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diamondvise 27-06-2011 13:50

evaporazione del cloro
 
Sposto qui su indicazioni di Mkel77 ciò che ho scritto alcuni giorni fa...

"""Continuo a trovare, anche in questo forum, indicazioni riguardo al fatto di lasciare decantare l'acqua di rubinetto perchè il cloro evapori.
Anni fa il negoziante dove andavo a comprare pesci e quant'altro mi disse che il biocondizionatore era necessario (oppure usare acqua RO integrata con i sali) perchè in realtà il cloro non evapora veramente...sparisce solo l'odore, ma il cloro rimane nell'acqua...
Dopo vari anni da questo episodio ho chiesto ad un mio amico chimico cosa ne pensasse, e questa è la sua risposta, che concorda con quanto mi disse il negoziante:

<<...allora, il cloro in acqua...dal mio punto di vista credo dipenda sia dalla concentrazione del cloro che dalla concentrazione di altri sali, o più precisamente altri ioni (cationi) Na+ Ca2+ ecc.....è molto più probabile che a T e pressione ambiente tenda a combinarsi con questi e a rimanere in soluzione o precipitare!...la perdita di odore potrebbe essere dovuta proprio a questo... il cloro gassoso (Cl-Cl) , che a T e pressione ambiente evapora (anche se molto diluito in soluzione ci metterebbe una vita!) potrebbe dissociarsi in 2Cl- che si combinerebbero con i cationi presenti in soluzione e quindi "nascondersi" non evaporando!...>>

Avete fonti migliori che smentiscono quanto scritto qui? Forse il mio amico non ha considerato qualcosa? Altri chimici che intervengono a rispondermi confermando o smentendo? Ciao!""""

Ecco....
Noto che daniele68 a riguardo scrive: <<l’acquariofilo comunque può difendere i suoi ospiti dai composti aloderivati facendo decantare l’acqua e tenendola in agitazione a mezzo di aeratore e possibilmente esposta ai raggi solari in quanto con le radiazioni UV si favorisce l’evaporazione dei composti clorurati>>

Mi sa che continuerò a miscelare acqua RO con acqua di rubinetto biocondizionata come ho sempre fatto :-))

Paolo Piccinelli 27-06-2011 13:59

Quote:

Avete fonti migliori che smentiscono quanto scritto qui? Forse il mio amico non ha considerato qualcosa?
Il tuo amico ha risposto ad una domanda imprecisa... prova a formularla meglio indicando 'additivo esatto che viene aggiunto all'acqua degli acquedotti.
Solitamente si tratta di ipoclorito di sodio, in pratica candeggina diluita.

daniele68 27-06-2011 21:17

L'ipoclorito di sodio è instabile. Il cloro evapora ad una velocita' di 0.75 grammi di cloro attivo al giorno dalla soluzione. Quindi l'ipoclorito di sodio riscaldato si disintegra. Questo avviene anche quando l'ipoclorito di sodio entra in contatto con acidi, luce solare o solo per agitazione meccanica.

Nel mio articolo, come fatto notare da Paolo, si parla di cloro utilizzato per disinfettare acque potabili, non di cloro per salare la pasta


i sali NaCl e CaCl2 sono più stabili perchè , a parte il legame di tipo ionico che è più stabile, in soluzione acquosa si dissociano ma tendono a circondarsi di altre molecole d'acqua.
Il fatto che un elemento si trova in una soluzione sottoforma di composti diversi cambia totalmente anche dal punto di vista di tossicità

Esempio, il prezzemolo consumato crudo non ti fa niente , se bevi un decotto schiatti!!!

scriptors 27-06-2011 22:04

Infatti c'è molta differenza tra Cloro (Cl) e Cloruro (Cl-), il secondo è persino indispensabile ;-)

diamondvise 28-06-2011 13:22

Grazie a tutti per le delucidazioni in merito!

Cursor 08-09-2011 19:35

Bell'articolo , anche altrove un ragazzo che fa' il chimico aveva trattato il discorso bio condizzionatore in maniera approfondita e anche secondo lui e' "un qualcosa in piu'" di cui si puo' fare a meno :-) .

MarcoA 03-03-2012 08:34

Quote:

Originariamente inviata da daniele68 (Messaggio 3545299)
L’acqua deve essere microbiologicamente idonea per essere consumata e non provocare patologie. Ebbene , in questo caso subentra la clorazione dell’acqua.
Quando si aggiunge all'acqua cloro, si formano gli acidi ipocloritici:

Cl2+ H2O -> HOCl + H+ + Cl-

[...]
Il cloro è un forte ossidante e riesce a rompere quei legami di composti vitali ai batteri o a virus o influire sulla loro capacità riproduttiva. Bisogna tenere conto che a questo si aggiunge l'azione dell'ossigeno che è tossico per molte specie batteriche

Diciamo che anche il cloro è un biocondizionatore per potabilizzare l'acqua: "biocondizionatore" è un termine prettamente commerciale, in chimica si direbbe semplicemente trattamento in senso generale (non condizionamento) o clorazione nello specifico.

A seguito di questa piccola premessa vorrei approfondire il discorso chimico, quindi gli allergici alla chimica saltino pure il post ;-)

Nella reazione di dissoluzione in acqua del cloro (idrolisi) manca un passaggio, credo volutamente per non mettere troppa carne al fuoco:

Cl2+ H2O -> HOCl + H+ + Cl-

Osservate H+ e Cl-: sono dotati di una carica che è data da un elettrone (che indicheremo come e-, negativo). Il cloro ne ha uno in più del dovuto e l'idrogeno ne ha uno in meno. Sono forme chimiche abbastanza stabili un po come la mela di Newton che cade a terra e li si ferma in maniera stabile. Anche il cloro dell'HClO ha un elettrone in più.

Il Cl2 della formula invece ha il giusto numero di elettroni (ovvero carica 0). La formula di sopra non è completa e un chimico la scriverebbe così:

Cl2+ H2O + 2e- -> HOCl + H+ + Cl-

I due elettroni in grassetto sono proprio la chiave di tutto: il cloro è estremamente instabile e tende con prepotenza a strappare via elettroni da altre molecole (=forte ossidante) : le delicate cellule viventi sono un ottimo datore di elettroni. Si dice che vengono denaturate ovvero perdono la loro natura e non svolgono più le loro funzioni. I batteri dell'acqua sono semplici e particolarmente esposti, ma quando gli elettroni di questi finiscono, si passa alle mucose dei pesci.

E questo è il motivo della tossicità del cloro, ma anche della sua azione disinfettante.


Quanto all'avaporazione del cloro è realtà: il cloro è un gas e come tale, se sciolto in acqua tende ad uscire. Come in tutte le reazioni si forma un equilibrio dispersione/solubilizzazione che viene influenzato da diversi fattori, tuttavia il tasso di evaporazione indicato precedentemente si riferisce solo a certe condizioni operative. Di seguito ne descrivo alcune, che sono generali per tutti i gas disciolti:

Il primo parametro è la tensione di vapore, che è uguale a parità di sostanza: se prendiamo in considerazione solo il cloro essa è sempre costante, e pertanto non ci riguarda.

Il secondo è la temperatura, che più alta è maggiore è la tendenza del cloro a passare nell'aria. (pensate per esempio l calcolo teorico dell'ossigeno sciolto in vasca che si basa solo sulla temperatura).

In terzo luogo, due parametri importanti sono le concentrazioni presenti nell'acqua e nell'aria: maggiore è la concentrazione nell'aria minore è la velocità, che può tendere a 0. Viceversa maggiore è quella nell'acqua maggiore è sarà la velocità di uscita. Mi rendo conto che sia difficile cogliere questo aspetto spiegato in poche righe, pertanto do un'indicazione pratica. Per eliminare il cloro devo lasciare riposare l'acqua in secchio aperto in modo che la parte che passa nell'aria si disperda facilmente e la sua concentrazione gassosa vada a 0. Se uso per esempio una tanica chiusa la concentrazione nella poca aria contenuta diventa significativa e ad un certo punto la reazione si arresta. L'uso di una tanica con tappo aperto garantisce parimenti uno scambio di gas troppo piccolo ed i tempi si allungano a dismisura.

Confermo che i tiosolfati sono utili a trasformarlo in forme meno nocive, anche in tempi relativamente brevi.

MarcoA 04-03-2012 13:22

Quote:

Originariamente inviata da Mkel77 (Messaggio 3545516)
Quote:

Per quel discorso invece di lasciare il fondo della tanica (quindi il "composto di coordinazione") durante i cambi sai darmi qualche spiegazione?
Stando a questa spiegazione, i metalli legati restano in soluzione quindi non precipitano, di conseguenza il discordo di lasciare il fondo nella tanica viene meno.

La cosa non è del tutto infondata, ma bisogna fare alcune considerazioni. Prima fra tutte è il modo in cui otteniamo questo centimetro d'acqua. Inserire un qualunque attrezzo (pompa, vaso comunicante ecc.) che pesca dal fondo rende totalmente inutile la tecnica perchè si va a pescare prima il famoso centimetro d'acqua del fondo, poi, partendo dal fondo i centimetri successivi e infine mi resterà sul fondo il centimetro superiore che dal punto di vista teorico è il migliore. La soluzione a questo problema è installare il pescante (termine tecnico che indica il punto di aspirazione aspirazione) un po' più basso rispetto al livello (per esempio muovendolo manualmente o aiutandosi con un galleggiante che lo sostenga): il metodo è piuttosto impegnativo da realizzare.

In secondo luogo analizziamo i parametri che influenzano il fenomeno:
  1. 1 La forza di gravità: questo è il principio che ispira il consiglio in questione. I metalli,anche se in soluzione, essendo (quasi) tutti più pesanti della molecola d'acqua, tendono a depositarsi verso il basso.
  2. I moti convettivi: sono un fattore meccanico che induce il moto e quindi il rimescolamento della soluzione che abbia temperatura diversa dall'aria. Poniamo il caso dell'acqua di rete che di solito è più fredda dell'ambiente. Durante il riscaldamento attraverso le pareti la parte di soluzione acquosa che si scalda a contatto con il contenitore tende a salire e spinge in basso la parte fredda che scende in corrispondenza del centro del contenitore. A temperatura ambiente costante questo processo si interrpompe quando l'ambiente e l'acqua da decantare sono alla stessa temperatura. Di fatto però questo non avviene perchè il giorno è più caldo della notte o perchè il riscaldamento delle nostre abitazioni è discontinuo. Questo lentissimo rimescolamento contrasta quanto detto al punto precedente.
  3. 3 L'osmosi: il processo naturale per cui le molecole tendono a disporsi, all'interno di una soluzione ad una concentrazione costante in ogni punto della stessa. A basse concentrazioni, come nell'acqua l'influenza dell'osmosi è enorme. Anche questo principio contrasta quello del punto 1.

Ad una prima, rudimentale analisi del problema possiamo già dire 2 a 1 a sfavore dell'ultimo centimetro d'acqua.

Un'analisi più approfondita ci suggerisce di considerare le tre forze in equilibrio: tale equilibrio è difficilissimo da teterminare con calcoli, anche se possibile. Personalmente mi richiederebbe ore ed ore di studio ed eventualmente lo lascio ad altri.

La mia opinione (professionale di chimico) è che di fatto le differenze di concentrazione tra l'ultimo centimetro ed il resto della soluzione acquosa sono minime, a meno che non si riscontrino dei depositi sul fondo (per esempio grazie all'uso di coagulanti e di flocculanti). In questo caso però si vedrebbero dei solidi sul fondo del contenitore.

Concludendo, in base alle considerazioni esposte, la tecnica è a mio avviso inutile.

daniele68 04-03-2012 19:15

MarcoA ti ringrazio per gli approfondimenti sul discorso chimico che ,insieme al mio ex insegnante di chimica abbiamo evitato per non appesantire troppo il thread e renderlo più semplice possibile..
Quando vengono aggiunte certe perle quali i moti connettivi credo sia interesse di tutti approfondire determinati discorsi nella speranza che i neofiti che leggeranno il thread non si facciano prendere dal panico e , anzi , capiscano il perché di certi consigli dati sul forum.

MarcoA 07-03-2012 08:28

Sono un neofita dell'acquario e vorrei ricambiare il favore: se qualcuno non capisce non esiti a chiarimenti da me e da chi ha seguito i due ragionamenti.


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