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i compromessi dobbiamo farli noi, non i pesci :-)
continuiamo qui
@Schopenhauer
:-)
quello che non sono d'accordo in quella discussione http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=429129 è che pare che "mediando" si possa far adeguare le specie a dei compromessi... (nel caso specifico, non fosse che i margaritatus sono molto timidi con le specie indicate, non è un grosso problema eh ;-) ) il che è molto comune tra chi si avvicina che ha ancora in mente l'acquario "album" delle figurine :-) poi però, e ci sarà un perchè ;-), chi prosegue nell'hobby si sposta a vasche monospecifiche, o con un paio di specie... dando importanza a quelli che hai definito dettagli... soprattutto per evitare i problemi sul lungo periodo :-) |
Eheheh eccoci :)
Parlando specificatamente dei margaritatus, come dicevo altrove, è una specie su cui mi sto documentando molto e per tale ragione mi permetto di intervenire. Normalmente sono timidi (soprattutto se di cattura), è vero, ma a fronte di vasche in cui vivono benissimo con altre specie senza soffrire (li ho visti addirittura "punzecchiare" in vasca le mani di un allevatore... Se questa è timidezza!) mi sembrerebbe sciocco sostenere a priori che sono pesci adatti solo per il monospecifico. A maggior ragione perché si tratta di una specie relativamente nuova in questo hobby, e proprio per questo ne sappiamo poco e non possiamo essere categorici. In un altro topic ho appositamente riportato il nome di specie con le quali non vi sono problemi di convivenza (e con ciò intendo: i pesci sono vispi e vitali; i pesci hanno livree colorate e non sbiadite; i pesci si alimentano in modo ottimale; i pesci si corteggiano e si riproducono; ecc.). In natura non convivono nemmeno con la red cherry, eppure spesso son allevati insieme. Parlando invece in generale, la "mediazione" è d'obbligo perché è quello che facciamo tutti... Con questo non intendo dire che possiamo fare fritti misti di proporzioni immani (lungi da me, li aborro!), ma solo precisare che è quanto già tutti pratichiamo quando uniamo nella stessa vasca specie che non sono simpatriche in natura. Per questo l'unione fra D. margaritatus e T. lalius non solo mi sembra possibile, ma avendone visti i frutti direi che con i dovuti accorgimenti è anche fattibile nella pratica. |
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Il fulcro della discussione - cioè il punto che mi son sentito di precisare - è che trovavo eccessivo sostenere l'incompatibilità delle due specie prese in esame in quel contesto focalizzandosi sulla discrepanza di valori, che a parer mio e non solo - io sono un Sig. Nessuno, parlo di fonti di certo più autorevoli - è solo presunta dato che in natura le stesse specie prosperano in valori molto simili (e ho anche precisato che non si tratta di supposizioni, ma di condizioni che sono state comprovate anche in cattività dove quindi l'osservazione è diretta e meno difficoltosa). Per essere precisi, D. margaritatus ha sicuramente una tolleranza (e non sto parlando di adattamento forzato in cattivitià ma di dove effettivamente Madre Natura lo ha messo a vivere) più bassa dato che vive in un'area geografica più ristretta, al contrario di T. lalius che è più dffuso. Per eccesso di zelo ho anche aggiunto che, l'unica differenza rilevante in termini ambientali è data dal fatto che in alcuni habitat di T. lalius vi è una quantità maggiore di tannini (che son quelli caratterizzati da legni e foglie marcescenti, e dunque acidità maggiore) rispetto agli habitat tipici di D. margaritatus (che vivendo in "laghi" e corsi d'acqua a monte in aree spoglie, difficilmente vi sono legni in acqua). Ergo, volendo allestire un acquario ad hoc per le due specie si terrà conto di tali fattori. Diversa - e ben più importante, imho, una volta accertata la compatibilità "valoriale" - è quella comportamentale, punto da me più volte sottolineato fino allo stress #70 Il tutto, comunque, è partito dal fatto che quanto descritto finora non è diverso da quello che si fa in qualunque vasca non biotopo o monospecifica (ed è chiaramente diverso dal celebre "fritto misto" tra pesci che hanno esigenze e valori NON compatibili). Se vogliamo essere puntigliosi, allora nemmeno M. ramirezi e P. innesi vengono dalle stesse acque/habitat, eppure mi sembrano un'accoppiata frequente e di successo in molte vasche proprio perché vengono da aree geografiche prossime nonché simili per condizioni ambientali e di valori. In conclusione, sostengo che sia vostro diritto sposare la linea di pensiero che portate avanti... E' anzi molto affascinante e interessante! Ma allora ci deve essere coerenza nel commentare qualunque vasca postata qui sul forum, perché il 99% delle stesse non corrisponde al vostro ideale di acquario. Spero di essermi spiegato con chiarezza... Tenete presente che questo discorso lo state facendo con una persona che si fa mille pippe mentali su queste cose ed è iperpuntigliosa, vi dico solo che per l'allestimento della nuova vasca già solo per inserire una pianta giapponese e non indocinese ho storto il naso :-) |
il probema Shopenhauer, non è tanto nel tuo caso :-) hai dato motivazioni più che valide, e all'90% sono d'accordo con te :-) forse sulla loro timidezza non tanto, ho letto di alcune esperienze non proprio positive
però da questo molto spesso partono le giustificazioni per i fritti misti più assurdi, quelli che condanni anche te :-) per questo preferiamo stroncarli sul nascere :-) poi una civile discussione non può far altro che bene a chi legge :-) |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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