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Il consiglio della Tetra
Oggi mettendo ordine tra le varie documentazioni raccolte in questo mio primo anno di acquariofilo ho ripreso in mano un libercolo divulgativo della Tetra. Tale libretto intitolato "L'elemento acqua" presenta le nozioni base della chimica dell'acqua con ovvio riferimento a i prodotti della casa stessa. Diviso in quattro capitoli devo ammettere che affronta gli argomenti in modo semplice e corretto. Rispetto a tante altre pubblicazioni del genere lo trovo ben fatto persino nelle fotografie, alternando foto di biotopi naturali con foto di biotopi riprodotti in vasca rispettando non solo gli accostamente pesci-pesci ma anche piante-pesci. Ma veniamo al punto. Nel libretto si sottolinea più di una volta la necessità di documentarsi sull'acqua necessaria a i pesci che vogliamo introdurre nel nostro acquario. E qui cito da pagina 7 da un rinquadro messo in evidenza.
Quote:
Salut |
#24 #24 bè, in teoria hanno ragione, perchè se ci pensi, ormai quei pesci sono abituati a dei valori dell'acqua che magari sono diversi da quelli originali, e potrebbero stare meglio nell'acqua a cui sono abituati #24
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ma resta sempre il fatto che i pesci dal negoziante ci restano poco tempo non anni, piuttosto bisognerebbe sapere da dove vengono e in che acqua sono nati e cresciuti, ma suppongo sia impossibile, quindi si cerca di avvicinarsi sempre di più al loro biotopo di origine.
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intendo i pesci d'allevamento, per quelli di cattura i valori li sappiamo.
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infatti la tetra dice di chiedere con che valori sono stati allevati, non i valori dell'acquario del rivenditore ;-)
comunque come dici te, credo sia quasi impossibile |
mah, allora io basta che ho il ph a 7 e posso mettere tutti i pesci di alcuni negozi!
ce ne solo uno forse ,che ha diviso almeno in 3 le acque delle vasche di vendita... :-( |
Per come la intendo io la tetra si riferisce proprio all'acqua dove i pesci sono nati e cresciuti e non in quella dove vengono venduti
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sì ho inteso male io :-))
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si ma siete daccordo o no con questo consiglio? non mi sembra una cosa poco rilevante
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non so, si potrebbe provare, anche perchè ormai i pesci che prendiamo in negozio sono "domestici", non più selvatici (nella maggior parte dei casi), per cui potrebbe essere la soluzione giusta #24
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io nn sono d'accordo...
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Ok ragazzi...ph 9 e nitrati e nitrti presenti..che bello riproduaciamos ti valori nella mia vasca.... :-D :-D :-D
Cmq bisognerebbe chiedere molte cose al negoziante...quanti mesi ha il pesce, da dove viene, quanto tempo sta in vasca da lui e con che vaolri..insomma una marea acciamo prima a guardare che valori hanno "al naturale" e poi tentare di metterli in sti valori...ovviamente la cosa migliore sarebbe trovare pesci dagli appassionati e cosi le domande non servono piu :-D :-D :-D Ciao :-) |
bè, non credo che vengano allevati con valori come quelli (si spera...) #13
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Io procederei cosi':
- informarsi sui valori dell'acqua del negoziante, se ha quarantenato i pesci (se non l'ha fatto chiedere da quanto tempo stanno li); - con una piccola vasca di quarantena (che hanno tutti :-D ) partire da valori dell'acqua simili a quelli del pescivendolo per poi portarli verso quelli dell'acquario (che sara' a livelli verosimilmente vicini all'ambiente naturale); E' evidente pero' che non si puo' avere tutto nella vita e quindi penso che (avendo ammesso la nostra volonta' di non fare cavolate: vedi fritto misto) l'accortezza migliore e' un buon ambientamento iniziale dei pesci a proprio acquario. |
si, quella della vasca di quarantena è e rimane la soluzione migliore se ci si vuole complicare la vita #24
poveri pesciotti.... |
Quanti secoli ho per rispondere? Io credo che bisognerebbe rispettare la loro fisiologia e il loro DNA.
Poi ho assistito a persistenti morie di pecilidi (comprati) nell'acqua bella dura e calcarea (per cui presumo che da me si trovino male...) mentre i loro figli che nascono nelle mie vasche non li uccido neanche con la fiocina. Per i caracidi vale lo stesso discorso: acqua tenera e vita brave... Dovrei dedurre allora che è l'acqua in cui nascono a fare la differenza? Quindi facendo nascere i pecilidi in acque tenere vivranno benissimo comunque, oppure fanno la fine di una gazzella al Polo Nord? Lo stesso vale per i cardinali, i neon, le petitelle, i discus e gli scalari che nascono in acque dure? Boh. C'è da dire che non sappiamo dove sono nati, dove e come hanno vissuto prima di arrivare da noi, quindi...le nostre sono solo ipotesi. Ad maiora. #24 |
Le prime volte quando compravo i pesci nel sacchetto con acqua del negoziante... io misuravo i valori.
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bè, ma tanto non puoi cambiare i valori che hai in vasca in poco tempo, per cui cosa ci guadagnavi? #24
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Non si sa + che........."Pesci prendere"!!!!
:-)) :-)) :-)) ;-) |
LOL :-D :-D :-D
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Comunque la stragrande maggioranza dei pesci proviene da allevamenti siti molto vicino al luogo di nascita del pesce.
Ad esempio in asia (ma anche in amazzonia) le "fish farm" si trovano vicino ai fiumi. Questo per alcuni motivi che rendono economico l'allevamento dei pesci ornamentali: A)elevata disponibilità di acqua che non abbisogna di trattamenti particolari, ad eccezione del "katapang" (un'erba che acidifica l'acqua) o altre sostanze rimediabili facilmente in natura,necessarie a stimolare la riproduzione delle coppie e l'accrescimento degli avannotti. B)possibilità di "rinforzare" il ceppo nato in cattività con elementi di cattura. C) disponibiltà di reperimento di larve,insetti e crostacei per la nutrizione dei pesci. Quindi credo che quasi sempre sia giusto fornire ai nostri pesci gli stessi valori delle acque di provenienza,o quantomeno approssimarsi il più possibile. Il discorso naturalmente è ampio ma in ogni caso quasi tutti gli allevatori usano criteri simili. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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