Anch'io conosco una persona che la tiene da 10 anni, l'ha anche tagliata con la sega e fatto 3 piccoli che crescono e prosperano ora anche in una vasca gestita con il sistema Zeovit.
Conosco anche un'altra persona che dopo 8 tentativi di riproduzione per scissione e riuscito a far sopravvivere gli ultimi due antocauli.
Poi c'è la mia che vive bene e poi...forse ancora 10 oppure 20 , sempre pochi.
Senza considerare la mortalità durante il trasporto ( sempre molto elevata) il 50% degli arrivi non arriva in negozio, muore già dal grossista.
Di quelle che arrivano in negozio , se non vengono vendute subito ti lascio immaginare.
Era ritenuto un invertebrato di facile allevamento perchè proviene da zone della barriera non particolarmente pulite, infatti si rinviene sulla sabbia, in mezzo alle alghe e con acqua sempre un pò torbida.
Ha pochissime capacità rigenerative, danni al tessuto anche marginali possono provocare infezione che fanno morire tutta la colonia.
Molti appassionati che si avvicinano da poco all'acquario marino con invertebrati, quando vanno in negozio e la vedono, difficilmente sanno resistere , magari non conoscono neanche il nome , ma la comprano perchè è molto bella ed ha veramente un fascino particolare.
Non dimentichiamo che è una sclerattinia inserita nelle specie a maggior rischio di estinzione , inserita nella convenzione di Washington, in cui ne vietano il commercio.
Ecco perchè sostengo e sosterrò sempre di non acquistarle, meglio lasciarle in mare.
Sto seguendo con interesse il lavoro di E. Borneman e non avete idea di quante Catalaphyllie siano in circolazione in condizioni pietose.
Ciao
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Aster
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