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-   -   Sfruttiamo il fondo come nel marino? (http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=100159)

bardock 02-10-2007 09:44

Sfruttiamo il fondo come nel marino?
 
Queste idea mi è balenata per la mente da un po', precisamente da quando ho fatto il mio nanoreef con metodo naturale(per le specifiche leggere l' articolo su AP) e confrontando i risultati che ho attualmente nel mio amazzonico.

ma vediamo di entrare meglio nel merito. Nel mio amazzonico o ho costituito un fondo fatto di 2 strati. il primo strato, il più basso, è costituito di terriccio fertile mischiato a palline di argilla espansa, una sorta di cannolicchio naturale per intenderci, sopra il quale è stato messo un fondo alto 7 cm di sabbia finissima. per evitare sacche anossiche(una bomba ad olorogeria) ho inserito delle lumache, di quelle a cornetto, che passano gran parte del tempo a scavare nella sabbia, questo processo smuove ed ossigena la parte superiore, mentre la parte inferiore, quella con i "cannolicchi" rimane priva di ossigeno ma può proliferare tutta una famiglia di batteri anaerobici. Diciamo una specie di filtro sottosabbia, ma che ha funzione denitrificante. Perchè sono giunto a queste conclusioni, per un motivo molto semplice, i miei cambi d'acqua si sono diradati nel tempo così tanto da potermi permettere di fare cambi ogni 6/8 mesi ed avere valori di nitrati estremamente bassi(non superiore a 30) e questo con una ottima crescita vegetale ma con crescita algare praticamente nulla.

Inoltre, i valori nutrizionali per le piante vengono dati dalle foglie che ogni tanto muoiono e che rimangono sul fondo a decomporsi garantendo quindi un apporto di sali e elementi a sufficienza.

Tutti i pesci godono di ottima salute e non danno segni di malessere, le morti che ho avuto negli ultimi 2 anni(solo 2 nannostomus) sono dovute più che altro ad anzianità.

vorrei avere pareri riguardo alla mia teoria e valutare con voi le conclusioni a cui sono giunto

Paolo Piccinelli 02-10-2007 10:43

La teoria è sicuramente giusta, il fondo vasca in acquari maturi è sicuramente il filtro più importante.
Il fatto che il fondo agisca come denitratore te lo confermo per esperienza personale.

Ci sono decine di topic in merito (soprattutto discussioni fra Tuko e luca2772) di alto livello tecnico.


Prova con la funzione cerca. ;-)

bardock 02-10-2007 10:55

appena la funzione cerca ricomincierà a funzionare :-D :-D :-D :-D :-D

Paolo Piccinelli 02-10-2007 11:05

#12 #12 #12 c'hai la tua bella ragione... :-D :-D :-D

bardock 02-10-2007 11:14

:-)) :-)) :-)) comunque tu personalmente che esperienza hai avuto? simile alla mia? secondo te i materiali che ho usato per il fondo hanno inciso nella formazione del ceppo denitrificante?

luca2772 02-10-2007 11:48

Sicuramente si, e le melanoides (le lumachine "a cornetto") svolgono appunto una funzione simile alla "infauna" del DSB marino #36#

Hai fatto bene a mescolare al terriccio argilla porosa (ma andrebbe bene pure lapillo vulcanico, che tra l'atro rilascia lentamente e costantemente minerali utilissimi alle piante, primo fra tutti il ferro)

Ma nella tua vasca hai anche un filtro "convenzionale" o ti affidi esclusivamente al fondo e al film batterico?
Se è così, hai usato solo delle pompe di movimento? :-)


PS A fosfati come sei messo...?

bardock 02-10-2007 12:16

i fosfati sono bassi, intorno allo 0.3/0.5 tutti facilmente assorbibili dalle piante.

Ho comunque un filtro rapido esterno(pratiko200) che però sto seriamente pensando di staccare, al quale ho però associato una heim compact 300 per aiutare il movimento in vasca e d evitare zone a basso flusso.

per le melanoides è stato proprio quello il mio intento, di simulare la flora bentonica del DBS.

tra le altre cose vorrei provare ad andare oltre, e fare un po' di esperimenti con l'acqua molto acida, con ph intorno a 5, è inserire in acquario degli "inoculi di sabbia corallina" vergine, per verificare come reagisce la vasca e se riesce a rilasicare lentamente il grado di carbonati di cui ha bisogno la vasca per sopravvivere. Insomma il mio è sicuramente un esperimento estremo ma vorrei arrivare a cambiare acqua una sola volta all'anno. questo perchè come ben sappiamo i cambi d'acqua creano spesso stress ai nostri ospiti, che in natura non sono abituarti ad un TUBO che gli porta via cqua e ad un SECCHIO che la rimette dentro, senza contare eventuali stress osmotici o termici.

TuKo 02-10-2007 13:46

Quote:

Originariamente inviata da bardock
tra le altre cose vorrei provare ad andare oltre, e fare un po' di esperimenti con l'acqua molto acida, con ph intorno a 5, è inserire in acquario degli "inoculi di sabbia corallina" vergine, per verificare come reagisce la vasca e se riesce a rilasicare lentamente il grado di carbonati di cui ha bisogno la vasca per sopravvivere. Insomma il mio è sicuramente un esperimento estremo ma vorrei arrivare a cambiare acqua una sola volta all'anno. questo perchè come ben sappiamo i cambi d'acqua creano spesso stress ai nostri ospiti, che in natura non sono abituarti ad un TUBO che gli porta via cqua e ad un SECCHIO che la rimette dentro, senza contare eventuali stress osmotici o termici.

-28d# -28d# -28d# Un ambiente acido di quel livello rischia di fotterti quello di buono che hai ottenuto fino ad oggi.Se il problema è somministrare carbonati di calcio ci sono altre soluzione diciamo più sicure(es:una periferica esterna a mo di reattore di calcio).
In merito hai cambi d'acqua è vero che sono un stress,ma se fatti con la giusta metodologia,non sono cosi deleteri.Anche perche in natura cambi di temperatura,acidità e durezza si verificano(vedi stagione delle pioggie).

Cmq Roby la sperimentazione è sembre una buona cosa,anche se personalmente sono più propenso al discorso fanghi e equilibrio(inteso come carico organico), per arrivare alla meta che ti sei posto.
Nei mesi passati con luca(e altri utenti) si è arrivati a sviscerare il discorso in profondità,le discussioni sono risultate interessanti, e con margini di riflessioni(e modifiche) molto ampi.
Prova a fare un cerca con il termine"filtro eterno" li credo che troverai ulteriori link.

luca2772 02-10-2007 16:47

TuKo, lo sai che succede ora, vero...? :-D :-D :-D

bardock 02-10-2007 16:57

succede che ovviamente si riparte da qui prseguendo la discussione che avevate cominciato :-D :-D :-D :-D ....

P.S.

Massi io ti batto alla stragrande, ultimo cambio effettuato: Natale 2006

Sabato, dopo ben 10 mesi procederò ad un altro cambio di acqua, di 30lt su 110, e questa volta(anche perchè sto cercando di far riprodurre i caca) procederò ad un cambio di SOLA RO. ora voglio vedere come reagisce la vasca dopo questo cammbio :-D

luki 02-10-2007 18:00

secondo me un informazione utile per quello che ho letto in questo topic sarebbe conoscere la quantità di piante e di pesci

Paolo Piccinelli 02-10-2007 18:53

luki, quoto... la vasca deve essere una foresta fitta e semi-disabitata... #36# #36#

bardock 02-10-2007 18:58

hai ragione luki

attualmente ho il fondo invaso da cryptocorin e muschio "albero di natale" poi ho 5 piante di vallisneria gigantea 3 echonodorus 2 anubias nana e una barteri.

avevo una pianta rossa ma purtroppo causa lavoro la lemna minor mi aveva invaso la superficie non permettendo alla luce di passare, e poverina non ha resistito.

pesci, una coppia di cacatuoides, 4 cardinali, 4 nannostomus 3 corydoras panda...

quasi mi dimenticavo..... tutto questo su 110lt netti :-))

Paolo Piccinelli 02-10-2007 19:16

... neanche tanto disabitata... intrigante la cosa!!

Mi potresti descrivere più accuratamente il fondo? Io sto sperimentando una cosa simile esternamente alla vasca, usando il siporax come supporto batterico... ovviamente, se si ottengono gli stessi risultati senza avere ammennicoli in giro, la cosa è interessantissima #36# #36#

bardock 02-10-2007 19:37

allora, inizialmente ho mischiato un fondo tetra con delle palline di argilla epsansa, di argilla ne ho messa una busta, non ciedermi quanto è perch non ne ho idea, e di fondo tetra un secchiello di quelli grandi(credo 5kg) sopra ad essa ho mischiato 2 sabbie, una quella ultrafine rossa della wave e l'altra una sabbia sempre fine ma legermente più grande della wave. ho fatto un fondo di 7/8cm di sabbia. in totale dovrei avere quasi 9cm di fondo.

Marco Conti 03-10-2007 08:11

http://www.acquariofilia.biz/viewtopic.php?t=113345

Paolo Piccinelli 03-10-2007 08:14

credi che la sabbia fine sia condizione imprescindibile per la realizzazione dell'ambiente denitrificante, oppure pensi si possa ottenere anche con ghiaia di granulometria 2-3 mm ?!? #24

luca2772, invito cordialmente anche te ... come se ce ne fosse bisogno :-D :-D :-D

bardock 03-10-2007 08:32

Credo che sia condizione impescindibile, questo perchè in ghiaino di granulometri superiore non si formano le condizioni di assenza di ossigeno che permettono la formazioni di ceppi batterici anaerobici.

biociccio 03-10-2007 09:36

Scusate ma io non riesco a capire il perchè della sabbia, sicuramente mi sfugge qualcosa, aiutatemi.

Perchè usare la sabbia sopra un fondo in cui vogliamo far insediare batteri se proprio la sabbia forma una barriera tra acqua e strati profondi?
In natura non mi pare avvenga questo, piuttosto un lento deposito di sostanze di scarto da cui pian piano nasce uno strato batterico che, all' inizio è interamente esposto all' ossigeno, ma che col continuo deposito trasforma gli strati che prima ospitavano colonie aerobiche in anaerobiche
Continuando con l'esempio di quel che accadrebbe naturalmente, il fango in questione penetrerebbe bene in un terreno a grana grossa non certo nella sabbia e finirebbe per formare della melma sopra di essa.

Ovviamente la natura fa quel che vuole ma io non capisco come in un filtro, per incentivare il lavoro dei fanghi, si faccia incontrare loro una corrente continua di acqua , anche se lenta e priva di ossigeno, su supporti come il lapillo, siporax o bioballs, mentre portando il discorso sul fondo ci si piazza un bello strato di sabbia così se passa una melanoides, qualcosa sotto arriva, altrimenti aspettiamo

L' unica cosa che farebbe funzionare il tutto (sempre secondo il mio parere da ignorante inesperto) sarebbe un cavetto sottosabbia ma anche in quel caso ho i miei dubbi che uno strato quasi impenetrabile in superficie aiuti i fanghi a formarsi in profondità.

In più, perchè si suppone che in un fondo di 9 cm senza sabbia ci arrivi tutto quest' ossigeno??? Passi per i primi cm ma la parte più profonda dovrebbe essere anossica comunque

Eppure vi trovate tutti bene con sta sabbia, ma perchè questa cosa non mi vuole tornare???

bardock 03-10-2007 09:54

il fatto che a te non torni non vuol dire che sia errata. e su questo siamo tutti d'accordo.

Tu hai mai provato a tirare su il fondo? ti sembra bagnato solo nei primi 2 cm ?

a me non risulta, anzi, mi risulta che il fondo sia bagnato ovunque. Inoltre il continuo movimento di acqua da modo alla parte superficiale di avere un riciclo pressochè continuo di acqua proprio come accade in natura mentre le parti inferiori rimangono ferme. ma i depositi di sporcizia si formano e mano a mano che va avanti la decomposizione, e proprio grazie anche alle melanoides, si infilano negli strati più profondi. Proprio grazie a questo le colonie batteriche anossiche possono proliferare perchè scindono le molecole di nitrati che si sono formati nel tempo per prelevare ossigeno, rilasciando azoto negli strati profondi, con conseguente arricchimento di nutrineti facilmente assimilabili dalle piante.

la sabbia fine serve proprio per fare in modo di creare una barriera fra acqua e fondo in modo da non permettere alle acque ossigenate di arrivarvi e costringere la formazione di colonie anaerobiche. Tu citi i fanghi, ma non sempre i fanghi si formano in superficie, molto spesso i fanghi sono mischiati al normale fondo del fiume, che ti ricordo è molto spesso formato da semplice sabbia fine.

Diciamo che questo metodo non funzionerebbe con un normale ghiaio perchè la granuometria creerebbe troppi spazi permettendo così un continuo passaggio di acqua ossigenata la quale non permetterebbe la formazione di colonie anossiche. Ti ricordo inoltre che solo colonie batteriche anossiche possono smembrare le molecole di notriti, proprio perchè lavorano in assenza si ossigeno

Paolo Piccinelli 03-10-2007 10:13

bardock, questa è anche la mia opinione, volevo solo conferma, grazie ;-)

bardock 03-10-2007 11:00

Quote:

Originariamente inviata da Paolo Piccinelli
bardock, questa è anche la mia opinione, volevo solo conferma, grazie ;-)

beh è anche l'opinione dei biologi :-)

inoltre sono parecchi anni che questa tecnica viene sperimentata nel marino, con discreti successi

biociccio 03-10-2007 11:12

Quote:

Originariamente inviata da bardock
il fatto che a te non torni non vuol dire che sia errata. e su questo siamo tutti d'accordo.

Tu hai mai provato a tirare su il fondo? ti sembra bagnato solo nei primi 2 cm ?

a me non risulta, anzi, mi risulta che il fondo sia bagnato ovunque.

Si siamo d'accordo, cerco solo di capire meglio il funzionamento dei fanghi, l' ho scritto a più riprese, non ho mai detto che è errato, ma son certo che sarà sempre migliorabile.

Se sollevo problematiche inutili chiedo scusa, il mio è solo un tentativo di capire meglio uno stile di gestione che mi ha sempre affascinato, mi sono letto tutta la "saga del fango" e spesso rileggo qua e la, ma qualcosa sfugge sempre...

Per esempio, il fatto che il fondo sia bagnato -28d# è evidente, quel che non è evidente è perchè scegliere un sistema che permetta a detti batteri anossici di nutrirsi solo per diffusione, questione che viene spesso sollevata parlando dei cannolicchi #24 o al limite per "melanodiffusione", sempre abbastanza lenta.

Riporto qui un pezzo tratto da il filtro eterno:

Quote:

Originariamente inviata da luca2772
Si, è un fatto che ho riscontrato l'anno scorso con la vasca (momentaneamente dismessa): da buon "pierino" avevo creato un boschetto di microsorum sotto la mandata del filtro, e si era creata una regione di acqua stagnante, con massiccia flocculazione già dopo 2-3 mesi.
D'estate si piantò la pompa del filtro esterno durante le ferie, ma il sistema resse tranquillamente, con il solo ausilio di una pompetta da 400 l/h di movimento #36# (e dei fanghi #19 )

Anche io mi sono ritrovato questi fanghi "vaganti" in più di un' occasione, e se sbaglio a pensare che con l'aiuto della flocculazione si formano mooolto prima ditemelo, e ditemi anche se sbaglio a pensare che in questi fanghi ci sono zone a scarso ricircolo in cui i batteri si cibano di no3.
L' amburgo funziona così perchè il fondo dovrebbe essere diverso?
Non dovrebbe essere così fondamentale schermare gli strati dall' ossigeno visto che il ricircolo è minimo e che l' ossigeno viene usato e finito dagli aerobi.
Nei fiumi io vedo molto più spesso uno strato superficiale di sassi grossi, per trovare la ghiaia più fine c' erano i "bucaioli" che dovevano fare un buco bello fondo, almeno io la sapevo così.

Ma vi sembra così idiota il mio ragionamento?

Comunque mi zittisco finchè non faccio un fondo con grana grossa in superficie che fa almeno la metà di quello che fanno i vostri -49
-28

Paolo Piccinelli 03-10-2007 11:33

La controindicazione del fondo sabbioso è l'elevato tempo di "discesa" dei rifiuti verso la zona attiva del fondo, con la mia popolazione sarebbe la catastrofe in breve.

bardock, a quanto ho capito, risolve con le melanoides... io per il momento ho un fondo più grossolano che permette la discesa dei detriti (complici i miei giganteschi cory).

Purtroppo i miei allestimenti in funzione sono molto recenti, quindi il fondo non è ancora pronto... non posso portare esperienze sconvolgenti (per ora #18 #18 )

bardock 03-10-2007 11:40

Non è questione di zittirsi, o di dire cose inesatte o altro, che tu voglia capire direi che è lecito, anzi, direi che è onorevole.

La questione è forse che qui si fa un po' di confusione, il discorso dei fanghi è una cosa un po' diversa qui si tratta di creare un ambiente adatto alla proliferazione batterica anossica, e non di aspettare una formazione fanghinea di essa... i fanghi si formano sul lungo periodo in zone di acqua stagnate per un motivo molto semplice, è un pundo dove i cadaveri dei batteri(perchè di questo si tratta) si depositano perchè li l'acqua lo permette. sotto questo strato si forma una zona anossica per 2 motivi molto semplice, accumulo di nutrienti, dovuto all' accumulo di cadaveri e di una zona di basso movimento, e appunto il basso movimento che garantisce un deposito di inquinanti).

Quello di cui parlo io è una semplice proliferazione batterica su di un ambiente preformato, che ne garantisca una stabilità nel tempo. le condizioni di vita al di sotto dello strato sabbioso sono ideali proprio perchè assolutamente indimpendenti dalla corrente dell'acqua che può quindi variare in qualsiasi momento senza modificare eventuali stabilità del sistema.

per quel che riguarda i fondi dei fiumi, solitamente, o almeno tutti quelli che ho visto in vita mia e pure di quelli che ho letto, il fonodo è generalmente sabbioso, capica che ci siano grossi ciottoli ma che comunque si adagiano su sabbia.

come ho già spiegato prima, la grossa ghiaia non ricrea le condizioi ideali per una formazione di sone anossiche in quanto, proprio per conformazione, la ghiaia lascia molto spazio per un flusso costante di acqua che quindi andrebbe ad ossigenare tutte le zone del fondo.

è indubbiamente indispensabile una corretta movmentazione dei primi cm di sabbia per permettere una prima decomposizione dei residui orbanici e la conseguente trasformazione in no3, altrimenti si rischia la formazione di bolle solforee altamente tossiche.

biociccio 03-10-2007 12:43

se non vogliamo i fanghi nel fondo avevo un' idea ben diversa, grazie del chiarimento

luca2772 03-10-2007 13:41

Mi intrufolo a complicare la faccenda (che certamente facile non è già di suo :-D ).

Occorre ricordare che dobbiamo ragionare a livello microscopico. In questo microcosmo il passaggio di molecole avviene per diffusione, molto lentamente ma costantemente.

In natura avviene come suggeriva biociccio: i detriti organici (frammenti di vegetali, organismi morti) scendono sul fondale e vi arrivano in buona percentuale semi-decomposti dai batteri (aerobi) presenti nella colonna d'acqua.
Una volta raggiunto il fondale la decomposizione prosegue.

Ora, in un fondale indisturbato, prevalentemente sabbioso (granulometria 0.1 - 1 mm) solo il primo cm ha sufficiente ossigeno per i batteri aerobi, sotto a questo troviamo gli aerobi facoltativi (che si adattano, in carenza di ossigeno, a denitrificare) e successivamente altri ceppi che sfruttano lo zolfo per campare.

Ma cos'è 'sto benedetto fango?
E' un sedimento vivo, che contiene batteri e loro predatori (principalmente protozoi ma anche altri esserini unicellulari), dove avviene una miriade di reazioni, non solo quelle a noi utili.

Se non vogliamo utilizzare sabbia ma ghiaietto di 3-5 mm, avremo bisogno di un maggiore spessore per consentire l'instaurarsi di una fascia anossica dove possano avvenire i processi di denitrificazione.

In altri termini (poi prometto che smetto :-D ), possiamo avere due situazioni entrambe benefiche: in un primo caso un letto di sabbia e delle melanoides che rivoltino lentamente il fondale (cito la vasca di cyana, che nutre i suoi ospiti con la pala ma ha solo tracce di nitrati), nel secondo del ghiaietto (fine) con dei setacciatori grossolani come i cory, che impediscano l'insabbiamento (cito la mia vaschetta-esperimento, sovraffollata ma con nitrati decisamente contenuti). In entrambi gli esempi non sono visibili fanghi sul fondale!

Possiamo ora finalmente enunciare il

Primo Postulato della Saga dei Fanghi
Qualunque granulometria è adatta a creare un ambiente ossidante-riducente, a patto che lo spessore di questo substrato sia proporzionale alla granulometria dello stesso


Glisss...

Paolo Piccinelli 03-10-2007 13:47

Il primo postulato andrebbe inciso nel bronzo :-D :-D :-D

.. ma non prima del preambolo alla saga dei fanghi:

"Ogni vasca è un sistema unico e difficilmente ripetibile e, dato il numero delle variabili in gioco, è possibile che allestimenti uguali diano risultati differenti (in positivo o negativo) e che differenti allestimenti diano lo stesso risultato (in positivo o negativo)"

#19 #19 #19 #19 #19 #19 #19

bardock 03-10-2007 13:58

o mamma... siamo arrivati ai postulati... :-D :-D :-D

comunque son contento che ho dato il "la" ad una discussione sta portando a delle conclusioni interessanti :-)

Ora dico la mia, secondo un mio modestissimo pare, per riuscie ad avere dei risultati soddisfacenti con una granulometria mediogrande, è necessario avere un fondo notevolmente alto, diciamo superiore hai 10/12 cm

e questo ovviamente non sarebbe uno spettacolo bellissimo da vedere :-)

inoltre ricordiamoci che avendo parecchio detrivori come i coridoras i residui organci che rimangono sul fondo sono comunque pochi e questo incide molto sulla produzione di nitrati :-)

Marco Conti 03-10-2007 14:32

Sinceramente sono parecchi anni che navigo alla caccia delle teorie di gestione delle vasche
di acqua dolce e conosco bene anche i fondi DSB, Jaubert, MM ecc... nei marini
e devo dire che sono due concetti completamente differenti applicati fra vasche tecnicamete differenti.

Nelle letterature moderne non ho mai letto dei benefici tratti dai fondi in sabbia o
comunque tendenti a creare zone anossiche, per intenderci tipo DSB applicato al dolce.
Ho invece sempre letto del contrario, cioè utilizzare una corretta granulometria per
permettere una corretta circolazione dell'acqua (ovviamente non stile filtro, ma tipo falda

freatica) . Il cavetto riscaldante è un toccasana per questo motivo. Questo permette una

migliore ambientazione da parte dei batteri nitrificanti e anche di quelli denitrificanti, e

permettono pure una migliore assimilazione delle sostanze nutritive alle radici delle piante.

Facile intuire quale sarebbe la vita di una radice di pianta in una zona completamente

anossica.

Poi siceramente sentendo dire che con un fondo di 7cm sabbia stile DSB non si hanno problemi alle piante e non solo ma che sono ancora presenti i nitrati (30 !), significa a mio modesto parere che quel fondo fatto per risolvere i nitrati non sta funzionando. Il secchiello di Calfo insegna, basta una modesta area di un siffatto fondo per ridurre i nitrati a 0 in una vasca marina, dunque con carichi organici superiori (pesci e coralli e nutrienti) ed esigenze superiori (no3, po4).

Senza parlare poi che con un fondo del genere occorre tenerlo sotto controllo quotidianamente magari pure con una sonda redox.
Inutile dire che tutto questo fa a botte con le teorie dell'acquario naturale, del concetto del fondo duraturo e sostenibile. Pensare che pure le terre allofane sono state additate per un possibile sostententamento per la batteriosi...

Dunque a meno di rivoluzioni scientifiche che faranno prediligere altre tipologie di allestimento dei fondi negli acquari dolci, prediligo le tanto confermate teorie (applicate) dei fondi sostenibili.

luca2772 03-10-2007 14:46

Quote:

Originariamente inviata da Paolo Piccinelli
Il primo postulato andrebbe inciso nel bronzo :-D :-D :-D

Ah, meno male... Pensavo volessi inciderla nel fango -ROTFL-


Visto che stiamo approfondendo questi temi, riporto degli stralci trovati in Rete, spero possano contribuire alla discussione :-)

«Gli ecosistemi lagunari sono caratterizzati dalla presenza di forti carichi di materiale organico che favoriscono uno tra i più alti tassi di produttività dell’intera biosfera, paragonabile a quello delle barriere coralline.
Tale caratteristica alta produttività è stata attribuita alla diversità di produttori primari presenti in questi ambienti quali fitoplancton, macroalghe e microalghe bentoniche (Ziegler e Benner, 1998).
Oltre, però, alla produzione autoctona di carbonio organico, la sostanza organica può avere anche origine alloctona, veicolata alla laguna dai fiumi dalle acque di drenaggio del terreno circostante e giocare un ruolo significativo nel bilancio energetico totale dell’ecosistema (Kemp et al., 1997).
La maggior parte della sostanza organica che è prodotta, o che entra come detrito, nella colonna d’acqua si deposita nel sedimento (Airoldi et al., 1996) con il risultato di incrementare la disponibilità trofica offerta dal comparto sedimentario alle associazioni animali.
Proprio nel comparto bentonico, poi, si realizzano tutti quei processi di decomposizione che sono indispensabili per il trasferimento di energia dai livelli trofici più bassi (microbial loop), verso i livelli trofici più alti.
Il rilascio, infatti, di nutrienti dal sedimento è regolato dalla velocità e quantità con la quale il detrito organico raggiunge il fondo, dal tasso con il quale è decomposto dai batteri eterotrofi e dal tasso con il quale, poi, questi nutrienti sono rilasciati nel mezzo acquatico dai processi di trasporto e di bioturbazione (Farias, 1998).
La disponibilità trofica è stata spesso indicata come uno dei principali fattori coinvolti nella determinazione della distribuzione temporale e spaziale della comunità macrozoobentonica (Danovaro, 1996) che rappresenta un anello fondamentale nel passaggio di energia lungo la catena alimentare.
Tuttavia una parte importante della sostanza organica presente nel sedimento si presenta sotto forma refrattaria (Marsh et al., 1989) e non risulta, perciò, prontamente disponibile per metabolismo secondario.
Appare quindi utile indagare non solo la quantità di materiale organico presente nel comparto sedimentario, ma anche la qualità dello stesso al fine di determinare il reale valore nutrizionale del detrito (Cheng et al., 1993). La speciazione della sostanza organica, poi, può fornire anche informazioni, seppure indirette, sull’attività degradativa microbica e, quindi, sui processi di diagenesi precoce del sedimento e sulla sua trasformazione biochimica.
Lo scopo di questo studio è stato quello di mettere in relazione la distribuzione temporale e spaziale della comunità macrozoobentonica con la qualità del sedimento in un ambiente lagunare.
Questa è stata valutata attraverso l’analisi della concentrazione proteica nel sedimento al fine di determinare la frazione labile del carico organico, cioè quella parte del detrito realmente utilizzata nel trasferimento di energia dal microbial loop verso i livelli trofici più lati (Della Croce et al., 1997).
È stata inoltre calcolata la concentrazione di clorofilla a nel sedimento per determinare la biomassa delle microalghe bentoniche presenti. Questo parametro non solo rappresenta una ragionevole stima dell’attività autotrofa del fondo (LaBough, 1995), ma permette la valutazione di una fonte trofica prontamente utilizzabile (Boon e Duineveld, 1998) per quegli animali in grado di utilizzare il materiale vegetale come cibo.»

Paolo Piccinelli 03-10-2007 14:53

Quote:

Originariamente inviata da bardock
comunque son contento che ho dato il "la" ad una discussione sta portando a delle conclusioni interessanti :-)

...diciamo che hai risvegliato Godzilla dal suo letargo secolare... -05 -05 -05

Anche se la sabbia ha gli indubbi vantaggi di cui sopra, io propendo ancora per un fondo a granulometria media per diversi motivi:

prima di tutto perchè odio esteticamente la sabbia, poi perchè il rischio di anossia con conseguenti esplosioni di ciano e altre schifezze è peggio dei nitrati alti in vasca e infine perchè una migliore circolazione di acqua e ossigeno nel fondo aiuta a decomporre meglio i residui organici (anche se non denitrifica).

Last, but not least... un fondo in sabbia necessita di "attenzioni" particolari, che fanno a pugni con il poco tempo che ho a disposizione. :-(

Marco Conti 03-10-2007 14:56

Quote:

Primo Postulato della Saga dei Fanghi
Qualunque granulometria è adatta a creare un ambiente ossidante-riducente, a patto che lo spessore di questo substrato sia proporzionale alla granulometria dello stesso
Dunque se col sugar size della coral life bastano 10cm di fondo, con un substrato di granulometria di circa 2/3mm occorrerebbe 50 cm di substrato ? La vasca magari potremmo farla esempio 80 cm H x 40 cm P x 100 cm H.

Paolo Piccinelli 03-10-2007 14:59

... adesso arriva fede e ci cazzia tutti!!! :-D :-D :-D :-D

PS Luca, cita anche la fonte quando riporti roba da fuori... grazie :-))

bardock 03-10-2007 14:59

guarda, le tue teorie sono assolutamente condivisibili, ma come tu stesso citi i due stili partono da presupposti totalmente differente.il DSB nel maino parte cone "evoluzione" del berlinese. Infatti si associa ad un berlinese puro un fonod alto 12/14 cm di sabbia finissima ed inalcuni casi anche all'inoculamento di fauna bentonica. Il berlinese, per concetto si avvale dello skimmer che porta via la maggior parete di sostanse organiche grasse, soprattutto le sostanze fosfate, a questo punto la digestione del DSB è facilitata da tutta una serie di fattori dei quali appunto il più importante è la bassa presenza di sostanze organiche da digerire.

Se andiamo poi a guardare il metodo naturale, dal quale principalmente le teorie che stiamo affrontando traggono spunto, difficilmente si riescono a tenere nitrati in quantità inferriori a 25. e fosfati nell'ordine dei 0.5

inoltre vorrei farti notare che il mio acquario(giusto per fare un esmpio) è tutto tranne che poco popolato. e che tendenzialmente un pesce anche di piccole dimensioni sporca molto di più di una acropora o di uno zohantus.

oltretutto è vero che i miei nitrati sono circa a 30 ma è anche vero che io sono 10 mesi che non cambio l'acqua...

quindi direi che al momento i miei risultati, perchè è questi che sto portando, stanno dando una bella spallata a quanto da te riportato.

Poi naturalmente sono scuole di pensiero, così come il DSB del marino c'è chi lo definisce una "bomba a olorogeria" tu non condividi le teorie alle quali no ici stiamo affacciando. scuole di pensiero :-)

Oltretutto tu parli del secchiello di calfo, il quale non insegna quello di cui tu parli, ma specifica che si ha una notevole riduzione dei nitrati, e soprattuto parla di specifiche situazioni in cui i nitrati partono da un quantitativo contenuto.

Il secchiello di calfo non è la bacchetta magica che fa sparire i nitrati quando li hai a 30/40(situasione normale del dolce) ma permette una notevole riduzione, fino a livelli di non rilevabilità, ma in questu'ultimo caso solo se si parte da situazioni di NO3 bassi(intorno al 10/15)

senza cosiderare che nel secchiello di calfo si specifica anche un tipo paticolare di sabbia(sugar size ultrafine) con una ben specifica fauna bentonica (e non solo) la quali abbatte ancora di più i residui organici da digerire.

insomma il principio diciamo che è simile, ma ci sono parecchie differenze fra DSB del marino è il fondo di cui stiamo parlando noi.

oltretutto come ben saprai le radici delle piante difficilmente hanno necessità di ossigeno allo stato libero ma hanno inanzi tutto necessità di sostanze azotate e fosfate per tutti i processi di fotosintesi.

luca2772 03-10-2007 16:53

Fonte:
http://www.regione.emilia-romagna.it...?id_articolo=5 #12

Ehm... Sarei io il Godzilla letargico? #13 :-D
(in realtà sto fremendo coi muratori che non finiscono i lavori... #07 -04 )

bardok Il DSB è come il Jaubert dell'esperimento di Monaco ma senza plenum, e viaggia anche senza skimmer (e che vasche! -11 ), pur con le dovute cautele ed attenzioni (e i limiti che giustamente citavi).

...Adesso però non parliamo di skimmer nel dolce altrimenti mi auto-cazzio da solo ;-)

zortac come mi hanno ricordato in altro thread #13 , la biologia di un sistema marino è molto diversa dal dolce. E' piuttosto difficile avere in un dolce una fauna bentonica e soprattutto una infauna paragonabili ad un marino...


Un piccolo accenno sui cambi d'acqua annuali: sarei assolutamente daccordo su questa pratica se parlassimo di sistemi endogeni.
Ma le nostre vasche sono tipicamente esogene: come minimo #13 introduciamo del cibo, quindi il ragionamento che la foglia che marcisce nutre la pianta e i minerali ritornano in circolo inizia a vacillare -28d# .

Una vasca endogena potrebbe essere ad esempio un sistema con un buon volume (300 litri minimo), molte decine di piante, alcune emerse, e solo 2-3 otocinclus o 4-5 neocaridine.
A questo punto la sola fonte energetica sarebbe la luce, per il resto il sistema si auto-manterrebbe senza alcun problema, con un favoloso quanto granitico equilibrio, e ci limiteremmo a rabboccare l'acqua evaporata e ad una saltuaria pulizia dei vetri...

Nel mezzo, un'infinità di sistemi col loro equilibrio, talvolta solido, talvolta che necessita di una spintarella per rimanere tale :-)

Paolo Piccinelli 03-10-2007 17:01

luca2772, no, è il fantasma del fango maledetto!!! :-D :-D :-D


per l'ultima frase che hai scritto... vedi il preambolo al primo postulato!!! :-))

bardock 03-10-2007 17:06

beh.. tecnicamente, almeno per quel che riguarda la mia epserienza limitata all'allevamento di ciclidi nani sudamericani, la maggior parte di essi ha un territorio "limitato" al suo harem, ovvero il maschio controlla solo il territorio delle femmine con cui lui si accoppia. tenendo presente che una femmina occupa mediamente un terrtorio di dica 40X40(cm ovviamente) un acquario di un centinaio di lt sarebbe più che sufficiente a ricreare un ambiente "naturale". Come dici giustamente tu in un tipo di ambente come il nostro siamo noi ad immetere cibo ma di contro non ci sono altri inquinanti che in natura troviamo, come ad esempio insetti che cadono e muoiono, svariati cadaveri di piccooli animali, e cose di questo tipo, oltretutto non potendo inserire microfaune plactoniche per tutta una serie di motivi, un pesce non avrebbe di che cibarsi nel lungo periodo.

Fatta questa premessa, posso ammettere che cambi annuali sono un obbietivo forse pretestuoso ma ovviamente il tutto è subordinato alla salute degli animali e all'equilibrio biochimico del sistema

biociccio 03-10-2007 20:08

Quote:

Originariamente inviata da Paolo Piccinelli

Anche se la sabbia ha gli indubbi vantaggi di cui sopra, io propendo ancora per un fondo a granulometria media per diversi motivi:

prima di tutto perchè odio esteticamente la sabbia, poi perchè il rischio di anossia con conseguenti esplosioni di ciano e altre schifezze è peggio dei nitrati alti in vasca e infine perchè una migliore circolazione di acqua e ossigeno nel fondo aiuta a decomporre meglio i residui organici (anche se non denitrifica).

Quoto e aggiungo che ho insistito sulla ghiaia grossa perchè ho notato che nei miei passati allestimenti con granulometria media planarie e copepodi avevano vita molto più lunga di adesso che ho un fondo con ghiaia fine e melanoides, forse è un caso, ma non mi dispiacerebbe avere un fondo abitato in questo modo. Ovviamente l' ideale sarebbe avere una parte superiore a grana grossa ed una sotto a grana più fine

ah, dimenticavo se a volte riesce a denitrificare anche un buon filtro all' italiana, perchè non dovrebbe farcela un fondo di ghiaia??? Come diceva luca sopra esistono anche batteri aerobi facoltativi che potrebbero aiutarci, e alla lunga gli interstizi della ghiaia vengono occupati da sudiciume/fango o no?
Sarà che io tutta sta corrente nella parte ultima del fondo non ce la vedo

bardock 04-10-2007 00:54

Quote:

Originariamente inviata da biociccio
Quote:

Originariamente inviata da Paolo Piccinelli

Anche se la sabbia ha gli indubbi vantaggi di cui sopra, io propendo ancora per un fondo a granulometria media per diversi motivi:

prima di tutto perchè odio esteticamente la sabbia, poi perchè il rischio di anossia con conseguenti esplosioni di ciano e altre schifezze è peggio dei nitrati alti in vasca e infine perchè una migliore circolazione di acqua e ossigeno nel fondo aiuta a decomporre meglio i residui organici (anche se non denitrifica).

Quoto e aggiungo che ho insistito sulla ghiaia grossa perchè ho notato che nei miei passati allestimenti con granulometria media planarie e copepodi avevano vita molto più lunga di adesso che ho un fondo con ghiaia fine e melanoides, forse è un caso, ma non mi dispiacerebbe avere un fondo abitato in questo modo. Ovviamente l' ideale sarebbe avere una parte superiore a grana grossa ed una sotto a grana più fine

ah, dimenticavo se a volte riesce a denitrificare anche un buon filtro all' italiana, perchè non dovrebbe farcela un fondo di ghiaia??? Come diceva luca sopra esistono anche batteri aerobi facoltativi che potrebbero aiutarci, e alla lunga gli interstizi della ghiaia vengono occupati da sudiciume/fango o no?
Sarà che io tutta sta corrente nella parte ultima del fondo non ce la vedo


sono ovviamente sperienze diverse che comunque aiutano a capire meglio quello di cui stiamo perlando...
Secondo la tua esperienza anche un ghiaiono di granulometria media riesce a generare zone anossiche dove possono proliferare batteri anaerobici per dare vita ad un processo denitrificante, questà è una esperienza in più :-)


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