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Ho letto tutto e devo dire che per la sicurezza, ognuno deve adeguatamente organizzarsi in base al locale in cui sarà tenuta.... invece io avrei bisogno di semplici nozioni: Quanta acqua: litri Quanto zucchero: etti o kg... sono ignorante in materia Quanto lievito: il tipo, grammi o etti... sempre ignorante in materia. Damigiana a luce o buio o indifferente?? Grazie e sperimento subito.... :-)) |
Da quanto è stato detto su questo topic e sull'altro "Tutto sulla CO2" penso di poter rispondere alle tue prime tre domande:
1. si è detto prima di mettere acqua fino ad un paio di dita sotto a dove la damigiana inizia a stringersi, quindi a occhio penso saranno circa 4 litri 2. l'esperimento è stato condotto con circa mezzo pacco di zucchero, quindi tra i 500 e 600 g (si diceva per i più prudenti di metterne meno) 3. penso che il lievito sia la solita bustina di lievito di birra liofilizzato (pare che quello fresco sia meno efficiente e duri di meno, anche se io nelle bottiglie l'ho sempre usato!) Sul fattore luce penso sia ininfluente... Tommy da quello che ho capito l'ha messa in solaio quindi penso al buio, ma la luce non credo faccia nulla ai lieviti! Certo magari non al sole prima di lessare tutto (o rischiare esplosioni da espansione di gas!)! Appena trovo la damigiana sperimento anch'io... sono dei grandissimi questi MacGiver!!!! |
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Con la seconda, vista l'assenza di schiuma nella prima, mi sono spinto qualche centimetro più in alto. Se qualcuno ha delle ipotesi su questa mancanza di schiuma, parliamone, perché io lo considero un mistero. L'unica cosa che mi viene in mente è la maggiore superficie dell'acqua, ma non ci credo nemmeno io. Quote:
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Però... mi sembra di aver letto, una volta, che i lieviti non devono stare alla luce solare diretta. Se qualcuno vuole tenere la damigiana in giardino o in terrazzo, e decidesse di fare qualche ricerca, è pregato di riportarlo qui a beneficio degli altri. |
Ok, grazie delle precisazioni Rox! Ci avevo quasi preso! Ora quando trovo la damigiana saprò anch'io esattamente cosa fare! Ah, faccio anch'io parte della minoranza che ha in casa il primo tipo di lievito... viva il risparmio! Anche se normalmente uso quello fresco perché ce l'ho sempre per la pizza... con quello in bustina non mi lievita anche se non so perché!
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i lieviti dei panetti o delle buste che si usano solitamente per i dolci o la panificazione sono del genere saccaromyches cerevisiae utilizzati anche per produrre vino e birra.
se non hai razioni utilizzando le bustine assicurati che non sia lievito chimico che hanno solo la proprietà loro di produrre CO2 gonfiando gli impasti rendendoli morbidi. L'assenza di schiuma la assocerei, sempre per esperienza nel campo enologico e birraio a un fattore. La schiuma non è altro che l'effetto della CO2 che si scioglie in acqua formando il frizzantino che porta in superficie prodotti che si trovano nel mosto anche di origine organica. Ora utilizzando solo acqua e zucchero che viene totalmente fermentato dando come prodotti finali CH3CH2OH e CO2 e non avendo altri composti che non solo i lieviti in una quantità notevole di acqua, fino a quando non saliranno in superficie i lieviti (e il cerevisiae ha questo vizietto a dispetto del carlsbegensis che sta sul fondo)non avrai formazioni di schiume. Usando colle di pesce che sono di materiale gelatinoso di origine animale avevi materiale a sufficienza per avere formazione di schiuma in una bottiglia di dimensioni ridotte quale quella della coca cola. Il buio aiuta i lieviti a fermentare perchè non si ossidano alcuni composti e enzimi adepti alla fermentazione. |
Fantastico! #25
Quindi aggiungiamo un altro vantaggio, senza Gel: l'assenza della maledetta schiuma. Chi ha seguito l'altro topic, ricorderà senz'altro quanta gente aveva chiesto spiegazioni... |
continuo a non capire la differenza rispetto al vecchio metodo acqua zucchero lievito...
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Detto in maccheronico. |
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Ma mesi e mesi di discussioni, domande, problemi vecchi e nuovi e proposte varie, emersi nell'altro topic (che ha superato i 1000 post alla XXV sezione!) hanno portato al punto in cui siamo. E' per questo che uso spesso il plurale, ("siamo", "abbiamo", le "nostre" idee). Io sono solo il terminale di un enorme lavoro di squadra. Rispetto alla tua vecchia bottiglia col gel, le differenze sono di natura tecnica, tutte nella parte realizzativa. Non c'è bisogno di rileggere tutto l'articolo, è sufficiente l'inizio, in cui scrivo: L’evoluzione di cui parliamo mette fine a tutti i problemi di cui si è discusso in questi mesi: “Hai una perdita?”, “Dove può essere?”,”Quanta colla hai messo?”, “E’ troppo caldo?”,”Metti un foglio in più.”, “No, uno in meno.” , “Mettici un pressacavo.”, “Togli il contabolle.”, ecc. ecc. Ora, grazie alla spiegazione di Daniele, sappiamo che anche la temutissima schiuma era legata alla colla di pesce: altro problema risolto. Quante volte al giorno stuzzichi la rotellina di regolazione, sul tuo deflussore? Quante bestemmie strilli per riuscire a regolarla, andando a decimi di millimetro? Quante volte hai sentito un sibilo, e sei andato nello sgabuzzino a prendere il silicone? Quante volte hai detto: "Che palle... è finita la CO2... Dove ho messo il pentolino?... Mooonicaaa! DOV'E' L'IMBUTO? E LA BILANCIA?..." Quante volte sei tornato a casa e sei andato al frigorifero, a vedere se il gel era pronto? Quante volte ci hai dato una mano, nell'altro topic, ad aiutare gente piena di problemi? Tutta quell'esperienza ci ha portato, gradualmente, a trovare metodi sempre migliori per contenere e controllare la pressione, anche per tempi molto lunghi, fino ad arrivare ai due lampi conclusivi: il tappo a scatto ed il forbox. Il mio unico merito è stato nel capire che... non serviva più la gelatina, a quel punto. Da qui, tutta la serie di vantaggi conseguenti. Le stesse soluzioni sono applicabili anche a contenitori più piccoli, se hai problemi di spazio. Esistono anche bottiglie da un litro, col tappo a scatto. Il problema è che devi ricaricarle molto più spesso. |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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