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Ildebrando wawa 16-12-2010 17:18

Scusate l'intervento da neofita in acquariofilia, ma abbastanza pratico di grafici e stime:

Oltre ad essere un 3d di approfondimento e quindi volto a comprendere meglio alcuni fenomeni, questo vorrebbe anche essere (se ho ben capito) uno studio per giungere ad una formula semi-empirica che ci dica a noi inesperti quanta luce dare alle piante. A questo proposito vorrei proporre un impegno da chi ha contribuito a questa discussione a rendere più organica l'esposizione dei risultati altrimenti si rischia che chi legge non capisca molto (per dirne una l'articolo per me più chiaro è quello postato da Federico in inglese...ma penso che l'utente medio voglia qualcosa di più terra terra). O meglio scrivere una guida all'illuminazione corretta alla luce (scusate la simil battuta pessima) dei nuovi risultati e/o ricerche. Mi permetto di fare una proposta:

- Lo spettro di cui necessitano le piante è la prima cosa da studiare, ma siccome mediamente hanno tutte le stesse richieste se ne può identificare uno per tutte le specie.
-Una volta capito lo spettro (e quindi che lampade comprare in funzione di questo) devo farmi un calcolo della potenza necessaria. Si è preso in esame il sistema W/litro e il W/mquadro ma si è arrivati alla conclusione che sono entrambi insoddisfacenti.E qui vorrei aggiungere un piccolo contributo:

Ciò che le piante si ciucciano chiaramente non è una potenza ma è energia, quindi una potenza per un tempo...e questo mi fa già pensare che il fotoperiodo dovrà necessariamente essere una variabile del conto dopo aver trovato delle qunatità su scale di tempo inferiori. La formula watt/litro è chiaramente " a braccio" ma mi sembra filosoficamente più corretta di quella in termini di superficie. Dico questo perchè se è vero che la luce si distribuisce su una superficie il fruitore è un oggetto spazialmente esteso, quindi non ha senso parlare di superfici piane, ma si dovrà tener conto dei volumi, o meglio di superfici immerse in uno spazio 3D. Non si dovrà secondo me tener conto della colonna d'acqua in una formula generica. Bisognerà invece tenere di conto dell'altezza della pianta che è l'oggetto su cui si "spalma" la luce ed eventualmente di un fattore che potremmo chiamare "di profondità" legato alla posizione in altezza che ha la pianta(tenendo così di conto che un pratino necessita di più intensità dall'alto rispetto ad una pianta con lunghi steli). In caso di mezzi torbidi potrei raccattare (e vedrò di farlo) dei dati poichè sono stati fatti studi dettagliati sulla propagazione e.m. in questi mezzi, ma in un caso genrico mi terrei sul perfettamente limpido.

Procederei nella decisione quantità di luce da dare alle piante così:
1) scelta delle piante;
2) stima superficie (diciamo un parallelepipedo senza contare la base) che occuperà la pianta adulta. Per non rendere questa cosa ridicola si può benissimo suddividere le piante in 10 categorie (alta e stretta, media e larga etc.)
3)stima dell'energia assorbita dal tipo di pianta nell'unità di tempo per unità di superficie (e qui io purtroppo non ho idea di come fare ma qualcuno sicuramente lo sa, esisteranno dei modelli in biologia e scienze naturali) pianta per pianta. Anche qui si fanno poche categorie tipo 4-5.
4)il fattore di profondità potremmo dividerlo in tre categorie (un pò brutale ma funzionale): poco < di 1 per piante alte, ca. 1 per piante medie, poco > 1 per piante basse.

Procedo così alla somma di elementi dati da: E*S*fp con E=flusso d'energia, S=superficie, fp=fattore di profondità. Così ottengo la potenza da fornire a queste piante nell'unità di tempo per fare fotosintesi ( si parla di fotosintesi vero? ora ho paura i dire bestemmie perchè non so una mazza di sta roba). A questo punto se abbiamo tenuto conto dell'energia per unità di tempo secondo un modello naturale, e se secondo natura il fotoperiodo è di otto ore a noi non resta che moltiplicare E*S*fp*1h ottenendo i W/h di cui necessitiamo sapendo che dovremo fornirli per 8h.

Bisognerebbe poi tenere di conto del diverso assorbimento che avviene in funzione della frequenza, cioè mi aspetto che l'energia assorbita per unità d superficie per unità di tempo vari in funzione della frequenza (essendo freq. = energia) in accordo col fatto che scelgo proprio uno spettro ad hoc....ma sono un pò fuso ora.

La cosa mi sembra complicata e anche un pò noiosa per l'acquariofilo medio, ma la mia impressione è stata questa: si è partiti da stime sull'illuminazione conoscendo le caratteristiche della vasca (dimensioni o litraggio) per poi passare a studiare il comportamento delle piante in risposta alla radiazione e.m. e mi sembra che le due cose non si parlino neanche per sbaglio. O si fa delle stime tenendo in conto delle dimensioni della vasca stimando una % di piante dentro e andando con i fit dei dati di Amano (che se ho ben capito è un tizio alquanto affidabile) e mi pare che sia banale ( voglio dire che la funzione che riproduce i dati sarà un polinomio o qualcosa di semplice) oppure si deve necessariamente passare a capire il comportamento dei soggetti e fare un modello incentrato su di loro. La mia proposta è chiaramente un qualcosa all'acqua di rose, ma se riterrete che possa essere produttivo ci lavorerò un pò su nel tempo libero come ho fatto oggi.

Ciao ciao-28-28-28-28

sk@walker 22-11-2011 00:00

Riprendo questo "antico" 3d che lo trovo interessante. Spero di non venir fustigato in pubblica piazza #12.

Mi sfugge una cosa, per quale motivo non si puo usare una misura in Watt/centimetro considerando la clonna d'acqua come ipotizzato da Ildebrando.
Senza arrivare a calcoli come derivate, integrali, limiti e studi di funzione, i Watt/Litro come i Watt/mq li trovo più a spanne rispetto ad un Watt/cm, anche tralasciando eventuali spettri delle lampade che nei pochi centimetri d'acqua di un acquario dovrebbero essere, a quanto ho letto, trascurabili almeno per le frequenze di cui hanno bisogno le piante

Dove ci sono i maggiori problemi di sviluppo di una pianta? Credo in prossimità del fondo, quindi mi verrebbe da pensare che quello che influisce, ombre a parte, è la quantità di "fotoni" che arriva li dopo aver passato un certo quantitativo di fluido.

In una vasca alta 40 cm, le lampade saranno più vicine al fondo del 25% rispetto ad una vasca alta 50 cm e si può ipotizzare che le piante ricevono un tot% in più di fotoni indipendentemente dai litri totali della vasca o dalla supeficie della stessa. Se si prendesse in considerazione il cono di luce, più vicina e la fonte luminosa, più concentrato sarà il fascio luminoso che arriva sul fondo, e anche in questo caso si parla di distanza e non di volumi o superfici.
A mio parere tra W/l, W/mq e W/cm, quella che può approssimare meglio è la terza, ripeto, senza aver la necessità di lauree in Matematica, Fisica e Biologia.

O no?

Freezer2k 11-12-2011 19:38

La cosa ideale sarebbe calcolarla in Lux e non in Watt.

Spartan 01-10-2017 21:23

Visto che in questo post si parla di illuminazione LED, ho pensato di chiedere direttamente il vostro parere riguardo i LED Multilux che usa la Juwel.
Ho appena avviato un Rio 240 e i LED con cui è equipaggiato sono 2 da 29 watt l'uno.
Uno è il così detto "Nature" con colori più caldi (6500° K) mentre l'altro è il "Day" che ha una luce più fredda (9000° K).
Quello che però più che altro mi preoccupa è lo spettro d'emissione #24
Entrambi i tubi di LED hanno un grande picco attorno ai 440 nm, quindi nella zona blu, questo non rischia di favorire le alghe? #24

Qui di seguito i 2 link dei rispettivi led, dove c'è anche lo spettro:

https://www.juwel-aquarium.de/en/Pro...Tubes/LED-DAY/

https://www.juwel-aquarium.de/en/Pro...es/LED-NATURE/


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