qbacce chiedi che ti sarà dato :-D... questo non è farina del mio sacco: Questo processo viene studiato da parecchi anni in quanto non si è ancora riusciti ad isolare i batteri responsabili: alcuni studiosi ritengono che tra questi batteri il più importante sia Acinetobacter Species. Questo batterio è molto diffuso sia sul terreno che nell’acqua ed è stato isolato in fanghi attivi di depuratori con o senza defosfatazione. Sono batteri aerobi obbligati: quasi tutti i ceppi di Acinetobacter possono crescere su pochissimo substrato con una fonte di carbonio organico come acetato, lattato, etanolo ecc. Essi inoltre hanno la capacità di sintetizzare Poly-b-hydrossybutirrato (PHB), come materiale di riserva. Altri ceppi batterici, scoperti in seguito, in grado di assimilare fosforo sono: Pseudomonas vescicularis, Klebsiella pneumoniae, Streptococcus faecalis, Aeromonas hydrophila ecc. Con le stesse capacità abbiamo anche i seguenti batteri filamentosi: Microthrix e Nocardia. Al loro interno sono infatti evidenti granuli di volutina, una sostanza di riserva sintetizzata a partire dal fosforo.
Per convenzione ci si riferisce a tutte queste specie batteriche con il termine di batteri Poly - P non specificando il genere di appartenenza ma evidenziando solo la funzione metabolica.
In un impianto a fanghi attivi convenzionale, che non sia stato progettato per ottenere la rimozione biologica del fosforo, i batteri utilizzano solo i fosfati necessari per le loro esigenze metaboliche. Negli impianti progettati per la rimozione biologica del fosforo, viene favorito l’instaurarsi di un ambiente idoneo per la proliferazione dei batteri capaci di accumulare fosforo in eccesso rispetto alle normali esigenze metaboliche: l’alternanza di fasi aerobiche e anaerobiche è la condizione senza la quale non si ottiene la popolazione di batteri Poly - P. I batteri fosforo accumulanti utilizzano, come substrati per la crescita, molecole metaboliche a basso peso molecolare (etanolo, succinato, acetato) e quindi non sono presenti di solito in sistemi esclusivamente aerobici: qui infatti prevalgono quelle specie batteriche meno selettive verso il substrato disponibile. Questa specie batterica si forma invece quando c’è alternanza di fasi aerobiche e anaerobiche. In condizioni anaerobiche i batteri fosforo accumulanti sono in grado, a differenza delle altre specie aerobiche, di idrolizzare i polifosfati in essi contenuti, liberando ortofosfato (PO4 in soluzione) e utilizzando l’energia messa in gioco dall’idrolisi per assorbire e accumulare il substrato (BOD) sotto forma di poly-b-idrossibutirrato (PHB).
Nella zona aerobica i batteri fosforo accumulanti utilizzano il PHB, cioè il materiale di riserva, sintetizzato durante la permanenza nella zona anaerobica: non entrano così in competizione con le altre specie batteriche per la cattura del substrato esterno. Durante la crescita nella zona aerobica sottraggono dal mezzo liquido il fosforo ricostruendo così all’interno delle cellule, le catene di polifosfati che sono la riserva di energia per i batteri. Il processo di assimilazione del fosforo avviene quindi in due fasi (vedi fig.1).
Perché il processo avvenga nel modo più efficace possibile, è importante che nella zona anaerobica non siano presenti concentrazioni significative di ossigeno o nitrati che potrebbero consentire a molti microrganismi di avviare processi aerobici o anossici, in competizione con i batteri poly-P per l’assunzione del substrato. La biomassa eterotrofa non è completamente inattiva nella zona anaerobica ma anzi svolge un ruolo utile per la sopravvivenza dei batteri poly-P: alcune specie batteriche, non trovando nel mezzo esterno un accettore di elettroni (ossigeno o nitrati), operano una parziale demolizione delle molecole organiche costituenti il substrato carbonioso solubile. In questo modo aumentano il substrato carbonioso a disposizione dei batteri poly-P favorendo il loro metabolismo. Il tempo di ritenzione nella vasca anaerobica deve essere calcolato tenendo presente i due momenti principali del processo: la demolizione delle molecole organiche complesse da parte della biomassa eterotrofa e la cattura dei prodotti della demolizione da parte dei batteri poly-P. Il tempo di ritenzione non deve comunque essere nemmeno troppo lungo in quanto si determinerebbe un rilascio secondario del fosfato cioè di quel fosfato non legato a scambio energetico e quindi non più riassunto in seguito. ti piace il magenta ?
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