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sergio43 14-11-2019 20:53

Quote:

Originariamente inviata da ilVanni (Messaggio 1062941593)
Mi associo ai complimenti, ma ho una domanda:
la gluteraldeide, il ben noto "carbonio liquido" dei prodotti commerciali) dovrebbe essere una forma fruibile di carbonio per (alcune) piante (o almeno alcuni suoi isomeri). In letteratura scientifica (almeno quella "alla mia portata", ma non sono "del ramo") ho trovato poco a proposito, ma se ne fa largo (e, pare, dimostrato) uso nei prodotti commerciali per piante acquatiche.
Sulla fruibilità dell'acido acetico come fonte di carbonio hai delle fonti?

In altre parole: come fai a dire che fornisce direttamente alle piante il carbonio? Non potrebbe essere che venga degradato dagli (onnipresenti) batteri che, a loro volta, forniscono CO2 in soluzione (ossia "indirettamente")?

Grazie per i complimenti. :-)

Non ho trovato fonti sulla fruibilità dell'acido acetico.

Non ho mai usato CO2 in acquario ma se ho ben capito bisogna metterne abbastanza per mantenere una concentrazione adeguata. Per la legge di Henry alla pressione parziale di CO2 atmosferica è difficile mantenere una concentrazione adeguata senza somministrare continuamente CO2 alla soluzione. Per questo ci vuole un sistema di erogazione continua. Se ho ben capito i sistemi di produzione artigianali basati sulla fermentazione di sostanza organica stentano a mantenere una concentrazione di CO2 adeguata in acquario. Quindi se la CO2 dei "fertilizzanti con molecole organiche" derivasse da un processo di fermentazione batterica, ci vorrebbe tanto carbonio quanto se ne mette nella bottiglia per fare la CO2 artigianale.

Non sono esperto di CO2, ma se ho ben capito la concentrazione di CO2 necessaria ad ottenere effetto sulle piante è tale che nella soluzione provoca una modifica del pH verso valori sensibilmente più bassi. La quantità di aceto (l'aceto è acido acetico al 5 o 6%) che uso io nell'acquario non produce modifiche di pH rilevabili con i test nel mio acquario.

Sicuramente un pochino di acido acetico lo degradano anche i batteri, come un pochino del panino con lampredotto che ho mangiato ieri spetta al mio microbiota, ma la maggior parte del carbonio ingoiato finisce nel mio organismo. :-)

dave81 14-11-2019 23:08

Quote:

Originariamente inviata da sergio43 (Messaggio 1062941630)

Per questo ci vuole un sistema di erogazione continua.

si, infatti, la cosa più "semplice" che noi consigliamo da anni è quella di somministrare CO2 gassosa 24 ore su 24, con bombola e micronizzatore,alla fine è il metodo più usato in acquariofilia ed è piuttosto valido

ilVanni 15-11-2019 15:14

Ok, però la maggior parte della fora subacquea in natura o usa i carbonati, o assorbe CO2 dall'acqua (anche poca).
La Walstad utilizza substrati molto ricchi in carbonio organico appunto per fornire CO2 alle piante mediante la sua degradazione nel fondo.
D'altra parte alle piante servirà TOT carbonio: se lo prendono dall'aceto direttamente o se lo prendono dall'aceto degradato dai batteri, è sempre la stessa quantità.
Per vedere effetti sostanziali sulla crescita delle piante, in realtà, bastano poche ppm di CO2 in più rispetto al "normale" livello di 4 - 5 ppm. Già erogando 10 ppm si vedono risultati nella crescita delle piante.
Teniamo conto che la lenta degradazione dei composti del C in acqua permette la soluzione di praticamente tutta la CO2 prodotta (l'"impianto" ne disperde la maggior parte in aria tramite bollicine che raggiungono la superficie).

Un (molto approssimato) conto giustificherebbe l'ipotesi "carbonio organico va in CO2": lo riporto qui sotto (spero sia corretto, ma non sono un chimico, prendetelo come viene).

Un grammo di acido acetico produce (conto "a cazzotto") il 73% circa del suo peso come CO2.
50 cc di aceto (50 ml circa) contenente acido acetico al 5% contiene 2.5 g di acido acetico, ossia (una volta "decomposto" ben bene) 1.83 g di CO2.

In una vasca di 60 lt corrispondono a 1830 mg/60 lt = 30 mg/l di CO2 disciolta (anzi, che si discioglie piano piano lungo un arco temporale di 3.5 giorni: metà settimana, dando modo e tempo alle piante di assorbirla).
Anche ipotizzando che un buon 80% (numero a caso ma ragionevole) se ne vada perso in atmosfera, rimangono circa 6 mg/l di CO2 disciolti a fertilizzare le piante (sommati ai 4 - 5 mg/l normalmente disciolti a t. ambiente in acqua).
E' una concentrazione sufficiente a far vedere degli effetti di crescita tangibili sulla piante (o, se preferite, una quantità comparabile al vecchio "metodo della campana", in cui una campana sommersa veniva riempita giornalmente di CO2, che lentamente si scioglieva in acqua).

Oltretutto è una quantità che, tabella alla mano, non modifica il pH per valori anche bassi di KH: per esempio, con KH 4 il pH passerebbe da 7.4 (con 5 ppm di CO2) a 7.1 (con 10 ppm di CO2).

sergio43 15-11-2019 21:30

Quote:

Originariamente inviata da ilVanni (Messaggio 1062941680)
Ok, però la maggior parte della fora subacquea in natura o usa i carbonati, o assorbe CO2 dall'acqua (anche poca).
La Walstad utilizza substrati molto ricchi in carbonio organico appunto per fornire CO2 alle piante mediante la sua degradazione nel fondo.
D'altra parte alle piante servirà TOT carbonio: se lo prendono dall'aceto direttamente o se lo prendono dall'aceto degradato dai batteri, è sempre la stessa quantità.
Per vedere effetti sostanziali sulla crescita delle piante, in realtà, bastano poche ppm di CO2 in più rispetto al "normale" livello di 4 - 5 ppm. Già erogando 10 ppm si vedono risultati nella crescita delle piante.
Teniamo conto che la lenta degradazione dei composti del C in acqua permette la soluzione di praticamente tutta la CO2 prodotta (l'"impianto" ne disperde la maggior parte in aria tramite bollicine che raggiungono la superficie).

Un (molto approssimato) conto giustificherebbe l'ipotesi "carbonio organico va in CO2": lo riporto qui sotto (spero sia corretto, ma non sono un chimico, prendetelo come viene).

Un grammo di acido acetico produce (conto "a cazzotto") il 73% circa del suo peso come CO2.
50 cc di aceto (50 ml circa) contenente acido acetico al 5% contiene 2.5 g di acido acetico, ossia (una volta "decomposto" ben bene) 1.83 g di CO2.

In una vasca di 60 lt corrispondono a 1830 mg/60 lt = 30 mg/l di CO2 disciolta (anzi, che si discioglie piano piano lungo un arco temporale di 3.5 giorni: metà settimana, dando modo e tempo alle piante di assorbirla).
Anche ipotizzando che un buon 80% (numero a caso ma ragionevole) se ne vada perso in atmosfera, rimangono circa 6 mg/l di CO2 disciolti a fertilizzare le piante (sommati ai 4 - 5 mg/l normalmente disciolti a t. ambiente in acqua).
E' una concentrazione sufficiente a far vedere degli effetti di crescita tangibili sulla piante (o, se preferite, una quantità comparabile al vecchio "metodo della campana", in cui una campana sommersa veniva riempita giornalmente di CO2, che lentamente si scioglieva in acqua).

Oltretutto è una quantità che, tabella alla mano, non modifica il pH per valori anche bassi di KH: per esempio, con KH 4 il pH passerebbe da 7.4 (con 5 ppm di CO2) a 7.1 (con 10 ppm di CO2).

Intanto grazie per questa possibile spiegazione.

Potrebbe essere. Tuttavia, se il carbonio organico è assorbito della piante direttamente, i conti rimangono gli stessi.

Comunque sia, se ammettiamo che una quota del carbonio sia assorbito come molecola organica, possiamo ipotizzare che la pianta continui ad utilizzare comunque CO2 disciolta. Quindi potrebbero essere vere entrambe le ipotesi. Però nel caso sia vera l'ipotesi della trasformazione del carbonio organico in CO2 lo stesso risultato dovrebbe essere ottenibile con una pari quantità di carbonio proveniente da altre fonti a peso molecolare maggiore come per esempio zuccheri o aminoacidi ovvero mettendo mangime in vasca.

Invece non ho capito perché l’acido acetico ossidandosi fino a CO2 dovrebbe produrre il 73% in peso di CO2.

Se non ricordo male l'ossidazione dovrebbe avvenire secondo questa formula stechiometrica

CH3-COOH + 3O2 = 2CO2 + 4H2O

Quindi da una mole di acido (60 grammi) acetico si formano 2 moli di CO2 (ovvero 88 grammi) che corrisponde a 146% del suo peso. Non riesco a rendermi conto dove sbaglio. In ogni caso anche se non ho capito i conti penso di aver capito il ragionamento.

Potremmo avere ragione tutti e due.

In ogni caso, a mio avviso la cosa più interessante sono i risultati. :-)

PS. Il mangime diventa davvero CO2 grazie prima di tutto ai pesci e poi anche ai batteri, ma non credo che mettere più mangime in vasca sia una strategia perseguibile...

ilVanni 15-11-2019 23:09

Si, ho sbagliato io a bilanciare la formula. Il conto giusto è il tuo. C'è assai più co2 di quantità da me calcolato.
Per il cibo, sì, produce co2, ma il grosso del cibo per pesci ben bilanciato sono proteine e grassi, quindi esagerando col ci i si producono per lo più nitrati (alla fine del ciclo).

Ovviamente se l'assorbimento del carbonio fosse direttamente di carbonio organico i conti sarebbero gli stessi, ma la cosa mi pareva più difficile "biologicamente".

Per esempio, anche il glucosio passa dalle pareti cellulari, puoi nutrire le piante a glucosio? Non so, ma non credo... ci vogliono molecole ad hoc non qualunque molecola intermedia del ciclo.

Per questo chiedevo se avevi fonti in letteratura scientifica.

Inviato dal mio BLN-L21 utilizzando Tapatalk

sergio43 15-11-2019 23:24

Quote:

Originariamente inviata da ilVanni (Messaggio 1062941724)
Si, ho sbagliato io a bilanciare la formula. Il conto giusto è il tuo. C'è assai più co2 di quantità da me calcolato.
Per il cibo, sì, produce co2, ma il grosso del cibo per pesci ben bilanciato sono proteine e grassi, quindi esagerando col ci i si producono per lo più nitrati (alla fine del ciclo).

Ovviamente se l'assorbimento del carbonio fosse direttamente di carbonio organico i conti sarebbero gli stessi, ma la cosa mi pareva più difficile "biologicamente".

Per esempio, anche il glucosio passa dalle pareti cellulari, puoi nutrire le piante a glucosio? Non so, ma non credo... ci vogliono molecole ad hoc non qualunque molecola intermedia del ciclo.

Per questo chiedevo se avevi fonti in letteratura scientifica.

Inviato dal mio BLN-L21 utilizzando Tapatalk

Appena avrò un po’ di tempo proverò a cercare in letteratura scientifica qualcosa con più attenzione. Se trovo qualcosa ti informo.

Comunque, solo per chiacchierare, dai grassi si produce molta più CO2 a parità di peso rispetto agli zuccheri. Nei carboidrati ogni carbonio è associato a un peso molecolare 18 dato da due idrogeni è un ossigeno mentre negli acidi grassi tolta la testa carbossilica ogni carbonio è associato solo a due idrogeni. Mentre dagli aminoacidi in media si produce una quantità di CO2 simile a quella degli zuccheri.

sergio43 15-11-2019 23:52

Quote:

Originariamente inviata da ilVanni (Messaggio 1062941724)
Si, ho sbagliato io a bilanciare la formula. Il conto giusto è il tuo. C'è assai più co2 di quantità da me calcolato.
Per il cibo, sì, produce co2, ma il grosso del cibo per pesci ben bilanciato sono proteine e grassi, quindi esagerando col ci i si producono per lo più nitrati (alla fine del ciclo).

Ovviamente se l'assorbimento del carbonio fosse direttamente di carbonio organico i conti sarebbero gli stessi, ma la cosa mi pareva più difficile "biologicamente".

Per esempio, anche il glucosio passa dalle pareti cellulari, puoi nutrire le piante a glucosio? Non so, ma non credo... ci vogliono molecole ad hoc non qualunque molecola intermedia del ciclo.

Per questo chiedevo se avevi fonti in letteratura scientifica.

Inviato dal mio BLN-L21 utilizzando Tapatalk

Appena avrò un po’ di tempo proverò a cercare in letteratura scientifica qualcosa con più attenzione. Se trovo qualcosa ti informo.

Comunque, solo per chiacchierare, dai grassi si produce molta più CO2 a parità di peso rispetto agli zuccheri. Nei carboidrati ogni carbonio è associato a un peso molecolare 18 dato da due idrogeni è un ossigeno mentre negli acidi grassi tolta la testa carbossilica ogni carbonio è associato solo a due idrogeni. Mentre dagli aminoacidi in media si produce una quantità di CO2 simile a quella degli zuccheri.

sergio43 17-11-2019 09:57

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Originariamente inviata da ilVanni (Messaggio 1062941724)

Per questo chiedevo se avevi fonti in letteratura scientifica.

Ho cercato velocemente. L'acido acetico attraversa le membrane.

Grime, J. M., Edwards, M. A., Rudd, N. C., & Unwin, P. R. (2008). Quantitative visualization of passive transport across bilayer lipid membranes. Proceedings of the National Academy of Sciences, 105(38), 14277-14282.

L'articolo del 2008 secondo Google Scholar è citato 66 volte.

È pubblicato su PANAS
https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/la8003323

sf73 17-11-2019 10:42

Bellissimo acquario e bellissimo 3D. Adoro le alternative non commerciali per la gestione dei nostri acquari. Complimenti!

sergio43 17-11-2019 16:11

Quote:

Originariamente inviata da sf73 (Messaggio 1062941784)
Bellissimo acquario e bellissimo 3D. Adoro le alternative non commerciali per la gestione dei nostri acquari. Complimenti!

Grazie :-)


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