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-   -   Articolo: Pesci pagliaccio in pericolo! (http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=134334)

svenjova 08-07-2008 15:47

Articolo: Pesci pagliaccio in pericolo!
 
Probabilmente a qualcuno é già giunto all’orecchio questo grido d'allarme, ascoltando la radio oppure leggendo un giornale.

http://www.acquariofilia.info/image001.jpg

A lanciare il segnale di pericolo di estinzione é stato il biologo marino britannico, Billy Sinclair, docente alla University of Cumbria. Osservando i pesci pagliaccio delle barriere coralline australiane per ben cinque anni, ha stabilito che in alcune aree il numero di esemplari di questa specie é calato del 75%, una percentuale impressionante!

Il biologo afferma:
- Per essere salvato dall'estinzione dovrebbe essere immediatamente classificato come specie a rischio.

Questo fenomeno é non é da reputarsi solamente a causa dei cambiamenti climatici e al problema del turismo, ma per assurdo, uno dei motivi di questo drastico calo é da reputarsi alla grande domanda commerciale per questa specie, in seguito all'uscita nelle grandi sale cinematografiche del film d'animazione "Nemo" della Disney.

http://www.acquariofilia.info/image003.jpg
John Rumney and Dr. Billy Sinclair

Infatti, ho potuto constatare personalmente, durante una mia visita all'acquario di Genova, che i bambini si soffermavano davanti agli acquari contenenti i pesci pagliaccio, e continuavano a gridare:
- Voglio anch’io Nemo!!!
Assillando i genitori all'infinito.
Paradossalmente, la commovente storia di Nemo, che aveva lo scopo di sensibilizzare le persone, anziché proteggerlo, ha avuto l'effetto contrario.

Naturalmente la colpa non é da reputarsi a chi ha prodotto il film d'animazione, ma a parer mio, a quei genitori che per accontentare i figli rompi scatole, gli comprano il "giocattolo" tanto ambito. Ma purtroppo, come si sa, i bambini si interessano al giocattolo per un breve periodo, per poi dimenticarlo disinteressarsene poco dopo.

Ora per rendere ancora meglio l'idea, riporto i dati citati dal biologo Sinclair:

Nella sola Gran Bretagna, ogni anno vengono importati circa 110'000 pesci pagliaccio, il 50% dei quali viene allevato in cattività, la restante metà viene dal mare.

http://www.acquariofilia.info/image006.jpg
Locandina del film Nemo

Naturalmente una grande quantità di quelli catturati in natura, perisce durante il trasporto.

Cosa possiamo fare noi appassionati di acquariofilia per andar contro questa preoccupante situazione, che sta minacciando il pesce pagliaccio, che per altro é pure il logo di Acquaportal?

Per le ragioni sopra citate, mi sento di promuovere soltanto l’acquisto di pesci pagliaccio provenienti da allevamenti in cattività, altrimenti corriamo il rischio che i pesci pagliaccio li vedremo davvero soltanto nei nostri acquari.

Alessandro Falco 08-07-2008 17:10

Secondo me l ha detto Bob Sinclair sta cosa, non Billy...

Vic Mackey 17-07-2008 00:29

...Cavolo ormai si comprano tutti d'allevamento...credo sia il clima piu che la Disney..poi per carità, Nemo varà avuto la sua influenza ma ormai pagliacci selvatici, almeno nei negozi da me non se ne vedono! #24

svenjova 17-07-2008 17:20

Ciao Vic Mackey,

se é vero quel che dici, meglio così. Purtroppo però non é così ovunque.

Comunque volevo sapere in che modo puoi affermare con certezza che i pesci che dici di aver visto sono di allevamento in cattività e non di cattura? Hai visto per caso dei certificati?

Ciao

Perry 18-07-2008 11:24

svenjova,
Spesso basta la taglia..così piccoli come si vedono in alcune batterie, è impossibile che arrivino dalle zone d'origine, non sopravviverebbero al solo viaggio. Poi è comunque diventata quasi "normale" la riproduzione in cattività.
Personalmente reputo a rischio molte altre specie rispetto all'ocellaris..

Alessandro Falco 18-07-2008 12:58

yes...
per esempio il kauderni ( anche se si riproduce ma viene da 1 zona sola del mondo), il flavescent, l'hepatus ecc

fiore_dj 06-10-2008 10:06

Un topic di così grande rilievo morale con così poche risposte. Bravo svenjova. E triste vedere che noi acquariofili ci lasciamo abbindolare dalla bellezza degli organismi che popolano le nostre vache dimenticando totalmente la loro storia..Il loro futuro. Il 99% dei pesci,degli invertebrati,dei microrgaismi che ospitiamo sono ormai quasi condannati. Ve lo dice un pirla che si sta laureando in biologia marina. Non raccontiamoci caxxate, non raccontiamoci che un giorno li riprodurremo in cattività. Per quel giorno saranno già tutti estinti. Ma a noi cosa importa davvero?? Ci importa guardarli attraverso quelle 5 lastre di vetro..Che per quando grandi e ben fatte possano essere non saranno mai come il mare.

svenjova 07-10-2008 23:28

Ciao fiore_dj,

grazie per il tuo intervento.

Il mio articolo oltre chiaramente ad essere un grigo d'allarme, voleva essere anche un punto di riflessione.
Mi sembra giusto riconsiderare ogni tanto la nostra passione ed essere un pò autocritici nel riflettere se il nostro hobby in qualche modo possa indirettamente incidere con il peggioramento delle codizioni ecologiche.

Io personalmente ogni tanto ci penso.

Io nel mio piccolo cerco di assicurarmi che i pesci che acquisto, siano stati allevati in cattività.

Ad esempio in futuro mi piacerebbe allestire un Pico Reef con il sistema naturale, ma ho delle riserve in merito al fatto di acquistare della roccia viva, che se non mi sbaglio, viene prelevato direttamente dal mare, e sinceramente non desidero contribuire alla distruzione delle barriere coralline.
Una voltra un negoziante mi ha detto che esistono delle rocce vive "fatte in casa", cioé delle pietre artificiali sui cui sono state allevati gli organismi tipici delle pietre vive. Questa opzione non mi dispiacerebbe, ma purtroppo non ho sufficienti informazioni a riguardo.

Magari qualcuno potrebbe illuminarmi a riguardo.

Saluti.

svenjova 07-10-2008 23:28

Ciao fiore_dj,

grazie per il tuo intervento.

Il mio articolo oltre chiaramente ad essere un grigo d'allarme, voleva essere anche un punto di riflessione.
Mi sembra giusto riconsiderare ogni tanto la nostra passione ed essere un pò autocritici nel riflettere se il nostro hobby in qualche modo possa indirettamente incidere con il peggioramento delle codizioni ecologiche.

Io personalmente ogni tanto ci penso.

Io nel mio piccolo cerco di assicurarmi che i pesci che acquisto, siano stati allevati in cattività.

Ad esempio in futuro mi piacerebbe allestire un Pico Reef con il sistema naturale, ma ho delle riserve in merito al fatto di acquistare della roccia viva, che se non mi sbaglio, viene prelevato direttamente dal mare, e sinceramente non desidero contribuire alla distruzione delle barriere coralline.
Una voltra un negoziante mi ha detto che esistono delle rocce vive "fatte in casa", cioé delle pietre artificiali sui cui sono state allevati gli organismi tipici delle pietre vive. Questa opzione non mi dispiacerebbe, ma purtroppo non ho sufficienti informazioni a riguardo.

Magari qualcuno potrebbe illuminarmi a riguardo.

Saluti.

fiore_dj 11-10-2008 20:52

Grazie a te svenjanova.
E' per persone come te che si fermano a riflettere che questo pianeta ha delle speranze ;-)
La nostra ragazzi è una passione fantastica. Ma credo non possa considerarsi tale se non fatta con un minimo di scrupolo.
Per le rocce in effetti diversi allevatori utilizzano delle rocce ''morte'' e le fanno colonizzare dai batteri rendendole ''vive''. Onestamente non so bene come sia possibile accertarsi che la loro provenianza sia tale e per questo lascio la parola ai tanti esperti più di me :-))
Complimenti ancora per aver postato questo articolo.

fiore_dj 11-10-2008 20:52

Grazie a te svenjanova.
E' per persone come te che si fermano a riflettere che questo pianeta ha delle speranze ;-)
La nostra ragazzi è una passione fantastica. Ma credo non possa considerarsi tale se non fatta con un minimo di scrupolo.
Per le rocce in effetti diversi allevatori utilizzano delle rocce ''morte'' e le fanno colonizzare dai batteri rendendole ''vive''. Onestamente non so bene come sia possibile accertarsi che la loro provenianza sia tale e per questo lascio la parola ai tanti esperti più di me :-))
Complimenti ancora per aver postato questo articolo.

synth 14-11-2008 10:01

CIAO A TUTTI:
leggere certe notizie mi mette un infinita tristezza.. #07
tante speci animali si stanno e sono gia estinte per colpa dell essere umano..che con il suo egoismo( e qui mi fermo),sta mandando a sfracello tutto!.
qualcuno ha scritto che è anche colpa del clima,ma i cambiamenti climatici sono dovuti in gran parte all azione dell uomo,inquinamento eccetera...

tra 20/25 anni circa si calcola che il 50% delle barriere scompariranno!,tra 50 anni..i nostri amati mondi marini (come tanti altri ecosistemi) saranno solo un ricordo..

mi meraviglio davvero,nel constatare che nonostante tutto,ci siano pochissime repliche a questo post.. #07,noi che siamo appassionati di questo mondo,dovremmo per primi dando il buon esempio...ma a quanto pare il discorso si lega sempre al concetto che ho scritto all inizio del mio post...

ragazzi,perchè non proviamo nel nostro piccolo a fare qualcosa,non so una raccolta firme,per fermare l esportazione di organismi dalle barriere,tanto ormai si e in grado di allevare e riprodurre il 90% delle speci,in cattività...

synth 14-11-2008 10:01

CIAO A TUTTI:
leggere certe notizie mi mette un infinita tristezza.. #07
tante speci animali si stanno e sono gia estinte per colpa dell essere umano..che con il suo egoismo( e qui mi fermo),sta mandando a sfracello tutto!.
qualcuno ha scritto che è anche colpa del clima,ma i cambiamenti climatici sono dovuti in gran parte all azione dell uomo,inquinamento eccetera...

tra 20/25 anni circa si calcola che il 50% delle barriere scompariranno!,tra 50 anni..i nostri amati mondi marini (come tanti altri ecosistemi) saranno solo un ricordo..

mi meraviglio davvero,nel constatare che nonostante tutto,ci siano pochissime repliche a questo post.. #07,noi che siamo appassionati di questo mondo,dovremmo per primi dando il buon esempio...ma a quanto pare il discorso si lega sempre al concetto che ho scritto all inizio del mio post...

ragazzi,perchè non proviamo nel nostro piccolo a fare qualcosa,non so una raccolta firme,per fermare l esportazione di organismi dalle barriere,tanto ormai si e in grado di allevare e riprodurre il 90% delle speci,in cattività...

svenjova 15-11-2008 00:07

Caro synth,

grazie per aver aggiunto la tua voce, in fondo, la pallina di neve che ho gettato dalla cima della montagna, rotolando giù, si stà a poco a poco ingrandendo.

Come hai fatto tu, pure io ho notato che il mio post non ha riscosso molto successo, e mi sono domandato spesso il perché, e proprio non me lo sò spiegare.

Comunque, prossimamente pubblicherò un nuovo post sempre in tema di preservazione, e mi auguro che abbia maggior riscontro.

Un saluto a tutti, belli e brutti ;-)

svenjova 15-11-2008 00:07

Caro synth,

grazie per aver aggiunto la tua voce, in fondo, la pallina di neve che ho gettato dalla cima della montagna, rotolando giù, si stà a poco a poco ingrandendo.

Come hai fatto tu, pure io ho notato che il mio post non ha riscosso molto successo, e mi sono domandato spesso il perché, e proprio non me lo sò spiegare.

Comunque, prossimamente pubblicherò un nuovo post sempre in tema di preservazione, e mi auguro che abbia maggior riscontro.

Un saluto a tutti, belli e brutti ;-)

balabam 15-11-2008 02:00

Un buon modo per non far danno alla natura sarebbe quello di mettere nei propri acquari solo organismi riprodotti in cattività... e questo è fattibilissimo nel caso di coralli (attraverso gli scambi tra appassionati), e un po' meno nel caso dei pesci, molti dei quali sono ancora oggi strappati alle barriere.

Un ottimo modo per dissuadere la depredazione degli ambienti naturali sarebbe quella di classificare le specie davvero in pericolo nell'appendice 1 del CITES (che per certi aspetti ha dei criteri di classificazione un po' bislacchi)... e da questo punto di vista noi che forse siamo i più vicini al problema nel "mondo civilizzato" potremmo attivarci con ricerche, petizioni e via dicendo...

Proteggendo con più severità certe specie, forse si si incoraggerebbe pure l'allevamento e la riproduzione in cattività nelle zone d'origine, rendendolo economicamente più conveniente rispetto al prelievo in natura.

fiore_dj, negli anni '80 per quanto ne so io riuscire ad allevare anche solo una montipora era una specie di utopia per un acquariofilo. Oggi invece è considerato un corallo molto semplice ed è economico e facilissimo da reperire come talea, per esempio anche nella sezione mercatino di questo forum... Il prelievo in natura in questo e altri casi, se avessimo un po' più di coscienza naturalista, si potrebbe addirittura annullare senza ledere al nostro "piacere per gli occhi" di vedere certi animali in vasca... quindinon sarei così drammatico nei toni, io... perchè è già vero che molti animali che un tempo non si riproducevano oggi si riproducono... basta saperli e volerli scegliere bene...

balabam 15-11-2008 02:00

Un buon modo per non far danno alla natura sarebbe quello di mettere nei propri acquari solo organismi riprodotti in cattività... e questo è fattibilissimo nel caso di coralli (attraverso gli scambi tra appassionati), e un po' meno nel caso dei pesci, molti dei quali sono ancora oggi strappati alle barriere.

Un ottimo modo per dissuadere la depredazione degli ambienti naturali sarebbe quella di classificare le specie davvero in pericolo nell'appendice 1 del CITES (che per certi aspetti ha dei criteri di classificazione un po' bislacchi)... e da questo punto di vista noi che forse siamo i più vicini al problema nel "mondo civilizzato" potremmo attivarci con ricerche, petizioni e via dicendo...

Proteggendo con più severità certe specie, forse si si incoraggerebbe pure l'allevamento e la riproduzione in cattività nelle zone d'origine, rendendolo economicamente più conveniente rispetto al prelievo in natura.

fiore_dj, negli anni '80 per quanto ne so io riuscire ad allevare anche solo una montipora era una specie di utopia per un acquariofilo. Oggi invece è considerato un corallo molto semplice ed è economico e facilissimo da reperire come talea, per esempio anche nella sezione mercatino di questo forum... Il prelievo in natura in questo e altri casi, se avessimo un po' più di coscienza naturalista, si potrebbe addirittura annullare senza ledere al nostro "piacere per gli occhi" di vedere certi animali in vasca... quindinon sarei così drammatico nei toni, io... perchè è già vero che molti animali che un tempo non si riproducevano oggi si riproducono... basta saperli e volerli scegliere bene...

synth 22-03-2009 18:31

ciao:
purtroppo ancora oggi l importazione di animali,e all ordine del giorno,in due negozi ho chiesto se gli animali erano d allevamento,ed entrambi mi hanno risposto di no..

che sono animali di cattura..

synth 22-03-2009 18:31

ciao:
purtroppo ancora oggi l importazione di animali,e all ordine del giorno,in due negozi ho chiesto se gli animali erano d allevamento,ed entrambi mi hanno risposto di no..

che sono animali di cattura..

egabriele 25-03-2009 18:13

Quote:

Originariamente inviata da synth
ciao:
purtroppo ancora oggi l importazione di animali,e all ordine del giorno,in due negozi ho chiesto se gli animali erano d allevamento,ed entrambi mi hanno risposto di no..

che sono animali di cattura..

A me tutto il topic crea molta perplessita, perche' riguarda proprio i pagliacci che guarda caso sono riprodotti in cattivita' da diversi anni, spesso anche a livello amatoriale.

Ripeto, si accusa l'acquariofilia per i problemi delle barriere coralline, cosi' si puo' chiudere gli occhi su inquinamento e turismo.
Il CITES esiste apposta, se realmente ritengono una specie a rischio estinzione, che la classifichino in modo opportuno come hanno fatto per la maggior parte di SPS ed LPS !!
E che i locali facciano gli opportuni controlli sul contrabbando e sull'uso del cianuro!

Con questo non dico che dobbiamo fregarcene di questi gridi di allarme, ma tenere gli occhi aperti su sensazionalismi ed esagerazioni.

egabriele 25-03-2009 18:13

Quote:

Originariamente inviata da synth
ciao:
purtroppo ancora oggi l importazione di animali,e all ordine del giorno,in due negozi ho chiesto se gli animali erano d allevamento,ed entrambi mi hanno risposto di no..

che sono animali di cattura..

A me tutto il topic crea molta perplessita, perche' riguarda proprio i pagliacci che guarda caso sono riprodotti in cattivita' da diversi anni, spesso anche a livello amatoriale.

Ripeto, si accusa l'acquariofilia per i problemi delle barriere coralline, cosi' si puo' chiudere gli occhi su inquinamento e turismo.
Il CITES esiste apposta, se realmente ritengono una specie a rischio estinzione, che la classifichino in modo opportuno come hanno fatto per la maggior parte di SPS ed LPS !!
E che i locali facciano gli opportuni controlli sul contrabbando e sull'uso del cianuro!

Con questo non dico che dobbiamo fregarcene di questi gridi di allarme, ma tenere gli occhi aperti su sensazionalismi ed esagerazioni.

egabriele 30-03-2009 11:17

Ho scritto la prof. Billy, tanto per eliminare il rumore del tam tam giornalistico.

Hi Gabrielle.

Please find attached a copy of our paper on the clownfish.

It is reassuring from a scientific perspective to note that the Great barrier Reef marine Park Authority have just completed an follow-up study to examine these populations and others in the same local areas and found essentially the same results our paper did the previous year (GBRMPA Research Publication No 94 - http://www.gbrmpa.gov.au/__data/asse...opulations.pdf)

Best wishes

Billy

<°))))>< <°))))>< <°))))>< <°))))>< <°))))>< <°))))><

Dr Billy Sinclair
Centre for Wildlife Conservation

><(((º>`·.¸¸.·´¯`·.¸.·´¯`·...¸><(((º>¸.
·´¯`·.¸. , . .·´¯`·.. ><(((º>`·.¸¸.·´¯`·.¸.·´¯`·...¸><(((º>

Mi ha anche mandato un PdF allegato oltre quello del link, ma e' piu' di 100k e non lo posso allegare. Chi e' interessato mi mandi in MP l'email e gli forwardo il tutto.

egabriele 30-03-2009 11:17

Ho scritto la prof. Billy, tanto per eliminare il rumore del tam tam giornalistico.

Hi Gabrielle.

Please find attached a copy of our paper on the clownfish.

It is reassuring from a scientific perspective to note that the Great barrier Reef marine Park Authority have just completed an follow-up study to examine these populations and others in the same local areas and found essentially the same results our paper did the previous year (GBRMPA Research Publication No 94 - http://www.gbrmpa.gov.au/__data/asse...opulations.pdf)

Best wishes

Billy

<°))))>< <°))))>< <°))))>< <°))))>< <°))))>< <°))))><

Dr Billy Sinclair
Centre for Wildlife Conservation

><(((º>`·.¸¸.·´¯`·.¸.·´¯`·...¸><(((º>¸.
·´¯`·.¸. , . .·´¯`·.. ><(((º>`·.¸¸.·´¯`·.¸.·´¯`·...¸><(((º>

Mi ha anche mandato un PdF allegato oltre quello del link, ma e' piu' di 100k e non lo posso allegare. Chi e' interessato mi mandi in MP l'email e gli forwardo il tutto.

svenjova 14-04-2009 00:37

Ciao egabriele,

sono l'autore dell'articolo.

Come scritto sopra, il mio articolo nasce dal fatto che ho sentito una trasmissione alla radio che diceva che i pesci pagliaccio erano in pericolo. Dopo tale ascolto, tornato a casa dal lavoro, mi sono buttato a pesce a cercare in internet ulteriori info in merito.

Come detto, il mio é un modo come un'altro per riflettere su alcune scelte che si fanno giornalmente.

Ad esempio ultimamente mi sono domandato: "ma dopo aver fatto i test dell'acqua con i reagenti chimici, é giusto gettarli, magari direttamente nello scarico del lavandino? Non é che in questo modo stò favorendo l'inquinamento delle falde acquifere?
Purtroppo sulle confezioni dei test che uso io, non vi é riportato se per caso il prodotto in questione inquini l'acqua o meno, e la cosa mi lascia al quanto perplesso.

Io purtroppo non sono un chimico (e come dice Forrest Gamp, non sono un pozzo di scenza), quindi non sò determinare se i componenti chimici possano inquinare l'acqua.

Il mio instinto dice di si, e sicuramente anche a molti altri, non verrebbe mai in mente di gettare i test usati nel proprio acquario oppure nella ciotola del gatto...

Una soluzione potrebbe essere quella di convogliare i test usati in una bottiglia (come si fà per l'olio esausto delle patatine), ma rimane il problema di quando si lava le provette sotto l'acqua del rubinetto.

Se ci pensate bene, in quanti siamo che usiamo tali prodotti, e che poi gettiamo?

Fatevi avanti con le vostre riflessioni in merito.

svenjova 14-04-2009 00:37

Ciao egabriele,

sono l'autore dell'articolo.

Come scritto sopra, il mio articolo nasce dal fatto che ho sentito una trasmissione alla radio che diceva che i pesci pagliaccio erano in pericolo. Dopo tale ascolto, tornato a casa dal lavoro, mi sono buttato a pesce a cercare in internet ulteriori info in merito.

Come detto, il mio é un modo come un'altro per riflettere su alcune scelte che si fanno giornalmente.

Ad esempio ultimamente mi sono domandato: "ma dopo aver fatto i test dell'acqua con i reagenti chimici, é giusto gettarli, magari direttamente nello scarico del lavandino? Non é che in questo modo stò favorendo l'inquinamento delle falde acquifere?
Purtroppo sulle confezioni dei test che uso io, non vi é riportato se per caso il prodotto in questione inquini l'acqua o meno, e la cosa mi lascia al quanto perplesso.

Io purtroppo non sono un chimico (e come dice Forrest Gamp, non sono un pozzo di scenza), quindi non sò determinare se i componenti chimici possano inquinare l'acqua.

Il mio instinto dice di si, e sicuramente anche a molti altri, non verrebbe mai in mente di gettare i test usati nel proprio acquario oppure nella ciotola del gatto...

Una soluzione potrebbe essere quella di convogliare i test usati in una bottiglia (come si fà per l'olio esausto delle patatine), ma rimane il problema di quando si lava le provette sotto l'acqua del rubinetto.

Se ci pensate bene, in quanti siamo che usiamo tali prodotti, e che poi gettiamo?

Fatevi avanti con le vostre riflessioni in merito.

egabriele 14-04-2009 08:53

Quote:

Originariamente inviata da svenjova
Ciao egabriele,

Se ci pensate bene, in quanti siamo che usiamo tali prodotti, e che poi gettiamo?

Rimango dell'idea che noi (acquariofili) siamo una goccia rispetto al resto, pero' sicuramente sviluppare la coscienza ecologica e farci portavoce di essa non puo' che essere positivo.

Per i test possiamo scrivere nel filo diretto con le aziende, per esempio qui nel forum, chiedendogli proprio info in merito.

Io credo che un grosso colpo sia dato dal consumismo e dal mancato riciclaggio. Con consumismo intendo il fatto che una volta un oggetto era costoso, di alta qualita' e aveva lunga durata. Oggi l'oggetto costa pochissimo, ma dura anche poco, quindi lo gettiamo e produciamo piu' rifiuti.

Prendi l'aspirapolvere. Mia suocera ne ha uno acquistato negli anni 70 (circa 40 anni fa!!!) che funziona ancora bene. Il mio ha circa 5 anni, gia' un paio di riparazioni ma gia ha parti di plastica che cedono, il motore non ha piu' la potenza che aveva da nuovo.... insomma sto valutando di cambiarlo.
Quante provette di test devo gettare nel lavandino per riprodurre l'inquinamento di un aspirapolvere ?

egabriele 14-04-2009 08:53

Quote:

Originariamente inviata da svenjova
Ciao egabriele,

Se ci pensate bene, in quanti siamo che usiamo tali prodotti, e che poi gettiamo?

Rimango dell'idea che noi (acquariofili) siamo una goccia rispetto al resto, pero' sicuramente sviluppare la coscienza ecologica e farci portavoce di essa non puo' che essere positivo.

Per i test possiamo scrivere nel filo diretto con le aziende, per esempio qui nel forum, chiedendogli proprio info in merito.

Io credo che un grosso colpo sia dato dal consumismo e dal mancato riciclaggio. Con consumismo intendo il fatto che una volta un oggetto era costoso, di alta qualita' e aveva lunga durata. Oggi l'oggetto costa pochissimo, ma dura anche poco, quindi lo gettiamo e produciamo piu' rifiuti.

Prendi l'aspirapolvere. Mia suocera ne ha uno acquistato negli anni 70 (circa 40 anni fa!!!) che funziona ancora bene. Il mio ha circa 5 anni, gia' un paio di riparazioni ma gia ha parti di plastica che cedono, il motore non ha piu' la potenza che aveva da nuovo.... insomma sto valutando di cambiarlo.
Quante provette di test devo gettare nel lavandino per riprodurre l'inquinamento di un aspirapolvere ?

Blissy 29-06-2009 23:12

Salve a tutti....Spesso l'uomo inconsapevlmente inquina oppure ne favorisce lo sviluppo...ma il vero problema e ke l'uomo stesso non si attiva e non riconosce, per migliorare o debellare totalmente, i suoi continui errori!anke quando una cosa ci sembra piccola per l'ambiente magari e un grosso problema....l'uomo è il peggior inquinamento del pianeta...per fortuna ci sono persone come voi che cercano di tamponare gli effetti devastanti che luomo sta causando al nostro bellissimo pianeta continuamnte rovinato dall'uomo...stanno rovinando le bellezze naturali della terra e non importa nulla a nessuno o quasi a nessuno che se si continua di questo passo distruggeremo noi stessi ma siccome siamo una goccia in mezzo a tutto questo oceano di crudeltà bisogna da subito attivarsi seriamente e fare tutto il possibile per rallentare o contrastare il piu possibile tutto questo spreco e consumismo perche in questo pianeta ci dobbiamo vivere tutti e se possibile in una maniera SANA!
(per fare un esempio:un particolare ringraziamento a svenjova e complimenti del post ke mi ha aperto ancora di piu gli occhi ;-) e ke da oggi tutti i test con reagenti usati non li buttero piu nello scarico del lavandino ma mi inventero un modo per non buttarli nell'ambiente) grazie a tutti quelli che credono che se riusciamo a farci sentire possiamo ancora salvare la TERRA!

egabriele 30-06-2009 09:00

Blissy,
penso che l'uomo sta facendo poco e puo' fare di piu'.
Pero' attenzione a non essere utopistici. Siamo 5 miliardi (forse 6?) e siamo abituati ad un certo tipo di vita. Non e' pensabile tornare all'eta' della pietra,
quindi non cerchiamo di 'sprecare energie' in cio' che non portera' a niente.
Credo che procedere a piccoli passi sia sempre il modo per arrivare piu' lontano.

Che puo' fare un comune cittadino oggi che non si consacra alla causa andando in canotto contro le baleniere?

- effettuare ed incentivare la raccolta differenziata
- risparmio energetico in casa
- evitare l'auto quando possibile, e al prossimo acquisto prendere in seria considerazione metano o auto ibride (purtroppo solo giapponesi!)
- parlare parlare parlare parlare

Blissy 30-06-2009 10:25

giustissimo...pero non dicevo di tornare all'età della pietra ma buttare semplicemente un occhio a quello che sta accadendo nel mondo oltre a rispettare le cose che ai citato (raccolta diff ecc...)bisogna muoversi si piccoli passi ma bisogna farlo prima che non ci sara poi piu il motivo di muoversi perke l'uomo se si mette d'impegno puo fare anche dei grossi passi se solo lo volesse...a me piacerebbe che tutte le persone si rendessero conto di quello che accade e si pongano due domande : ma io sto contribuendo al non inquinamento? posso fare qualcosa nel mio piccolo?
per fare un esempio banale:
se un giorno un bambino chiederà al padre com'è fatto il pescie pagliaccio? lo fa vedere in foto?o in tv ? perche magari nei negozi o addirittura nel mare non ci sara piu.....

egabriele 30-06-2009 11:17

Quote:

Originariamente inviata da Blissy
se un giorno un bambino chiederà al padre com'è fatto il pescie pagliaccio? lo fa vedere in foto?o in tv ? perche magari nei negozi o addirittura nel mare non ci sara piu.....

Il pesce pagliaccio e' un mezzo utilizzato per colpire, perche' grazie a Nemo (anche se molti sono accaniti contro il film) e' stato fatto conoscere a tutti.
Il pericolo e' globale o nel caso specifico alle barriere nel suo insieme.

Blissy 30-06-2009 11:23

sono daccordo con te...era solo u esempio del pesce pagliaccio lo so ke il pericolo riguarda tutta la barriera corallina e quindi uno ke puo fare per queste bariere? #24

egabriele 30-06-2009 11:37

Quote:

Originariamente inviata da Blissy
sono daccordo con te...era solo u esempio del pesce pagliaccio lo so ke il pericolo riguarda tutta la barriera corallina e quindi uno ke puo fare per queste bariere? #24

Io credo che non si puo' far tutti tutto. Ad ognuno il suo. Un cittadino che deve lavorare, mantenere la famiglia, aiutare in casa e' giusto che si limiti a segnalare il prlblema (firmando petizioni, parlandone e sesnsibilizzando gli altri) e ad operare nel suo piccolo (raccolta diff, risparmio energ. ecc..).

Pero' che potere ho io sull'utilizzio dell'energia delle fabbriche?
Sull'utilizzo dei trasporti su gomma invece che ferroviari?
Sull'installazione di centrali basate su energie alternative?

a proposito di energie alternative, in alcuni comuni vietano l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti perche' 'brutti' esteticamente.
A parte scrivere una lettera indignata, che posso fare io privato cittadino?

Blissy 30-06-2009 11:49

c'è proprio poco da fare secondo me bisognerebbe guardare il risparmio e il meno inquinamento anke se magari si abbassera il livello estetico di qualcosa...ma ke importa l'apparenza se possiamo vivere meglio!l'unica cosa che si potrebbe fare e proprio quello che hai detto sensibilizzare le persone anche con semplici parole ed invitare la gente a frequentare siti internet o altro dove ci sono spiegazioni migliori di quello che sta accadendo e sperare che queeste persone cambino o si sensibilizzano...

RolandDiGilead 19-07-2009 11:49

Secondo me è giusto dare risalto al problema al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e per primo noi acquariofili. La situazione, però, secondo me non è cosi tragica, la natura si evolve con l'evolversi del pianeta: solo che ci mette molte delle nostre vite e quindi noi non ce ne accorgiamo. Infatti, la dove stanno sparendo delle barriere coralline, altre stanno nascendo in posti prima classificati a clima "temperato".
Ad esempio, molti pesci del mar Rosso ora si trovano in mediterraneo, cosi come molti coralli duri e molli vengono avvistati sulle coste del Marocco.
Si tratta solo di permettere alla natura di adeguarsi.
Ciao

egabriele 20-07-2009 09:25

Quote:

Originariamente inviata da RolandDiGilead
Si tratta solo di permettere alla natura di adeguarsi.
Ciao

a meta' concordo, ma se l'umanita' continua ad emettere CO2 ed altro al ritmo attuale, non so i nostri nipoti in che mondo vivranno!!
La natura sopravvive e si adatta.... ma la sua sopravvivenza potrebbe essere distruggere l'uomo !

synth 14-08-2009 16:57

secondome non si tratta di tornare all eta della pietra,si tratta solo di avere un minimo di coscienza.

ad esempio,evitare di acquistare speci animali che sappiamo che dopo poco muoiono in vasca,e ce ne sono tante,io ad esempio non compro mai anumali in negozio,piuttosto mi faccio 100km e me li vado aprendere a casa di un appassionato.

purtroppo tutte le associazioni che difendono gli animali,hanno tantissimo lavoro da fare,e non sempre riescono a stare dietro a tutto!
una sera guardavo un documentario sull esportazione clandestina di animali tropicali.

nonostante le altissime mortalita,e il rischio estinzione,gli stessi abitanti di quelle zone per pochi spiccioli li catturavano stipavano in contenitori e spedivano.

nelle filippine gtrazie alla pesca al cianuro si e sbiancata un area di barriera corallina molto vasta,e loro col cianuro pescano pesci destinati al commercio.

spero solo che negli anni la raccolta controllata nei luoghi di origine,e l allevamento in serre possa garantire,un minor impatto sugli ecosistemi.

nvokbetsi87 30-06-2011 16:09

Ah però!! e questa discussione??Mi era sfuggita completamente!

Complimenti svenjova per avere fatto rotolare il sassolino dalla montagna e avere dato l'occasione di parlare dell'argomento a tutti!
E' bello sentirvi parlare e sentire le vostre idee,quella dei reagenti era un pensiero nuovo anche per me :)

egabriele sono d'accordo con te su moltissime cose,e credo che sia nella quotidianità che ci viene data di più l'occasione di fare qualcosa per partecipare attivamente a cambiare le cose

Svenjova per quanto chiedevi prima a proposito delle rocce,ne esistono e di diversi tipi :)
Già alcune aziende in Europa producono rocce artificiali per uso in acquario di barriera.

Alcune sono in materiale ceramico,ricche di piccoli anfratti e irregolarità,vengono prodotte con un processo che le porta ad avere una buona porosità interna con dimensione dei canali interni dai 20 ai 100 um (micron),in modo da potere essere ben colonizzate dagli anaerobi denitrificanti.
Delle più svaraiate forme e taglie,vengono vendute solitamente secche,ma alcuni negozi possono condizionarle e rivenderle vive.credo che anche la ditta stessa le condizioni e ne venda una parte già viva...

Altre,vengono prodotte anche nei paesi esportatori,da alcune aziende particolarmente sensibili all'acquacoltura eco sostenibile
(alcune per evitare problematiche legate al CITES nella vendita ad esempio delle talee,in realtà..)
hanno sostituito più o meno parzialmente,la raccolta di rocce sulle coste,con il condizionamento (in vasca,o più spesso in mare) di rocce prodotte artificialmente.
Possono essere utilizzate diverse miscele di cementi (anche il portland marino per capirci..),e diversi materiali dalla ghiaia( spesso si utilizza giaia fine 5,0-8,0 mm per le basette)di origine più o meno marina(vengono utilizzati anche ghiaie per edilizia)ai frammenti di corallo(alcuni inseriscono aragonite oolitica o frammenti più grandi di conchiglie).
Le miscele sono variabilissime, e personalmente ne conosco poche..
Possono essere inseriti vari additivi,se le rocce devono attraversare un processo di cottura,cito l'uso del polistirolo per creare le afrattuosità e particolari forme (ma non sarà neanche un poco tossico?e i residui di cottura? non lo sò...magari qualcuno ha già esperienze a riguardo vuole contribuire?)
Queste vengono poi immerse a profondità variabili(generalmente pochi mt) per un periodo più o meno lungo(dai 2 ai 6 mesi?)
Negli Usa è comunque una tecnica molto utilizzata anche a livello amatoriale nel DIY(do it yourself)

Credo che i vantaggi siano comunque tanti sia per l'ambiente,che per noi,che per le aziende:

Prima di tutto,riduzione delle raccolte in natura,e già per me sarebbe un grande risultato :)

Possibilità di commercializzare rocce secche,quindi con peso inferiore,con ridotti costi di trasporto (molto ridotti) e di imballaggio
Possibilità di ridurre drasticamente le raccolte e le spedizioni dai luoghi di origine,con il condizionamento controllato in vasche di stabulazione illuminate (integrando luce solare filtrata?) nel luogo di vendita (quindi a km zero!!!)

Commercializzazione di prodotti "sicuri" e (vasche di condizionamento e quindi rocce esenti da eunici,aiptasie,majano,planarie,turbellari e chi più ne ha piu ne metta :) )
E per ultima,di interesse esclusivamente acquariofilo....la fase di spurgo -b09 !!

Tutto sommato a me non pare un idea malvagia... :)
Io ne ho qualcuna che ho acquistato per i miei sistemi...credo che per essere buone rocce debbano essere fatte bene, ma sono comunque soddisfatto di molte di loro
Non ne sò molto dell'argomento,ma sono sicuro che ci sarà qualcuno molto più informato di me che potrà aiutarci con le sue esperienze... :)

Forza aggiungiamo terra al sassolino che rotola!
Chi contribuisce ? :-))

saluti!! -28

nvokbetsi87 01-07-2011 14:52

nessuno? :-(

synth 02-07-2011 04:55

si,si potrebbe fare tutto cio che dici,ma sicuramente costerà meno dare 2 euro al giorno ad un individuo che non gli frega nulla,e che va in mare a pescare con metodi poco ortodossi,o che di notte va a far saltare con la dinamite crostoni di roccia.sono cose che succedono tutti igiorni nei luoghi di origine,dove stesso gli abitanti del luogo sfruttano alla follia gli ecosistemi(dovranno pur mangiare anche loro),essendo l'unica fonte di guadagno.

leggevo una sera che una specie di pappagallo(non ricordo il nome),e praticamente estinta,per colpa di questa gente.su ogni carico di animali,ne morivano un'altissima percentuale,ma non per questo hanno cercato metodi diversi..tutti stipati in doppi fondi all'interno di camion,in condizioni pietose.

purtroppo chi compra vuole tutto subito,e gli allevatori non riescono a stare dietro alle richieste dei clienti finali.

quindi la causa principale di tutto siamo noi che li acquistiamo,e inutile girare attorno al problema.


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