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Praticamente si, anche se il discorso è molto più complesso.
La prima cosa che mi viene in mente è quella percentuale di concentrazione di ferro che hai indicato. Ma chi l’ha detto che il ferro in vasca deve essere 0,1 ppm e non piuttosto 0,5 (se non addiruttura 1 mg/l). Quella concentrazione a cosa si riferisce e soprattutto dopo quanto viene rilevata rispetto al momento della somministrazione del nutriente?
Potrei dire che la tendenza degli ultimi anni, in vasche piantumate al 100%, è quella di mantenere le concentrazioni di nutrienti molto al di sopra delle soglie abitualmente considerate come valide.
Come potrai ben comprendere le variabili sono molte e non tutte facilmente controllabili dall’acquariofilo.
In genere osservare l’andamento dell’acquario vale molto di più di un test con un reagente chimico anche se mi rendo conto che non tutti hanno la capcità (intesa come esperienza) per farlo.
E’ molto più semplice far collassare una vasca per un eccesso che per una carenza, ma è altrettanto evidente che, tanto più si spinge un acquario con luce e CO2, tanto maggiore sarà la richiesta di nutrienti da parte delle pinate, ed i nutrienti devono esserci tutti e devono essere presenti sempre.
Sappiamo che le piante non consumano micro e macro con lo stesso ritmo e quindi, qual è il senso di stabilire dei target con dei fertilizzanti che somministrano tutto in uno?
Inevitabilmente l’acquario finirà per avere accumuli di un determinato elemento e carenze di qualcun altro. Ecco perché la fertilizzazione “dissociata” ha avuto un enorme successo negli ultimi anni, proprio perché si è in grado di differenziare le concentrazioni e le somministrazioni dei singoli elementi.
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