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Entropy 20-03-2009 13:11

Cronaca appassionata di una scelta
 
Chiedo la disponibilità del pesciolino al mio negoziante. Mi dice che è possibile. Nella lista delle disponibilità c’è. Ci vorrà una settimana. Saranno in negozio il giovedì, ma, visto che li devono sbustare ed inventariare e sistemare nelle vasche, li potrò ritirare solo il venerdì.
Il giovedì arriva. Quel giorno esco dall’Università un po’ prima. E, come ogni giorno, vado alla stazione per prendere il treno che mi riporta a casa. Ma, arrivato, decido di deviare verso il negozio di acquari, che dista a piedi neanche 5 minuti. Lo so che dovrei aspettare, che dovrei prenderli il giorno dopo. Ma la curiosità di vedere con i miei occhi se sono arrivati è troppa. Anche solo per scrutarli attraverso le buste ancora imballate.
Così arrivo davanti alla vetrina del negozio. Scruto all’interno. Marco, uno dei proprietari mi vede e mi fa cenno di entrare. Appena varco la soglia, mi dice che sono arrivati. Bene. Ma non solo. Mi dice che solitamente le spedizioni gli arrivano la sera tardi. Ma questa volta sono arrivate all’ora di pranzo. Quindi i pesciolini sono già tutti o quasi nelle loro vaschette. E che, se voglio, li posso portare via ora. Benissimo. Sicuro che me li porto via ora.
Mi dirigo allora spedito nella zona delle vasche. E mi guardo intorno. L’occhio mi cade su tanti bei pesciolini. Trichopsis pumila. Dermogenys pusillus, Tateurndina ocellicauda, Pangio kuhlii, Corydoras habrosus e pygmaeus. No. Non ci credo. Cosa vedono i miei occhi. Dicrossus filamentosus. Inconfondibili. Un profilo unico tra i ciclidi. L’habitus a scacchiera. E le femmine già con le pinne pelviche rosso fuoco. Cavolo. Proprio ora che ho (ri)trovato la femmina di Apistogramma trifasciata. Sono tentato di prenderli comunque. Ma il mio desiderio infantile viene subito ripreso dalla mia coscienza di acquariofilo e naturalista consapevole. Così rivolgo lo sguardo altrove. Ed i miei occhi cadono proprio sulla vasca che ospita i pesciolini per cui sono venuto.
Parosphromenus deissneri. Il Gourami liquirizia.
Ce ne sono una ventina, ancora piccolini e stressati dal viaggio, ma già promettenti di colori e sfumature. Con le loro striscie nero liquirizia su un fondo avana, distese ed orizzontali lungo il corpo. E le lunghe pinne dei maschi, iridescenti di azzurro e di nero. Le femmine, altrettanto belle, ma con le pinne meno lunghe ed affilate e dai colori più smorzati. E senza quell’iridescenza di blu.
Ne vorrei prendere una coppia. Ma ora come ora non è facile. Essendo piccoli e stressati non è facile distinguere il sesso al 100%. Tanto più che, se spaventati, perdono ogni colore ed ogni segno di possibile riconoscimento. Così decido di prenderne quattro. Ci sarranno più possibilità. E, se sarò bravo e fortunato, avrò magari due coppie. Tanto staranno larghi nel 126 litri che un paio di settimane fa ho finalmente traslocato da casa dei miei alla mia. Ci saranno loro, poi le Boraras brigittae (o urophtalmoides, devo ancora approfondire) che ora stanno nel 27 litri (dove metterò l’altra coppia di Dario dario, quando e se rimedierò le femmine) ed i vecchi abitanti della vasca: un Crossocheilus siamensis e 2 Botia lohachata di 9 anni. Sono in realtà combattuto se lasciarli o meno. Ma non posso sloggiarli da lì. Devo portargli rispetto.
Dico a Marco di prendermene quattro. Lui, leggendomi nella voce e negli occhi, mi chiede se voglio scegliermeli da me. Niente di meglio. Mi affianca alla vasca un carrello con due sacchetti ed un po’ d’acqua prelevata dalla vasca. E mi lascia lì. Solo con loro.
Io me li scruto. Prendo tempo. Fa caldo qua dentro. Mi tolgo il giubbotto e mi alzo le maniche del maglione. Ritorno ad osservare fisso la vasca. Cerco di capire se riesco ad individuare le possibili due coppie. L’occhio mi cade su un individuo che, nell’imponenza dei suoi 3 cm, distende ogni pinna in suo possesso, rivelandomi bagliori d’azzurro. Scommetto che è maschio.
Delicatamente immergo il retino nella vasca, cercando di non spaventarli e farli disperdere in ogni direzione, perdendomi così il prescelto. La vaschetta è in alto rispetto alle mie spalle. Ci arrivo anche senza la scaletta, ma non è comodisisma come posizione. Mi avvicino piano piano, con il bordo del retino pronto a cogliere ogni guizzo di fuga. Fuggi fuggi generale. Ma il mio occhio rimane fermo sulla scelta. Riesco a confinarlo in un angolo della vasca. Lo prendo e lo lascio cadere delicatamente nel sacchetto.
Ora però siamo punto e a capo. I pesci, spaventati, hanno perso ogni colore ed io ogni possibilità per riconoscerne il sesso. Non mi resta che attendere che riprendano un po’ il colore. Passati cinque minuti riconosco un altro maschio. E, con la stessa tecnica di prima, lo prendo, mettendolo nel secondo sacchetto.
Ora devo scegliere le femmine. Più difficile. Perché potrebbero confondersi con giovani maschi. Ne scelgo due, già abbastanza grandi come taglia ma con le pinne apparentemente meno colorate e molto meno lunghe. Incrocio le dita e le pesco. Sono sudato e ho le braccia indolenzite a forza di tenerle ferme e penzoloni in alto. Ma ho fatto. Avviso Marco che li ho presi. Lui arriva e me li chiude per bene. Me li faccio avvolgere nel giornale. Prima di inserirli nella mia vasca, dal negozio a casa passerà più di un’ora. Forse due, se il treno porta ritardo. Non avevo previsto oggi il ritiro e non mi sono portato la borsa termica che solitamente utilizzo. Comunque non fa freddo. Meglio così.
Pago (!), saluto e me ne vado con il prezioso carico nel mio zaino, fortunatamente capiente. Camminando non mi metto lo zaino sulle spalle per non far ballare troppo l’acqua ed i pesci, stressandoli ulteriormente. Ma, arrivato in stazione ed in attesa del treno, mi siedo su una panca con lo zaino sulle gambe, per riscaldarlo un poco.
Arriva il treno. Evito la ressa per la salita, per non rischiare pericolose spinte. Fortunatamente trovo comunque posto a sedere. Durante il tragitto penso alla vasca che li ospiterà.
Dentro ci sono, ormai da 8-9 anni, una moltitudine di Cryptocoryne wendtii in primo piano (che ho dovuto pesantemente potare e ridurre) e Ceratophyllum demersum dietro. Come luce 2 semplici neon T8 da 18W. Ho aggiunto molti legni, sistemati uno sull’altro per creare grotte ed anfratti utili alla deposizione dei Parosphromenus. Ho messo torba nel filtro e foglie di Terminalia sul fondo. Senza CO2 però. Anche in questo caso voglio un’allestimento semplice e funzionale. Scevro da troppa tecnologia e manutenzione.
Sono arrivato. Scendo dal treno e mi accorgo che sta piovendo. Ovviamente non ho l’ombrello. Mi separano 200 metri dal mio pandino. Ma non voglio correre per non shekerare i pesci. Così la pioggia me la prendo tutta. Entro in macchina. Gocciolante. Faccio i 10 Km che mi separano da casa con il riscaldamento a palla. Per quel che si può permettere il pandino. Parcheggio, entro a casa e, ancor prima di togliermi il giubbotto, tolgo il coperchio all’acquario ed infilo i sacchetti in acqua. Li apro e li fermo con una molletta al bordo vasca.
Li lascio ambientare per un’oretta abbondante, aggiungendo ogni tanto acqua della vasca.
Poi finalmente li libero.
Benvenuti.

Mr. Hyde 20-03-2009 13:23

un pazzo :-))
minimo minimo adesso vogliamo un po' di fotucce...

|GIAK| 20-03-2009 13:38

Entropy, fantastico!!! dovresti scrivere un libro tu :-)) :-)) ma vogliamo le fotuzze, magari non subito, fagli riprendere bene i colori... e poi posta! ;-)

*Johnny* 20-03-2009 14:24

Accidenti che suspance... ho creduto fino all'ultimo che qualche cosa fosse andata di traverso (si leggono qui più disastri che storie a lieto fine), ho tirato un sospiro di sollievo solo alla fine del tuo lungo, emozionante racconto #25 #25 #25

Benvenuti a loro anche da parte mia :-)

Paolo Piccinelli 20-03-2009 14:36

Entropy, leggendo... all'inizio sorridevo, ala fine non dico che sono commosso, ma che ho gli occhi lucidi si!! -20 -20

...poi ho pensato: eccone un altro scemo come me!!! #07 #07 #07


...domani voglio vedere la faccia che farà Tuko quando entra alle Onde... poi ve la racconterò!! ;-)




PS foto quanto prima, please ;-)

PPS io i dicrossus li avrei presi!!

300lire 20-03-2009 14:39

Entropy, un pò acquariofilo, un pò poeta. #25
L'intensità del tuo stato emotivo si è sentita tutta. Mi pareva di esser lì con te.
Buona fortuna per questa nuova avventura!

MonstruM 20-03-2009 16:09

Entropy, anche io mi sono sentito spesso così...scelta stupenda i Parosphromenus deissneri!
E ti capisco anche quando davanti a pesci fantastici si tentenna...

:-)

p.s. se tutto va bene stasera a me arrivano i nunus... #13

ELENIO 20-03-2009 16:23

E' sempre bello notare che passano anni, decenni, ma l'emozione resta la stessa.

Valeriuccio 20-03-2009 16:27

azz....ad un certo punto ho temuto che non ci fosse un "lieto fine".... :-))
....aspettiamo le foto e auguri per questa ennesima nuova avventura! ;-)

Miranda 20-03-2009 17:13

L'hai raccontato talmente bene che...mi è sembrato di vederti, sarà che l'ambientazione la conosco ;-)
Complimenti per la scelta, ora ci vogliono le foto :-))


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