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sebyorof 25-12-2006 11:31

caso Welby
 
Ciao a tutti.

Non so se onestamente è già precedentemente stato trattato questo argomento, ma vorrei aprire questa discussione per sapere come la pensa il popolo italiano sul caso Welby e sul'uso dell'eutanasia o interruzione della terapia per non incorrere nell'accanimento terapico.
spero non si aprano ampie polemiche, mi piacerebbe parlarne in modo serio e coscenzioso, con calma e serietà.

dico la mia scrivendo che quando arrivi purtroppo a soffrire a quel punto ogni secondo ti sembra un'eternità, sai pure che da certe situazioni non c'è possibilità di miglioramento e vivere in quelle condizioni ti porta a capire che sei già un uomo "morto vivo, ma cosciente" e l'unico miglioramento della tua vita sia proprio perderla definitivamente, per tornare a vivere.
Scrivo in oltre che secondo il mio parere i familiari di Piergiorgio se si opponevano alla sua volontà dell'interruzione della terapia facevano solo soffrire un uomo che voleva smettere di soffrire, dimostrando poca comprensione della sua volonta, allungandogli ancora la sua agonia solo pur di vederlo vivo.
e ovvio che nessuno da parente vuole perdere la persona cara ma è pure vero che bisogna rispettare la persona cara, e le proprie volontà.



MESSAGGIO PER I MODERATORI
se questo argomento reputate opportuno non venga trattato vi prego di non chiudere il topic ma rimuoverlo definitivamente

Grazie

marco87 25-12-2006 14:52

non sono favorevole in certe forme, in altre tipo nel caso di welby si...se una persona cosciente decide di non sottoporsi più alle terapie deve essere esaudito...

lonza70 27-12-2006 13:47

non è facile decidere, anche se nel sondaggio ho scelto SI, resto comunque dell'opinione che nel caso come Welby dove è il paziente a deciderlo in piena coscenza debba essere esaudito.
in altri casi dovrebbe essere valutato volta per volta ;-)

sebyorof 27-12-2006 22:42

lonza70, condivido in pieno il tuo pensiero, deve essere chiesta espressamente dal malato in stato di coscenza. e deve essere valutato il caso da una commissione di medici che accerti la gravità della malattia.
Ovviamente, deve rendersi conto che la malattia dell'assistito sia solo degenerativa e solo a quel punto autorizare il consenso, altrimenti comincerebbe un largo uso e purtroppo improprio della cosa.

lucone 04-01-2007 17:37

io farei come per le donazioni degli organi, ovvero decido con un tesserino quando sono ancora in vita. tutti i cittadini devono prendere una decisione (ovviamente solo i maggiorenni).

io preferirei che mi staccassero subito la spina...ad esempio.

tweety 05-01-2007 21:28

Sono assolutamente favorevole e pienamente d'accordo con quanto scritto sopra... quello cui voglio farvi riflettere è il caso in cui appunto l'individuo nn è in grado di decidere in coscienza della sua vita, concordo quindi con lucone, , anche se c'è da dire che come nel caso della donazione deglio organi ci vorrebbe un grosso senso civico perchè tutti decidano per proprio conto e nn mandando avanti cose tipo il silenzio assenzo del precende caso che nn sono assolutamente applicabile ad una cosa tanto delicata...
marco87, solo curiosità... quali sono le forme cui ti riferisci?

Cherie 06-01-2007 21:05

Secondo l’art. 32 della Costituzione Italiana, «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Questo è il punto....il caso welby, a mio avviso, non ha a che fare nè con l'eutanasia, perchè è bastato interrompere la respirazione forzata cui era sottoposto........ non credo ci sia eutanasia quando un paziente chieda volontariamente di non essere curato...(mi spiego, semplificando molto il concetto, se il nostro medico curante ci prescrive delle pillole per il mal di pancia, siamo liberissimi di decidere se prendele o non prenderle....lui non era libero di uscire dall'ospedale e rifiutare le cure, solo perchè le sue condizioni fisiche non glielo permettevano), nè tantomeno con il testamento biologico, che riguarda il caso in cui il paziente non sia più capace di esprimere la propria volontà; welby era perfettamente capace di intendere e volere e ciò che chiedeva non era altro che il rifiuto di qualunque intervento esterno sulla propria persona, ovvero un suo sacrosanto diritto.
C'è ancora tanta strada da fare in tal senso.....speriamo che la sofferenza e il sacrificio di quest uomo serviranno quantomeno al compimento di qualche passo in avanti.


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