Cookie989 |
06-02-2011 21:13 |
Piccola riflessione sui "nano"
Tempo fa avevo letto un topic in cui un ragazzo veniva dissuaso dall'usare termini come nanofish o nanoacquari. Riflettendoci sopra credo che siano termini, se non sbagliati, quantomeno da usare più cautamente. Nel mercato si sono diffusi da un pò cubetti, piccole vasche ed acquari poco funzionali ma dalla forma accattivante. Tralasciando quelle assurdità di bettiere ed acquari al di sotto dei 10l (in cui anche delle caridine starebbero strette) quando ci si riferisce a nanovasche solitamente ci si muove dai 20 ai 30l. Sul forum quando un utente si presenta con questi litraggi gli vengono consigliate o delle caridine o un betta, giustamente. Vedo sempre più spesso persone che si presentano con questi acquari stracolmi e sono rimasta parecchio sorpresa quando su un forum italiano interessato a questi litraggi (con sito linkato su AP) ho letto di acquari e di consigli sulla popolazione che non stanno né in cielo né in terra.
Vorrei quindi riassumere un po' le idee sui pinnuti che si è soliti inserire in queste vaschette, è una bozza che vorrei arricchire con le vostre considerazioni ma credo renda l'idea del perchè sia sbagliato parlare di microrasbore o nanofishes senza le dovute cautele:
Iniziamo con la famiglia pseudomugilida, pinnuti papui veramente belli, si stanno diffondendo a gran richiesta anche da noi, i più conosciuti sono pseudomugil gertrudae, pseudomugil furcatus e pseudomugil signifer, i primi non superano i 3cm mentre gli altri arrivano ai 5 cm quindi non sono proprio piccolissimi, per questi ci vorrebbero almeno una quarantina di litri netti. Rimanendo nella Nuova Guinea ci sono le splendide iriatherina werneri, per un gruppetto di queste non si dovrebbe scendere al di sotto dei 50l nonostante i maschini arrivino a 5cm mentre le femmine rimangano sui 3,5 cm.
Andando in Asia troviamo i pinnuti da nanoacquari più diffusi. Iniziamo con i tanichthys albonubes forse non tutti sanno che richiedono acque con temperature particolari, dai 16#18°C (ci sono fonti discordanti) ad un massimo di 22°C. Passiamo ai vari danio, tra i ciprinidi asiatici più diffusi: danio margaritatus, danio choprae, danio albolineatus e danio erythromicon, nonostante la gente si ostini a tenerli al di sotto dei 30l per margaritatus e erythromicon si consigliano dai 45l in su (e posso confermarlo perchè tenendo in 110l un gruppetto di 8 danio margaritatus noto lo stress che portano i corteggiamenti e le varie parate), per i choprae ci vorrebbero una sessantina di litri e per i albolineatus oltre 70l. Richiedono anche loro temperature non troppo elevate con un massimo di 24°C. Troviamo poi tutte le splendide boraras che in 30l dovrebbero starci: boraras merah, boraras maculatus, boraras brigittae e boraras urophthalmoides, di queste solo le ultime due possono vivere in acqua con durezza media mentre le altre necessitano di acque davvero molto tenere. Passiamo poi al dario dario che viene inserito nei piccoli acquari come pesce da fondo, anche lui necessita di vasche più grandi ma soprattutto di un'alimentazione incentrata sul cibo vivo, difficilmente accetta il secco e non è sempre cordiale con i compagni di vasca.
Arriviamo poi agli evergreen, ai pinnuti più diffusi nelle nostre vasche che spesso vengono rinchiusi in 20l o poco più. Innanzitutto gli endler, poecilidi piccolini e colorati ma che vanno inseriti in rapporto un maschio ogni tre femmine e che in breve tempo riempiniono qualsiasi vasca di avanotti (a differenza di guppy e co loro non predano i figli). Poi i maltrattatissimi neon e cardinali, penso che ormai tutti sappiano che nonostante la stazza necessitano di lunghe vasche per farsi buone nuotate. Concludo coi pesci da fondo, dagli oto ai corydoras più minuti, rimangono pesci da gruppo e come tali vanno inseriti in un buon numero di esemplari, cosa che non è certo consigliata in bassi litraggi.
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