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danise 25-04-2022 08:01

Senza filtro
 
Ciao!
Ho letto il libro della Walstad e considerato che già prima stavo pensando di fare una vasca sui 250 litri senza filtro e low tech low cost low tempo…ora mi sto convincendo sempre di più…Quindi…

Terriccio classico per giardino; particolari indicazioni o uno vale l’altro?
Sabbia silicea di fondo; ma quale sarebbe la sabbia silicea? Il classico quarzo nero va bene? La sabbia edile che si usa nel Malawi?

Poi una luce, nel mio caso LED, qualche legno grosso e una valanga di piante. Una pompa “nuda” per muovere giusto un po’ l’acqua. Rocce laviche qua e la.

Dovrebbero essere queste le poche linee guida. Dico bene? C’è qualcuno qua che ha allestito così il suo acquario?
Datemi qualche dritta o se ho scordato qualche passaggio importante

Alex Carbonari 25-04-2022 11:35

Ciao,
Il libro della Walstad è un ottimo punto di partenza per l'acquariofilia, ma nel tempo alcuni concetti sono risultati superati.

Già il voler allestire un acquario senza filtro è una operazione molto difficile. Quel libro fu scritto in un contesto particolare, dove la facevano da padrone i filtri a percolazione.
Walstad volle sganciarsi da quella metodologia, ma oggi come oggi rinunciare al filtro è inutilmente rischioso. La maturazione è più rapida e la vasca più stabile.

Inoltre, tieni presente che non basta mettere qualunque tipo di pianta in acquario per avere una vasca "alla Walstad".
Lei stessa consiglia alcune specie (tipo ceratopteris thalictroides) che possano sfruttare il cd. vantaggio aereo per approvvigionarsi di CO2.
Questo è l'unico modo per ottenere un acquario con piante in salute. Ma è ovvio che avere piante che spuntano sulla superficie toglie luce a quelle sottostanti.
Gli altri metodi da lei descritti che le piante utilizzano per estrarre la CO2, sono dei palliativi e non consentono lo sviluppo ottimale delle essenze sommerse.

Infine, lo stesso utilizzo di terriccio da giardino è stato da lei stessa indicato nel libro come critico nelle fasi iniziali, a causa del massiccio rilascio di ferro in acqua, il quale porta a fioriture algali massicce.

Personalmente ti consiglio di usare quel libro come base scientifica per capire i processi che si innescano in una vasca, ma non consiglierei di usare quel metodo per avere un acquario in casa. Risulterebbe difficile da gestire e poco godibile esteticamente.

Con un substrato fertile specifico per acquari e ghiaia inerte a coprire, otterresti lo stesso risultato. Se poi vuoi coltivare piante con successo, o le fai emergere, o ne scegli di poco esigenti (muschi in primis) oppure addizioni CO2 con un impianto.

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danise 25-04-2022 13:05

A me non sembra una follia invece, la scienza è scienza. Se era possibile 15 anni sarà possibile anche ora.
Come tutti sappiamo il grosso problema degli acquari sono i pesci che sporcano e inquinano e consumano ossigeno, quindi basterà ridurre al minimo questo aspetto. Certo non ci terrò una colonia di 15 discus ma un banco di piccoli pesci, umili e poco inquinanti e da inserire con molta calma. Voglio più che altro creare un ecosistema auto sostenibile. Ormai di acquari ne ho messi su parecchi in oltre dodici anni e vorrei sperimentare qualcosa di nuovo e diverso.

Le piante crescono nel terriccio anche in natura quindi con uno strato di 4cm dovrei essere in bolla (qualcuno ci mescola anche del lapillo) e stando anche a esperienze che ho trovato in rete è bene mettere sopra un sottile strato di ghiaia. Legni e rocce laviche hanno grande porosità per i batteri, mancano la luce e la temperatura e secondo me le basi ci sono.

Ho da oltre un anno una vaschetta di 50litri con terriccio e quarzo, dentro ho una crypto una echinodorus e una vallisneria inserita da poco e salvata dal mio malawi (stenta ancora ma la valli è un problematica con le alleopatie) dentro ho delle lunachine e 3 medaka che non hanno mai avuto problemi. Non ho riscaldatore ne filtro ma solo una plafonierina led cinese da pochi watt, in oltre un anno ho cambiato acqua massimo 4 volte. Ovviamente il carico organico dei pesci è molto basso ma vorrei ricreare una cosa simile su una vasca più capiente

Alex Carbonari 25-04-2022 14:17

Non c'è niente di male nello sperimentare.
Ti suggerisco, però, di non banalizzare il "in natura le piante crescono, quindi cresceranno anche in acquario", perché la realtà è diversa.
Voler riprodurre ciò che accade in natura in poche decine di litri, pensando che sia la stessa cosa, non è una proporzione esatta. In natura esistono processi che non puoi riprodurre in una vasca. In natura hai sbalzi di temperatura, variazione del livello e della qualità dell'acqua, ricambio dell'acqua (piogge, inondazioni, ecc.), fattori esterni che entrano in gioco (animali e resti di piante che cadono in acqua, ad esempio) che un acquario del genere non tiene in considerazione. Lo stesso terriccio da giardino è di per sé un problema, poiché pensato per una coltivazione emersa. Di conseguenza, additivato con sostanze che, se lasciate in infusione anziché dilavate, provocano severi inquinamenti che possono compromettere l'insediamento batterico sulle poche superfici disponibili.

Diana Walstad ha sperimentato un ecosistema, che per funzionare ha bisogno di un terriccio fortemente fertilizzato che le ha sempre portato alghe, con pochi pesci di specie che non si riproducono facilmente, ai quali fornisce poco mangime il quale, insieme alle deiezioni degli animali, nutre le poche specie di piante che devono arrivare alla superficie per crescere.

Oggi la tecnologia ci aiuta ad avere acquari belli e in salute per piante e animali.

Un esercizio di stile, se vuoi provare a realizzarlo sei libero di farlo, tenendo conto che esteticamente sarà poco godibile.

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