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partenogenesi automictica
Salve,
qualcuno mi sa parlare di questo tipo di riproduzione asessuata? sto concludendo una tesina su un caso di partenogenesi in acquario... In un acquario del Nebraska, 6-7 anni fa, e' praticamente nato uno squaletto martello... il problema e' che nell acquario c'erano solo 3 femmine! Da li' studi hanno assodato per la prima volta nei pesci, la possibilita' di questo tipo di riproduzione... Cio' di cui mi servirebbero maggiori spiegazioni e' il ruolo e la derivazione della sister polar body ( che attiva l ovulo al posto dello spermatozoo) e la storia dei corredi genetici ( perche' e' meta' della meta'?? ) grazie a chi sapra' rispondermi... ciao!! |
Nessuno le sa' ste cose di bagagli genetici.. aploide diploide ecc ? :-D
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e' gia' tanto se mi ricordo come ho fatto per mia figlia :-D :-D :-D
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stica...domandina da niente..strano nessuno abbia risposto, è una cosa così comune..
Anche ad un mio amico è capitato, poi è morto.. |
Alessandro Falco, dovrei riuscire a trovare qualcosa dai testi dell'esame di biologia; appena so ti dico ;-)
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Alessandro Falco, devo dire che si trova ben poco su questo argomento #13
Praticamente la partenogenesi automittica è causata dalla fusione del secondo globulo polare (quello che chiani sister polar body), con la cellula uovo, oppure dalla fusione dei primi nuclei di segmentazione a formare un unico nucleo diploide. Non so dirti come la cellula uovo possa essere attivata dal sister polar body; ma posso dirti che questo nucleo plare deriva dalla prima divisione meiotica dell'ovocita di 1° ordine dell'ovogenesi. In una situazione normale l'ovocita di 1°ordine va incontro a maturazione e prima divisione meiotica, da cui si ottiene l'ovocita di 2° ordine (aploide, n) e il 2° globulo(n) polare. A questo punto normalmente la cellula verrebbe fecondata dallo spermatozoo, ma nella partenogenesi automittica il 2° globulo polare torna a fondersi all'ovocita, ottenendo così un corredo nuovamente diploide (2n). Ovviamente i soggetti che nascono in questo modo sono solo femmine. Per quanto riguarda il motivo della fusione tra nuleo polare e cellula uovo non ne ho la più pallida idea; ipotizzo qualche anomalia dei recettori di membrana, ma potri essere molto lontana dalla soluzione. :-)) Spero di essere stata vagamente chiara; al limite aggiungimi come contatto msn e ne parliamo meglio. Tengo a disposizione il libro :-D |
Avevo letto qualcosa a riguardo mentre aspettavo di fare la contropermanente dal barbiere qualche anno fa...ricordo giusto vagamente 2 cosette che te le riporto qui sotto:
La partenogenesi e' una particolare strategia riproduttiva che presentano molte specie animali e vegetali nelle quali si puo' avere sviluppo di uova non fecondate. Alcuni biologi considerano un tale processo nell'ambito della riproduzione asessuale in quanto non comporta fecondazione; e' evidente, tuttavia, che in questo caso si limita il concetto di sessualita' all'insieme dei meccanismi riproduttivi (anfigonia, fecondazione incrociata, etc.) che comportano l'incontro di due partners sessuali. Attualmente la maggior parte degli autori sono, invece, concordi nel ritenere la partenogenesi un particolare caso di riproduzione sessuale in quanto quasi sempre essa implica un processo meiotico e conseguente sviluppo di unita' riproduttive aploidi. In particolare alcuni autori definiscono la partenogenesi come "riproduzione unisessuale" in quanto, evidentemente, al processo partecipa un solo sesso, quello femminile. Molto probabilmente la partenogenesi si e' evoluta a partire da processi sessuali che implicavano fecondazione, come e' dimostrato dal fatto che la gran parte delle specie partenogenetiche possono produrre, nel loro ciclo biologico, anche generazioni anfigoniche. Il vantaggio immediato di un modello di sviluppo partenogenetico e' certamente quello di un risparmio energetico e di tempo per le specie che lo presentano; d'altro canto esso non comporta aumento di variabilita' genetica, pertanto lo si riscontra in specie che vivono in condizioni ambientali piuttosto stabili o quando le condizioni ambientali risultano particolarmente favorevoli (abbondanza di cibo, temperatura costante, bassa densita' ecologica, etc.). Al contrario, specie partenogenetiche possono ricorrere ad un modello anfigonico allorquando le condizioni ambientali risultino sfavorevoli o mutino drasticamente. La partenogenesi puo' realizzarsi con varie modalita' che si rifanno essenzialmente a due modelli principali: a) produzione di uova partenogenetiche diploidi b) produzione di uova partenogenetiche aploidi E' evidente, tuttavia, che almeno nel primo caso si tratta di un processo asessuale nel quale le uova si sviluppano in sole femmine che vanno a costituire uno o piu' cloni. Il secondo caso comprende, a sua volta, tre modalita' distinte di sviluppo: a) partenogenesi arrenotoca b) partenogenesi telitoca c) partenogenesi deuterotoca La partenogenesi arrenotoca consiste nella produzione di uova che si sviluppano solo in maschi (api, rotiferi, etc.); la telitoca si ha, quando, al contrario, nascono solo femmine (afidi, cladoceri); la deuterotoca, infine, quando possono nascere sia maschi che femmine. In realta' la partenogenesi aploide non e' molto comune nel regno animale: in questo caso dalle uova nascono maschi nei quali si ha una peculiare spermatogenesi nella quale si realizza una sola divisione meiotica, senza la riduzione del numero cromosomico; casi di questo tipo sono riportati per alcuni insetti (imenotteri, tisanotteri, emitteri), per i rotiferi e per alcuni acari. Piu' comune di quella aploide risulta, al contrario, la partenogenesi diploide, nella quale gli individui sono diploidi anche nella linea germinale; in alcuni casi (partenogenesi apomittica) si ha una sola divisione meiotica degli oociti, con conseguente emissione di un solo globulo polare; in altri (partenogenesi automittica), il secondo globulo polare viene riassorbito dall'uovo e si fonde con il pronucleo femminile, oppure, come avviene in alcuni crostacei e nematodi, i due nuclei derivanti dalla prima divisione meiotica si coniugano tra loro. La partenogenesi e' un fenomeno che si verifica abbastanza frequentemente in natura. Molte specie che normalmente si riproducono per anfigonia possono occasionalmente produrre individui per partenogenesi (partenogenesi accidentale); un tale tipo di partenogenesi e' caratteristica di molti lepidotteri, ortotteri, acari, etc. Si conoscono rari casi di partenogenesi accidentale anche in alcuni vertebrati. La partenogenesi accidentale e', comunque, per lo piu' un processo rudimentale, limitata cioe' solo ad un inizio di sviluppo embrionale, successivamente abortivo, come si puo' osservare in molte specie, compresi anche i vertebrati. Secondo alcuni autori sarebbero da attribuirsi ad un tale fenomeno anche casi di particolari tumori che si manifestano nelle gonadi, sia maschili che femminili, dell'uomo. In altre specie la partenogenesi comporta la produzione di soli maschi, mentre le femmine vengono prodotte per anfigonia (partenogenesi facoltativa): e' il caso in particolare degli imenotteri. L'ape regina viene fecondata in occasione del cosidetto volo nuziale e conserva gli spermatozoi in una apposita spermateca comunicante con l'ovidutto; in determinati periodi dell'anno la spermateca rimane chiusa e, quindi, le uova che discendono attraverso l'ovidutto non possono essere fecondate e si sviluppano in maschi (aploidi); in altri periodi, per complessi motivi ecologici e fisiologici, la spermateca rimane aperta e, di conseguenza, le uova vengono fecondate e si sviluppano in femmine (diploidi). In altre circostanze tutti gli individui di una o piu' generazioni nascono per partenogenesi (Partenogenesi obbligatoria o obbligata); questo tipo di partenogenesi non puo' mantenersi costante nel tempo e viene intercalata con generazioni anfigoniche e uova che si sviluppano a seguito di fecondazione (Partenogenesi eterogonica). Negli imenotteri e negli omotteri l'alternanza di generazioni partenogenetiche ed anfigoniche e' regolare e rispetta determinati cicli, per esempio l'andamento stagionale. Il comune pidocchio delle piante (Phylloxera vastatrix) attacca la vite e produce, a partire da una femmina "fondatrice", una generazione partenogenetica di femmine attere, le quali completano il loro sviluppo, in primavera, sulle foglie della vite sulle quali producono delle particolari galle dette "gallecole"; dopo un certo numero di generazioni, dalle gallecole si sviluppano, per partenogenesi, femmine cosidette "radicicole" le quali si portano sulle radici della pianta, pungendola con il rostro di cui sono fornite e provocandone danni sino al loro completo deperimento. Dopo un certo numero di generazioni radicicole, sempre per partenogenesi, viene prodotta una generazione alata di femmine "sessupare" le quali, potendo volare, sono responsabili della propagazione dell'infestazione ad altre piante; da queste ultime, nella stagione invernale, sempre per partenogenesi, nascono maschi e femmine attere che possono accoppiarsi e dar luogo a uova fecondate (uova d'inverno) che sono in grado di resistere per tutto l'inverno in uno stato di vita latente, per svilupparsi quindi in primavera, dando origine a femmine fondatrici che riprendono nuovamente il ciclo. In altri casi, come ad esempio nei rotiferi ed in alcuni crostacei (cladoceri, ostracodi), si realizza un alternanza irregolare, non ciclica, tra generazioni anfigoniche e generazioni partenogenetiche. In particolare i rotiferi presentano un ciclo biologico molto complesso in risposta al loro adattamento ad ambienti che variano nel tempo (acque astatiche, etc.): nelle forme dicogononti dulciacquicole quasi tutti gli individui sono femmine che producono uova per mitosi; queste uova si sviluppano partenogeneticamente e le rispettive popolazioni sono rappresentate da cloni geneticamente indipendenti. Nelle forme monogononti si riscontrano, invece, maschi aploidi e due tipi diversi di femmine : femmine amittiche (o virginopare) e femmine mittiche (o sessupare). Le femmine amittiche producono uova diploidi con guscio sottile che si sviluppano partenogeneticamente; queste uova vengono anche dette "uova subitanee o estive" in quanto vengono prodotte d'estate, quando le condizioni sono favorevoli e si sviluppano in breve tempo. In tal modo si producono, sempre per partenogenesi, piu' generazioni di femmine amittiche, con conseguente rapido accrescimento della popolazione, gia' depauperata dalle precedenti condizioni sfavorevoli. Nello stesso periodo alcune femmine amittiche producono una o piu' generazioni di femmine mittiche le quali, a seguito di meiosi, producono uova aploidi che evolvono in individui maschi. Questi ultimi cominciano a fecondare le uova aploidi presenti ora nella popolazione; queste uova fecondate ("uova durature o invernali") sviluppano un guscio e sono in grado di resistere alle basse temperature e al disseccamento, rimanendo in uno stato di vita (sviluppo) latente sino a quando non si ristabiliscono le condizioni favorevoli, allorquando accellerano il loro sviluppo ed evolvono in femmine amittiche. Esistono diverse interpretazioni di un tale complesso ciclo nei rotiferi: alcune specie passano da generazioni mittiche a generazioni amittiche perche' influenzate da fattori ambientali; spesso i maschi, come pure le femmine mittiche compaiono in relazione ad un aumento di densita' della popolazione; in altri casi il loro ciclo viene influenzato dalla siccita', basse temperature, diminuzione del cibo o da variazioni stagionali correlate con il fotoperiodo. Tra i crostacei, i cladoceri, gli ostracodi e, piu' raramente, alcuni copepodi dulciacquicoli (ciclopoidi, arpacticoidi) presentano partenogenesi eterogonica ciclica, con occasionale produzione di maschi diploidi. Un altro caso di partenogenesi e' quello della partenogenesi poliploide (o geografica). Questo particolare tipo di riproduzione si riscontra nel crostaceo Artemia salina, che vive con razze (probabilmente buone specie) localizzate in habitat isolati tra loro; in particolare alcune di queste razze (saline di Cagliari; Algeria) sono anfigoniche, altre (saline di Margherita di Savoia e di Trieste) sono partenogenetiche. Altri esempi di partenogenesi geografica ci vengono offerti da alcuni isopodi terrestri (Triconiscidi), dal lepidottero Solenobia triquetrellas, dall'embiottero Haploembia solieri e dal coleottero Otionhynchus dubius. Da un punto di vista piu' generale, popolazioni locali vicine ai limiti dell'areale di distribuzione risultano partenogenetiche; la spiegazione di un tale fenomeno potrebbe essere in relazione al fatto che in questi casi gli individui che colonizzano habitat marginali traggono un maggior vantaggio selettivo nei confronti di quelli presenti al centro dell'areale. Molto caratteristica e', infine, un tipo di partenogenesi, definita "pedogenesi", che si riscontra nel periodo larvale di alcuni ditteri del genere Miastor, nei quali si ha un'alternanza di larve prodotte per partenogenesi e di adulti che si riproducono per anfigonia, generando nuove larve partenogenetiche. La maggior parte delle specie partenogenetiche sono dulciacquicole; nei gruppi che hanno rappresentanti sia marini che di acque dolci (gastrotrichi, molluschi, etc), i primi risultano dioici o ermafroditi e si fecondano tra loro, gli altri, al contrario, sono prevalentemente partenogenetici. Inoltre, e' molto frequente il caso che in alcuni corpi idrici dolci manchino del tutto i maschi o possono comparire solo quando le popolazioni raggiungono una elevata' densita' ecologica (spanandria o partenogenesi continua). In particolare la partenogenesi sembra avere successo soprattutto in sistemi idrici di modeste dimensioni, quali pozze astatiche, stagni, piccoli laghetti, soggetti a forti fluttuazioni ambientali. Casi di partenogenesi sono anche noti tra i parassiti, in special modo in specie di piccole dimensioni (platelminti, nematodi). Tra i vertebrati la partenogenesi risulta in generale piuttosto rara; essa si riscontra talvolta solo in alcuni pesci, anfibi e rettili, ma il suo significato adattativo in questi casi e' poco conosciuto. Alcuni biologi includono nella partenogenesi un altro peculiare tipo di riproduzione, definita "ginogenesi". In realta' si tratta di un fenomeno abbastanza diverso che puo' essere definito a parte o, al piu', rappresentare una sorta di "ponte" tra la partenogenesi e l'anfigonia. Esso consiste nell'attivazione di un uovo da parte di uno spermatozoo senza che avvenga cariogamia; in alcuni casi lo spermatozoo viene bloccato sullo strato corticale, in altri esso puo' raggiungere il citoplasma dell'uovo dal quale il suo nucleo viene inattivato o espulso; in ogni caso lo spermatozoo non partecipa allo sviluppo successivo che si realizza solo a spese della cellula uovo. Per quanto possa sembrare eccezionale, questo tipo di riproduzione e' abbastanza frequente in natura: osservato e studiato per la prima volta nei nematodi, oligocheti, anellidi, insetti e pesci, e' stato successivamente riscontrato anche in altri gruppi, quali platelminti ed ascidiacei. Sia la partenogenesi che la ginogenesi possono essere indotte artificialmente (partenogenesi e ginogenesi sperimentale). La partenogenesi sperimentale e' stata studiata per la prima volta da Tichomiroff, gia' nel 1886, nel comune baco da seta. Successivamente si dedicarono a tali ricerche numerosi altri studiosi: Loeb e Delaye ottennero rispettivamente sviluppo di uova virginali di ricci e di stelle di mare; Bataillon fece sviluppare partenogeneticamente uova di anfibi; Olivo e Garufi e, quindi, Pincus ottennero lo sviluppo di uova partenogenetiche di mammiferi (coniglio) e Kupelwieser, infine, indusse partenogenesi in alcuni molluschi. Tuttavia, nella maggior parte dei casi di partenogenesi sperimentale si riesce oggi ad ottenere solo l'attivazione dell'uovo e non l'ulteriore sviluppo embriogenetico. Sempre per via sperimentale e' possibile ottenere il processo della ginogenesi ed anche il suo inverso, cioe' lo sviluppo di un gamete maschile senza l'intervento del corrispondente pronucleo femminile. Quest'ultimo fenomeno si puo' realizzare in vari modi: distruzione del pronucleo femminile dopo che e' avvenuta la fecondazione, uso di radiazioni ultraviolette, irradiazione dell'uovo con radio, abbassamento della temperatura. Di più non saprei dirti... Ciao -28 |
wurdy,
ottima memoria complimenti.. io dal barbiere (quando ci andavo :-D ) guardavo le donnine nude..pensa te come ogni persona è diversa dall'altra.. |
Alessandro Falco,
fossi in te farei direttamente un CTRL+C CTRL+V dal "pazzo" quà sopra.... wurdy, se del barbiere hai questi ricordi.... per favore non parlarci di quando andavi in biblioteca... :-D :-D :-D |
Rive Gauche,
lì guardava le raccolte de "le ore mese"..imboscate in un libro di genetica |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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