerei).

Giando ha dato una risposta plausibile, che a mio avviso individua in concreto alcune ragioni: la stagione, la diffidenza per le spedizioni.

Io penso che dopo l'estate riprenderà, ma finchè i prezzi saranno sempre più alti e le misure sempre più piccole, la tendenza, a mio avviso, sarà sempre in diminuzione.

Detto questo, Gilberto, ho già detto tutto. Ben venga anche la tua opinione, che per la verità mi lascia piuttosto perplesso sulle conclusioni, ma che sui fatti in molti punti è sicuramente aderente al vero.

Veniamo ora, purtroppo, al Cites.

Mi limito a richiamare quanto detto.

Potete citare amici, amici degli amici, e forestale di qualunque tipo. La legge non la fa la forestale, nè gli amici. Nè gli amici degli amici.

Non accadrà probabilmente mai nulla, soprattutto al ragazzetto che si vende un paio di talee, perchè questo è un settore di scarso rilievo per le istituzioni, che hanno ben altro da fare. Tuttavia conoscere le regole è sempre una buona cosa, perchè il giorno che qualcuno si rompe e decide di creare qualche problema, troverà la legge dalla sua parte.

Oggi in Italia non è consentita la cessione da parte di privati a qualunque titolo di coralli, vivi o morti, in Allegato A o B della Convenzione chiamata CITES (per capirci parliamo di TUTTI i duri), eccezion fatta per la cessione a titolo gratuito (salvo che non si posseggano i registri, e salvo gli eventuali illeciti tributari).
Non è consentito nemmeno lo scambio.

Questo è il passo della circolare ministeriale esplicativa del decreto ministeriale che interessa:

i detentori di animali e piante che esercitano una forma di allevamento non finalizzata allo sfruttamento commerciale degli esemplari ottenuti, sono esentati dalla compilazione del registro. Qualsiasi forma di alienazione a titolo oneroso, ivi comprese la locazione, la permuta o lo scambio di esemplari, deve essere sottoposta a registrazione. Sono pertanto tenuti alla compilazione del registro tutti gli allevatori o detentori di animali e piante che abbiano finalità commerciali o che vendono, scambiano, permutano o affittano esemplari;

La violazione delle norme di riferimento non costituisce reato, ma illecito amministrativo.

Questa la norma che indica la sanzione (art.6 DM 8 gennaio 2002 - Ministero della Tutela dell'Ambiente e del Territorio):

Art. 6.
1. Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque violi le disposizioni del presente decreto è punito con le sanzioni amministrative previste all'art. 5, comma 6, della legge 7 febbraio 1992, n. 150.


Questa la sanzione amministrativa richiamata (art.5, comma 6, L.150/92):

Chiunque contravviene alle disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3 e 5-bis è punito, salvo che il fatto costituisca reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire sei milioni a lire diciotto milioni.

Naturalmente le cifre sono per legge convertite automaticamente in euro.

Quanto sopra riguarda solo la mancata tenuta del registro, che per chi vende o scambia talee, anche se privato, è obbligatorio.

Restano da considerare a parte eventuali profili penali di altra natura (importazione illegale, ipotesi di concorso, maltrattamento di animali ecc.) e, soprattutto, le eventuali responsabilità di natura tributaria che potrebbero configurarsi in particolare in una cessione non occasionale, ma abituale.

Un Cites inteso come un pezzo di carta che il privato deve avere, non esiste. Gli animali vengono importati da soggetti autorizzati i quali devono avere il relativo certificato. Questo è individuato da un numero. I più pignoli possono chiedere al negoziante il rilascio di una dichiarazione scritta con indicato il riferimento Cites (è una sigla con numeri e lettere) e i dati per individuare il carico in negozio (numero di carico, data di carico e di acquisto, numero dello scontrino).

Ho riportato quanto sopra non perchè io creda che a qualche autorità interessi qualcosa di quanto accade, e spero vivamente che non gli interessi, ma perchè fra noi almeno sulle regole ci sia chiarezza.

Sono naturalmente a disposizione per qualunque tipo di chiarimento legale. Possibilmente in privato, visto che qui preferirei continuare a parlare di mercato, di prezzi e di coralli. Di acquariofilia, insomma...

A presto
condormannaro non è in linea   Rispondi quotando
 
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