AcquaPortal Forum Acquario Dolce e Acquario Marino

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rip 19-02-2009 17:12

L'esempio più lampante è quello delle alghe nori. Sono comparse sul mercato acquariofilo a cifre folli, poi si sono incominciate a comprare nei negozi cinesi o in quelli macrobiotici a cifre nettamente inferiori. La verità è che quando si tratta di hobby c'è molta speculazione

Ciao

Davide

Quote:

Originariamente inviata da s_cocis
Geppy, tutte parole sante quelle che dici, ma però vale per ogni settore, non solo quello acquariofilo.

io sono il primo a chiamare alcuni accessori "Pezzi di Plastica" ( a volte affettuosamente ), mi accordo però che a volte basta andare al castorama/leroy merlen o posti simili per trovare alcuni pezzi ad un prezzo nettamente inferiore.....forse proprio perchè non si parla di acquari lì ?
forse si pensa che chi ha un acquario marino abbia molti soldi ?

purtroppo vedo il negoziante in mezzo a due fuochi e la vedo dura uscirne incolume.


rip 19-02-2009 17:12

L'esempio più lampante è quello delle alghe nori. Sono comparse sul mercato acquariofilo a cifre folli, poi si sono incominciate a comprare nei negozi cinesi o in quelli macrobiotici a cifre nettamente inferiori. La verità è che quando si tratta di hobby c'è molta speculazione

Ciao

Davide

Quote:

Originariamente inviata da s_cocis
Geppy, tutte parole sante quelle che dici, ma però vale per ogni settore, non solo quello acquariofilo.

io sono il primo a chiamare alcuni accessori "Pezzi di Plastica" ( a volte affettuosamente ), mi accordo però che a volte basta andare al castorama/leroy merlen o posti simili per trovare alcuni pezzi ad un prezzo nettamente inferiore.....forse proprio perchè non si parla di acquari lì ?
forse si pensa che chi ha un acquario marino abbia molti soldi ?

purtroppo vedo il negoziante in mezzo a due fuochi e la vedo dura uscirne incolume.


tenkan 19-02-2009 17:45

Quote:

Originariamente inviata da rip
L'esempio più lampante è quello delle alghe nori. Sono comparse sul mercato acquariofilo a cifre folli, poi si sono incominciate a comprare nei negozi cinesi o in quelli macrobiotici a cifre nettamente inferiori.

Esselunga :-)

tenkan 19-02-2009 17:45

Quote:

Originariamente inviata da rip
L'esempio più lampante è quello delle alghe nori. Sono comparse sul mercato acquariofilo a cifre folli, poi si sono incominciate a comprare nei negozi cinesi o in quelli macrobiotici a cifre nettamente inferiori.

Esselunga :-)

geronte 19-02-2009 18:02

LLorenzo, scusami ma hai le idee parecchio confuse. Per le spese di rappresentanza parliamo di deducibilità iva e cmq rientra nella categoria come "costi aziendali". Sono interamente deducibili le spese per la pubblicità.

Purtroppo, egoisticamente, stai vedendo solo il tuo lato (ovviamente sei in buona fede). Una volta ragionavo anche io così, ma mi sono dovuto ricredere. Sono dal 2006 in questo settore come azienda, e credimi ho dovuto darmi da fare parecchio per "creare" la REEFLINE e capire bene questo mercato.

Prima hai citato il Rossi, ( Titolare di Aquarialand ) e presumo che tu conosca bene il suo "deposito" e quante persone lavorano al suo interno. Prova a fare un paio di conti di stipendi, affitto dei locali, provvigioni ai rappresentanti, ammortamenti, spedizioni, imballi ecc tutte voci che si riversano sui "prodotti" che distribuisce con un'incidenza "pesante" perchè vende prodotti per acquari e non detersivi o saponi. Secondo te qual è il rapporto tra saponi e prodotti per acquari?? forse 1000:1!!! prova a riflettere sul mercato e sui suoi numeri........

Risposta per i Lumenarc. I LA3 costano 150 USD in America circa 120 € ai quali va sommato il trasporto e dazio il trasporto incide circa 15#17 € a pezzo (riferito ogni 12 pz) ed il dazio è del 3,7% (cod TARIC 9405401000) quindi per eccesso 137+3,7%= 142,07 € + ecocontributo RAEE 0,60 al kg = 142,69 + iva = 171,23. In Europa viene venduto a 219,00 €. Esiste un agente Europeo che li ripartisce ai distributori nazionali che a loro volta li vendono ai loro clienti negozianti.
Non so chi abbia delle esperienze con il mercato americano, ma vi sottolineo che la politica dei margini in America è molto ridotto perchè c'è un mercato 10 volte superiore al nostro e la pressione fiscale è limitata.

Contribuisco con due numeri di vendita per l'anno 2008:
LumenArc 3 49x49 pezzi venduti n° 44
LumenArc 3 mini pezzi venduti n° 26

Spero che accetti la mia critica nei tuoi confronti solo a scopo costruttivo per farti capire che bisogna un pochino sfatare il mito che in questo settore, soprattutto negli ultimi anni, ci sono enormi marginalità.

geronte 19-02-2009 18:02

LLorenzo, scusami ma hai le idee parecchio confuse. Per le spese di rappresentanza parliamo di deducibilità iva e cmq rientra nella categoria come "costi aziendali". Sono interamente deducibili le spese per la pubblicità.

Purtroppo, egoisticamente, stai vedendo solo il tuo lato (ovviamente sei in buona fede). Una volta ragionavo anche io così, ma mi sono dovuto ricredere. Sono dal 2006 in questo settore come azienda, e credimi ho dovuto darmi da fare parecchio per "creare" la REEFLINE e capire bene questo mercato.

Prima hai citato il Rossi, ( Titolare di Aquarialand ) e presumo che tu conosca bene il suo "deposito" e quante persone lavorano al suo interno. Prova a fare un paio di conti di stipendi, affitto dei locali, provvigioni ai rappresentanti, ammortamenti, spedizioni, imballi ecc tutte voci che si riversano sui "prodotti" che distribuisce con un'incidenza "pesante" perchè vende prodotti per acquari e non detersivi o saponi. Secondo te qual è il rapporto tra saponi e prodotti per acquari?? forse 1000:1!!! prova a riflettere sul mercato e sui suoi numeri........

Risposta per i Lumenarc. I LA3 costano 150 USD in America circa 120 € ai quali va sommato il trasporto e dazio il trasporto incide circa 15#17 € a pezzo (riferito ogni 12 pz) ed il dazio è del 3,7% (cod TARIC 9405401000) quindi per eccesso 137+3,7%= 142,07 € + ecocontributo RAEE 0,60 al kg = 142,69 + iva = 171,23. In Europa viene venduto a 219,00 €. Esiste un agente Europeo che li ripartisce ai distributori nazionali che a loro volta li vendono ai loro clienti negozianti.
Non so chi abbia delle esperienze con il mercato americano, ma vi sottolineo che la politica dei margini in America è molto ridotto perchè c'è un mercato 10 volte superiore al nostro e la pressione fiscale è limitata.

Contribuisco con due numeri di vendita per l'anno 2008:
LumenArc 3 49x49 pezzi venduti n° 44
LumenArc 3 mini pezzi venduti n° 26

Spero che accetti la mia critica nei tuoi confronti solo a scopo costruttivo per farti capire che bisogna un pochino sfatare il mito che in questo settore, soprattutto negli ultimi anni, ci sono enormi marginalità.

geronte 19-02-2009 18:21

Quote:

Originariamente inviata da giangi1970
Mi sembra difficile che il tutto sia riconducibile(prendo ad esempio cose come i Lumenarc che a preso LLorenzo o le tante Vortech prese in America a meta' prezzo SOLO come esempio) solo alla pressione fiscale dell'Italia......

Ciao giangi1970 ;-) , sicuramente Gianni ti avrà spiegato un pò in generale. Per i Lumenarc leggi il post precedente per quanto riguarda le Vortech il prezzo di listino in America è di 420 USD fai i tuoi calcoli e vedrai che costano anche meno qui in Italia, attualmente costano 399 rispetto ai 425 dello scorso anno ( Abbiamo lottato parecchio per far abbassare il prezzo, anche se nessuno lo ha notato....). Poi trovi anche in America il furbo che fa le sue aste e "svende" il prodotto per non averlo in casa, e piuttosto che niente anche 15 USD vanno bene...... questa è una politica distruttiva (qualcuno la applica pure in Italia e non so come facciano con gli studi di settore.....) che porta esclusivamente all'abbandono del prodotto in quanto più nessuno vorrà più il medesimo prodotto perchè non c'è un margine di guadagno soddisfacente per i propri costi ed utili di attività.

geronte 19-02-2009 18:21

Quote:

Originariamente inviata da giangi1970
Mi sembra difficile che il tutto sia riconducibile(prendo ad esempio cose come i Lumenarc che a preso LLorenzo o le tante Vortech prese in America a meta' prezzo SOLO come esempio) solo alla pressione fiscale dell'Italia......

Ciao giangi1970 ;-) , sicuramente Gianni ti avrà spiegato un pò in generale. Per i Lumenarc leggi il post precedente per quanto riguarda le Vortech il prezzo di listino in America è di 420 USD fai i tuoi calcoli e vedrai che costano anche meno qui in Italia, attualmente costano 399 rispetto ai 425 dello scorso anno ( Abbiamo lottato parecchio per far abbassare il prezzo, anche se nessuno lo ha notato....). Poi trovi anche in America il furbo che fa le sue aste e "svende" il prodotto per non averlo in casa, e piuttosto che niente anche 15 USD vanno bene...... questa è una politica distruttiva (qualcuno la applica pure in Italia e non so come facciano con gli studi di settore.....) che porta esclusivamente all'abbandono del prodotto in quanto più nessuno vorrà più il medesimo prodotto perchè non c'è un margine di guadagno soddisfacente per i propri costi ed utili di attività.

giangi1970 19-02-2009 18:51

geronte, Ok ora e' chiaro........

giangi1970 19-02-2009 18:51

geronte, Ok ora e' chiaro........

Geppy 19-02-2009 19:32

Quote:

["giangi1970"]
Quindi un'imposizione c'e'.....diciamo "velata"........
Non è un'imposizione ma una necessità: gli studi di settore sono uno strumento per il fisco e ti impongono un minimo di utile in funzione dell'attività che svolgi. Francamente lo trovo assurdo ma c'è e ti obbliga a calcolare dei margini minimi al di sotto dei quali non puoi andare.
Ma qui entriamo in un discorso politico che ha poco a che vedere col succo del nostro discorso.
Diciamo che, invece, il prezzo al pubblico è vietato per normativa europea visto che c'è il libero commercio ma è anche vero che c'è un prezzo minimo di vendita da parte del produttore/importatore/distributore e questo, assieme agli altri parametri, fa il prezzo al pubblico. Purtroppo grazie alla mancanza di cultura della maggior parte dei negozianti italiani (parlo in generale e non solo del nostro settore) spesso ci sono (come già accennato da qualcuno) quelli che credono di essere furbi abbassando il prezzo al di sotto della soglia minima. Questo rovina solo il mercato perchè chi è onesto o semplicemente saggio, non tratterà più quel prodotto e l'utente potrebbe non riuscire più a reperirlo.
Secondo me sarebbe importantissimo, invece di cercare il prezzo più basso ad ogni costo (che alla lunga è un falso risparmio), cercare un giusto rapporto servizio/prezzo.

Quote:

Oppure fai un poderoso lavoro di marketing e fai in modo che il pubblico "veda" il tuo prodotto posizionato in una fascia di prezzo più alta e quindi sia disponibile a spendere più della media pur di possedere quell’oggetto.
E non stiamo parlando di prestazioni ma di materiali e lavorazioni.
Quote:

Questo mi ha dato da pensare..........vorrebbe dire che materiali di altissima (si spera) qualita' non sempre va a braccetto con le prestazioni????
Certo: le prestazioni le fa il progetto i materiali fanno la qualità. Un prodotto realizzato con materiali pregiatissimi può essere mal progettato così come uno realizzato con materiali scadenti può essere ben progettato e performante. Nel nostro settore esistono tanti esempi sia dell'uno che dell'atro caso.
Diciamo che, invece, una cosa certa è che a materiali pregiati e lavorazioni sofisticate corrisponde sempre un alto costo mentre a materiali scadenti e lavorazioni semplici corrisponde sempre un basso costo.
Attenzione: ho detto costo, non prezzo di vendita...
Questo a prescindere, come già detto, dalle prestazioni.
geppy

Geppy 19-02-2009 19:32

Quote:

["giangi1970"]
Quindi un'imposizione c'e'.....diciamo "velata"........
Non è un'imposizione ma una necessità: gli studi di settore sono uno strumento per il fisco e ti impongono un minimo di utile in funzione dell'attività che svolgi. Francamente lo trovo assurdo ma c'è e ti obbliga a calcolare dei margini minimi al di sotto dei quali non puoi andare.
Ma qui entriamo in un discorso politico che ha poco a che vedere col succo del nostro discorso.
Diciamo che, invece, il prezzo al pubblico è vietato per normativa europea visto che c'è il libero commercio ma è anche vero che c'è un prezzo minimo di vendita da parte del produttore/importatore/distributore e questo, assieme agli altri parametri, fa il prezzo al pubblico. Purtroppo grazie alla mancanza di cultura della maggior parte dei negozianti italiani (parlo in generale e non solo del nostro settore) spesso ci sono (come già accennato da qualcuno) quelli che credono di essere furbi abbassando il prezzo al di sotto della soglia minima. Questo rovina solo il mercato perchè chi è onesto o semplicemente saggio, non tratterà più quel prodotto e l'utente potrebbe non riuscire più a reperirlo.
Secondo me sarebbe importantissimo, invece di cercare il prezzo più basso ad ogni costo (che alla lunga è un falso risparmio), cercare un giusto rapporto servizio/prezzo.

Quote:

Oppure fai un poderoso lavoro di marketing e fai in modo che il pubblico "veda" il tuo prodotto posizionato in una fascia di prezzo più alta e quindi sia disponibile a spendere più della media pur di possedere quell’oggetto.
E non stiamo parlando di prestazioni ma di materiali e lavorazioni.
Quote:

Questo mi ha dato da pensare..........vorrebbe dire che materiali di altissima (si spera) qualita' non sempre va a braccetto con le prestazioni????
Certo: le prestazioni le fa il progetto i materiali fanno la qualità. Un prodotto realizzato con materiali pregiatissimi può essere mal progettato così come uno realizzato con materiali scadenti può essere ben progettato e performante. Nel nostro settore esistono tanti esempi sia dell'uno che dell'atro caso.
Diciamo che, invece, una cosa certa è che a materiali pregiati e lavorazioni sofisticate corrisponde sempre un alto costo mentre a materiali scadenti e lavorazioni semplici corrisponde sempre un basso costo.
Attenzione: ho detto costo, non prezzo di vendita...
Questo a prescindere, come già detto, dalle prestazioni.
geppy

Marco AP 20-02-2009 01:25

Mi fa molto piacere che alcuni operatori siano intervenuti. Se qualche altra azienda o negoziante vuole intervenire, è il benvenuto.

Tornando al discorso, cito questa frase di geronte.

Quote:

ma vi sottolineo che la politica dei margini in America è molto ridotto perchè c'è un mercato 10 volte superiore al nostro e la pressione fiscale è limitata.
Questo è anche un fattore non da trascurare. La pressione fiscale in Italia è altissima rispetto a molti altri paesi industrializzati. Non pensate che se un negoziante che paga un prodotto 50 Euro e lo rivende a 100 Euro, il negoziante ha guadagnato 50 Euro puliti... magari così fosse. A quei 50 euro vanno tolte le tasse e raramente sono al di sotto del 50%... Restano quindi 25 euro, ma a questi vanno tolti i costi della gestione di un negozio, di un magazzino, di un dipendente ecc. ecc. Alla fine se restano 15 euro puliti è un miracolo. Questo naturalmente vale per tutti i settori. Queste sono cose che chi non ha mai avuto un'attività di commercio difficilmente sa o difficilmente riesce a capire. Capita spesso, inoltre, che uno apre una nuova attività... vede che rientrano una discreta quantità di soldi e si dà alla bella vita... ma non sa che quei soldi, poi a Giugno, la metà andranno allo stato. E quando poi il commercialista gli dice che ci sono da pagare 20#30 mila euro di tasse... questo si strappa i capelli perchè quei soldi li aveva spesi tutti o li aveva investiti in malo modo. Quanta gente conosco, anche al di fuori di questo settore, che hanno aperto la propria attività e che dopo il primo euforico anno, il secondo chiudevano o fallivano perchè non avevano i soldi per pagare le tasse...
Questo discorso per farvi capire che non è tutto oro quello che luccica e che non è così semplice far quadrare i conti e che, ricollegandomi al discorso del mio precendete post, non bisogna adagiarsi sugli allori, ma sempre e cmq farsi il mazzo.
Se quindi in Italia c'è questa sensazione, che i negozianti fanno la cresta sul povero malcapitato cliente, non è così... la cresta semmai la fa lo stato e la burocrazia assurda che c'è in italia... ma se noi compriamo all'estero e diamo i nostri soldi all'estero, non facciamo altro che peggiorare la situazione e dimnuire il benessere di tutti, compreso di colui che ha risparmiato 5, 10 o 50 euro.
Naturalmente il discorso della globalizzazione è un bellissimo discorso ed è una bella cosa, ma in questo momento di crisi generale, io penserei prima ad aiutare noi stessi... e un domani, quando questa crisi, si spera, sarà passata, ci sarà modo di intraprendere nuovamente la strada per la globalizzazione.

Ciao ;-)

Marco AP 20-02-2009 01:25

Mi fa molto piacere che alcuni operatori siano intervenuti. Se qualche altra azienda o negoziante vuole intervenire, è il benvenuto.

Tornando al discorso, cito questa frase di geronte.

Quote:

ma vi sottolineo che la politica dei margini in America è molto ridotto perchè c'è un mercato 10 volte superiore al nostro e la pressione fiscale è limitata.
Questo è anche un fattore non da trascurare. La pressione fiscale in Italia è altissima rispetto a molti altri paesi industrializzati. Non pensate che se un negoziante che paga un prodotto 50 Euro e lo rivende a 100 Euro, il negoziante ha guadagnato 50 Euro puliti... magari così fosse. A quei 50 euro vanno tolte le tasse e raramente sono al di sotto del 50%... Restano quindi 25 euro, ma a questi vanno tolti i costi della gestione di un negozio, di un magazzino, di un dipendente ecc. ecc. Alla fine se restano 15 euro puliti è un miracolo. Questo naturalmente vale per tutti i settori. Queste sono cose che chi non ha mai avuto un'attività di commercio difficilmente sa o difficilmente riesce a capire. Capita spesso, inoltre, che uno apre una nuova attività... vede che rientrano una discreta quantità di soldi e si dà alla bella vita... ma non sa che quei soldi, poi a Giugno, la metà andranno allo stato. E quando poi il commercialista gli dice che ci sono da pagare 20#30 mila euro di tasse... questo si strappa i capelli perchè quei soldi li aveva spesi tutti o li aveva investiti in malo modo. Quanta gente conosco, anche al di fuori di questo settore, che hanno aperto la propria attività e che dopo il primo euforico anno, il secondo chiudevano o fallivano perchè non avevano i soldi per pagare le tasse...
Questo discorso per farvi capire che non è tutto oro quello che luccica e che non è così semplice far quadrare i conti e che, ricollegandomi al discorso del mio precendete post, non bisogna adagiarsi sugli allori, ma sempre e cmq farsi il mazzo.
Se quindi in Italia c'è questa sensazione, che i negozianti fanno la cresta sul povero malcapitato cliente, non è così... la cresta semmai la fa lo stato e la burocrazia assurda che c'è in italia... ma se noi compriamo all'estero e diamo i nostri soldi all'estero, non facciamo altro che peggiorare la situazione e dimnuire il benessere di tutti, compreso di colui che ha risparmiato 5, 10 o 50 euro.
Naturalmente il discorso della globalizzazione è un bellissimo discorso ed è una bella cosa, ma in questo momento di crisi generale, io penserei prima ad aiutare noi stessi... e un domani, quando questa crisi, si spera, sarà passata, ci sarà modo di intraprendere nuovamente la strada per la globalizzazione.

Ciao ;-)

geronte 20-02-2009 10:28

Ciao Marco una piccola precisazione, se un commerciante acquista a 50 e vende a 100 ai cento devi togliere l'iva che grava prettamente sul consumatore finale, quindi diventa 83. Il margine sul prodotto risulterebbe di 33. A questi vanno tolte le spese di gestione e tasse. Quindi se alla fine ci guadagna 18-20 è stato bravo.

Ciao

geronte 20-02-2009 10:28

Ciao Marco una piccola precisazione, se un commerciante acquista a 50 e vende a 100 ai cento devi togliere l'iva che grava prettamente sul consumatore finale, quindi diventa 83. Il margine sul prodotto risulterebbe di 33. A questi vanno tolte le spese di gestione e tasse. Quindi se alla fine ci guadagna 18-20 è stato bravo.

Ciao

tenkan 20-02-2009 10:59

- ed il costo finanziario di un prodotto che sta a magazzino del tempo prima della vendita
- ed il tasso di mortalità del vivo
- e gli insoluti
- eccetera eccetera eccetera

come già detto e ribadito da Marco sulla mortalità dei neo-imprenditori del secondo anno, se la gente si facesse dei seri e dettagliati business plan, supportati da commercialisti competenti, eviterebbe danni a se ed al mercato. Rinunciando ad aprire oppure facendolo con cognizione di causa e magaro POI farci anche dei soldi.

tenkan 20-02-2009 10:59

- ed il costo finanziario di un prodotto che sta a magazzino del tempo prima della vendita
- ed il tasso di mortalità del vivo
- e gli insoluti
- eccetera eccetera eccetera

come già detto e ribadito da Marco sulla mortalità dei neo-imprenditori del secondo anno, se la gente si facesse dei seri e dettagliati business plan, supportati da commercialisti competenti, eviterebbe danni a se ed al mercato. Rinunciando ad aprire oppure facendolo con cognizione di causa e magaro POI farci anche dei soldi.

SJoplin 20-02-2009 12:24

condivido al 90% gli interventi fatti da fabbricanti e/o distributori dei prodotti, ma un po' meno il discorso degli studi di settore. il concetto andrebbe sviluppato un po' meglio, se non altro per far capire a chi non è ferrato in contabilità cosa significhi avere una "marginalità non inferiore a".

in parole povere, non è che si possa tradurre in: compro una cosa a 100 e non la posso vendere a meno di 130 perchè lo Stato mi impone di avere una marginalità minima del 30%. occorre ragionare in termini di risultato d'esercizio e quindi un valore medio ricavato dall'attività dell'azienda. potrebbe forse funzionare nel caso in un'azienda monoprodotto, ma è un concetto da valutare in termini di bilancio, con tutti gli annessi e connessi. per farla breve, a mio avviso, non è quello il motivo per cui i prezzi dei prodotti non possono scendere. penso sia pure sbagliato lasciare intendere che il prezzo del prodotto derivi da una logica di mark-up. sono veramente poche le aziende che operano in tal senso.

riguardo al mio intervento precedente:

- non sparo nel mucchio, dicendo che tutti i negozianti son ladroni, per carità.
ho avuto le mie brutte esperienze, come tantissimi altri, qua, ma ho trovato pure qualche negozio preparato al quale sono più che disposto a corrispondere un giusto guadagno. sono consapevole che in un negozio di pesci, spesso e volentieri si passano delle giornate senza che entri un cliente, mentre le spese ci sono sempre, tutti i giorni. non potrò mai dimenticarmi però, un negozio che agli inizi mi ha incxxxto 16 euro per 6,5 litri d'acqua salata, o un altro che badava solo a rifilarmi boccettine per sistemare una situazione che non era sistemabile, o un altro che vendeva una roccetta di xenia a... 100 euro. vabbè, qui mi fermo perchè mi rendo conto che andrei completamente fuori argomento. la cosa che mi dà fastidio è che QUALCHE negoziante è riuscito a rovinare quest'hobby, per quell'unico grasso affare che ha portato il cliente a credere che l'acquariofilia marina sia troppo difficile o troppo costosa per le sue tasche. e qui potrei portare decine di testimonianze che non provengono dal forum, ma da quel rimanente 93% che si affida ai canali tradizionali. ma non credo di dire nulla di nuovo... voglio solo ricordarlo bene.

- sul discorso prezzi italiani dei prodotti cinesi, ci stendo veramente un velo pietoso, sopra. sono convinto che il mercato saprà perfettamente come regolarsi.

ritornando un attimo al topic, se volessimo raccogliere l'inno patriottico di Marco AP, cosa dovremmo fare?

contattare distributori o produttori nazionali presentandoci con una richiesta di 'x' pezzi? non credo ci darebbero seguito, perchè per loro, significherebbe alterare degli accordi commerciali con i loro rivenditori, e mi sembra più che giusto, che non lo facciano. e qui si spiega perchè se ci si rivolge, chessò, al distributore tedesco, al quale poco importa di ciò che succederà qua. sintetizzando, non penso sia possibile ragionare in termini di gruppo d'acquisto su base nazionale, come non penso che quelle poche occasioni di acquisto all'estero che ci son state, possano rappresentare un problema per l'economia del nostro paese.

SJoplin 20-02-2009 12:24

condivido al 90% gli interventi fatti da fabbricanti e/o distributori dei prodotti, ma un po' meno il discorso degli studi di settore. il concetto andrebbe sviluppato un po' meglio, se non altro per far capire a chi non è ferrato in contabilità cosa significhi avere una "marginalità non inferiore a".

in parole povere, non è che si possa tradurre in: compro una cosa a 100 e non la posso vendere a meno di 130 perchè lo Stato mi impone di avere una marginalità minima del 30%. occorre ragionare in termini di risultato d'esercizio e quindi un valore medio ricavato dall'attività dell'azienda. potrebbe forse funzionare nel caso in un'azienda monoprodotto, ma è un concetto da valutare in termini di bilancio, con tutti gli annessi e connessi. per farla breve, a mio avviso, non è quello il motivo per cui i prezzi dei prodotti non possono scendere. penso sia pure sbagliato lasciare intendere che il prezzo del prodotto derivi da una logica di mark-up. sono veramente poche le aziende che operano in tal senso.

riguardo al mio intervento precedente:

- non sparo nel mucchio, dicendo che tutti i negozianti son ladroni, per carità.
ho avuto le mie brutte esperienze, come tantissimi altri, qua, ma ho trovato pure qualche negozio preparato al quale sono più che disposto a corrispondere un giusto guadagno. sono consapevole che in un negozio di pesci, spesso e volentieri si passano delle giornate senza che entri un cliente, mentre le spese ci sono sempre, tutti i giorni. non potrò mai dimenticarmi però, un negozio che agli inizi mi ha incxxxto 16 euro per 6,5 litri d'acqua salata, o un altro che badava solo a rifilarmi boccettine per sistemare una situazione che non era sistemabile, o un altro che vendeva una roccetta di xenia a... 100 euro. vabbè, qui mi fermo perchè mi rendo conto che andrei completamente fuori argomento. la cosa che mi dà fastidio è che QUALCHE negoziante è riuscito a rovinare quest'hobby, per quell'unico grasso affare che ha portato il cliente a credere che l'acquariofilia marina sia troppo difficile o troppo costosa per le sue tasche. e qui potrei portare decine di testimonianze che non provengono dal forum, ma da quel rimanente 93% che si affida ai canali tradizionali. ma non credo di dire nulla di nuovo... voglio solo ricordarlo bene.

- sul discorso prezzi italiani dei prodotti cinesi, ci stendo veramente un velo pietoso, sopra. sono convinto che il mercato saprà perfettamente come regolarsi.

ritornando un attimo al topic, se volessimo raccogliere l'inno patriottico di Marco AP, cosa dovremmo fare?

contattare distributori o produttori nazionali presentandoci con una richiesta di 'x' pezzi? non credo ci darebbero seguito, perchè per loro, significherebbe alterare degli accordi commerciali con i loro rivenditori, e mi sembra più che giusto, che non lo facciano. e qui si spiega perchè se ci si rivolge, chessò, al distributore tedesco, al quale poco importa di ciò che succederà qua. sintetizzando, non penso sia possibile ragionare in termini di gruppo d'acquisto su base nazionale, come non penso che quelle poche occasioni di acquisto all'estero che ci son state, possano rappresentare un problema per l'economia del nostro paese.

GROSTIK 20-02-2009 12:53

Una discussione molto interessante #36# e come dice Marco AP, è positivo che i negozianti siano presenti con le loro spiegazioni .....
l'unica cosa è che tornando al titolo del post, il nazionalismo passa in secondo piano quando uno può risparmiare ;-)
con questo non voglio far polemica con gli operatori del settore nazionale ma parlo da cliente semplice (che non vuole fare i conti in tasca a nessuno ma solo a se stesso) che cerca di risparmiare il + possibile non solo in termine assoluto ma rapporto qualità/prezzo IHMO
:-))

GROSTIK 20-02-2009 12:53

Una discussione molto interessante #36# e come dice Marco AP, è positivo che i negozianti siano presenti con le loro spiegazioni .....
l'unica cosa è che tornando al titolo del post, il nazionalismo passa in secondo piano quando uno può risparmiare ;-)
con questo non voglio far polemica con gli operatori del settore nazionale ma parlo da cliente semplice (che non vuole fare i conti in tasca a nessuno ma solo a se stesso) che cerca di risparmiare il + possibile non solo in termine assoluto ma rapporto qualità/prezzo IHMO
:-))

Marco AP 20-02-2009 13:20

Quote:

ritornando un attimo al topic, se volessimo raccogliere l'inno patriottico di Marco AP, cosa dovremmo fare?

contattare distributori o produttori nazionali presentandoci con una richiesta di 'x' pezzi?
No e ti sei risposto da solo ;-) Secondo me basta rivolgersi al negoziante giusto e a mio avviso si trova una soluzione che permette un risparmio a voi e cmq un margine di guadagno al negoziante.
In questi giorni mi hanno chiamato un paio di negozianti, in riferimento a questo topic e io personalmente gli ho chiesto se ho detto una stupidaggine o meno e loro tranquillamente mi hanno detto che se ci si presenta da loro che hanno lo stesso prodotto che si può trovare all'estero, che costa meno, pur di non perdere la clientela e anche un minimo guadagno, vi viene incontro. E' questo che voglio dire ed è da questo che siamo partiti. Provate a sentire anche un negozio italiano prima di rivolgervi al'estero. Siate schietti, dite che in germania o altrove lo pagate tot (con fattura proforma alla mano... altrimenti poi qualcuno potrebbe non crederci) e vedete cosa può farvi lui. Se anche vi dice che il totale sono 100 euro in più... e magari sono 10 euro in più a persona... io comprerei cmq dal negozio italiano, perchè sono più tranquillo sia per la spedizione che per la garanzia ed eventuale assistenza.
Cmq... ripeto... il mio è, era, e sarà, sempre e solo un invito ;-)

Ciao.

Marco AP 20-02-2009 13:20

Quote:

ritornando un attimo al topic, se volessimo raccogliere l'inno patriottico di Marco AP, cosa dovremmo fare?

contattare distributori o produttori nazionali presentandoci con una richiesta di 'x' pezzi?
No e ti sei risposto da solo ;-) Secondo me basta rivolgersi al negoziante giusto e a mio avviso si trova una soluzione che permette un risparmio a voi e cmq un margine di guadagno al negoziante.
In questi giorni mi hanno chiamato un paio di negozianti, in riferimento a questo topic e io personalmente gli ho chiesto se ho detto una stupidaggine o meno e loro tranquillamente mi hanno detto che se ci si presenta da loro che hanno lo stesso prodotto che si può trovare all'estero, che costa meno, pur di non perdere la clientela e anche un minimo guadagno, vi viene incontro. E' questo che voglio dire ed è da questo che siamo partiti. Provate a sentire anche un negozio italiano prima di rivolgervi al'estero. Siate schietti, dite che in germania o altrove lo pagate tot (con fattura proforma alla mano... altrimenti poi qualcuno potrebbe non crederci) e vedete cosa può farvi lui. Se anche vi dice che il totale sono 100 euro in più... e magari sono 10 euro in più a persona... io comprerei cmq dal negozio italiano, perchè sono più tranquillo sia per la spedizione che per la garanzia ed eventuale assistenza.
Cmq... ripeto... il mio è, era, e sarà, sempre e solo un invito ;-)

Ciao.

SJoplin 20-02-2009 18:07

Quote:

Originariamente inviata da Marco AP
(con fattura proforma alla mano... altrimenti poi qualcuno potrebbe non crederci)

come si fa ad avere una fattura proforma senza aver preso un impegno vincolante all'acquisto?
chiedo, perchè io di ste cose non ne so molto :-))

SJoplin 20-02-2009 18:07

Quote:

Originariamente inviata da Marco AP
(con fattura proforma alla mano... altrimenti poi qualcuno potrebbe non crederci)

come si fa ad avere una fattura proforma senza aver preso un impegno vincolante all'acquisto?
chiedo, perchè io di ste cose non ne so molto :-))

Alessandro Falco 20-02-2009 19:44

si puo' acquistare la prenotazione ( 30-40-50 per cento del totale ) e si acquista quando si e' ottenuta la quota richiesta ( garantendo un massimo di tempo pero'..)...


anche se ancora piu' che i prezzi il problema con l'online sono i tempi di consegna secondo me, quindi in questo modo andrebbe tutto ancora piu' a rilento

Alessandro Falco 20-02-2009 19:44

si puo' acquistare la prenotazione ( 30-40-50 per cento del totale ) e si acquista quando si e' ottenuta la quota richiesta ( garantendo un massimo di tempo pero'..)...


anche se ancora piu' che i prezzi il problema con l'online sono i tempi di consegna secondo me, quindi in questo modo andrebbe tutto ancora piu' a rilento

SJoplin 20-02-2009 19:56

Alessandro Falco, non ho capito se rispondi alla mia domanda. in quel caso, non ho capito lo stesso #24

SJoplin 20-02-2009 19:56

Alessandro Falco, non ho capito se rispondi alla mia domanda. in quel caso, non ho capito lo stesso #24

ALGRANATI 20-02-2009 20:45

Alessandro Falco, manco io ho capito #24

ALGRANATI 20-02-2009 20:45

Alessandro Falco, manco io ho capito #24

Alessandro Falco 20-02-2009 20:51

era una proposta per provare a rendere fattibile un meccanismo tipo GDA ad un negozio...

il negoziante prende le prenotazioni ( una quota del totale ) per uno skimmer ad un prezzo vantaggioso e quando ha raggiunto il numero li ordina...

il negoziante se ordina piu' pezzi ottiene cosi' un prezzo piu basso

Alessandro Falco 20-02-2009 20:51

era una proposta per provare a rendere fattibile un meccanismo tipo GDA ad un negozio...

il negoziante prende le prenotazioni ( una quota del totale ) per uno skimmer ad un prezzo vantaggioso e quando ha raggiunto il numero li ordina...

il negoziante se ordina piu' pezzi ottiene cosi' un prezzo piu basso

Supercicci 21-02-2009 12:06

Io dico che a fronte di persone sia in Internet che nei negozi, veramente bravi e competenti, ci sono dei disgraziati che fanno di tutto per perdere potenziali clienti e futuri appassionati all'acquariofilia.
Sfortunatamente per tutti i negozianti Italiani, di un certo tipo, la globalizzazione se ha portato dei benefici, ha aperto anche gli occhi abbottonati dei clienti (vedi acquisti on-line siti come questo ecc. ecc.).
La differenza fra i negozi on line e tradizionali è enorme, gli Stati Uniti sono d'esempio, se andate laggiù nei negozi d'acquariofilia, non penserete mica di pagare la stessa roba al prezzo on line dell'organizzazione in Internet vero?
Le tasse negli Usa sono praticamente inesistenti, la concorrenza aggressiva, ed i consumatori agguerriti... Noi siamo ancora nel paese delle meraviglie..

Inutile disperarsi + di tanto, quando la stessa Tunze, tanto per fare un'esempio blasonato, si fa fare la roba in Cina e poi io non vedo alcun vantaggio nel prezzo finale, un pò di nervoso sinceramente mi verrebbe, e se ho l'occasione di risparmiare, vorrei usufruire anch'io del mercato GLOBALE.
O NO????

Supercicci 21-02-2009 12:06

Io dico che a fronte di persone sia in Internet che nei negozi, veramente bravi e competenti, ci sono dei disgraziati che fanno di tutto per perdere potenziali clienti e futuri appassionati all'acquariofilia.
Sfortunatamente per tutti i negozianti Italiani, di un certo tipo, la globalizzazione se ha portato dei benefici, ha aperto anche gli occhi abbottonati dei clienti (vedi acquisti on-line siti come questo ecc. ecc.).
La differenza fra i negozi on line e tradizionali è enorme, gli Stati Uniti sono d'esempio, se andate laggiù nei negozi d'acquariofilia, non penserete mica di pagare la stessa roba al prezzo on line dell'organizzazione in Internet vero?
Le tasse negli Usa sono praticamente inesistenti, la concorrenza aggressiva, ed i consumatori agguerriti... Noi siamo ancora nel paese delle meraviglie..

Inutile disperarsi + di tanto, quando la stessa Tunze, tanto per fare un'esempio blasonato, si fa fare la roba in Cina e poi io non vedo alcun vantaggio nel prezzo finale, un pò di nervoso sinceramente mi verrebbe, e se ho l'occasione di risparmiare, vorrei usufruire anch'io del mercato GLOBALE.
O NO????

lelef 22-02-2009 01:04

il discorso mi pare incentrato su rivenditori e dettaglianti, capirei un sentimentalismo sul "comprate made in Italy" ma se prendo un prodotto cinese da un tedesco o da un italiano sempre un prodotto cinese prendo.
Sarà un ragionamento sbagliato il mio :-D ma, se prendo uno schiumatoio italiano il produttore (si spera) avrà operai in sedi italiane comprerà per produrre tubi e raccordi in Italia farà fare pezzi e stampi in Italia, gli adesivi e gli imballi sempre in Italia ecc un bell'indottino di posti di lavoro!
un rivenditore invece riceve l'ordine poi a sua volta ordina lo schiumatoio alla ditta straniera, lo riceve ,lo spacchetta, lo controlla, lo reimpacchetta col suo scatolone e lo spedisce al cliente, il cliente paga subito, al fornitore si paga minimo a 30gg(se il produttore vuole cash è perchè il rivenditore non vale nulla come garanzie e quote mercato).
cosa vuol dire poi organizzare un megaordine per spuntare il prezzo?
il commerciante si sbatte ad avere il miglior prezzo e avrà tanti ordini, mica devo fare io il lavoro degli altri a farli pure guadagnare.
Il succo rimane:" gli affari sono affari" il commercio è così e sarà sempre così.

lelef 22-02-2009 01:04

il discorso mi pare incentrato su rivenditori e dettaglianti, capirei un sentimentalismo sul "comprate made in Italy" ma se prendo un prodotto cinese da un tedesco o da un italiano sempre un prodotto cinese prendo.
Sarà un ragionamento sbagliato il mio :-D ma, se prendo uno schiumatoio italiano il produttore (si spera) avrà operai in sedi italiane comprerà per produrre tubi e raccordi in Italia farà fare pezzi e stampi in Italia, gli adesivi e gli imballi sempre in Italia ecc un bell'indottino di posti di lavoro!
un rivenditore invece riceve l'ordine poi a sua volta ordina lo schiumatoio alla ditta straniera, lo riceve ,lo spacchetta, lo controlla, lo reimpacchetta col suo scatolone e lo spedisce al cliente, il cliente paga subito, al fornitore si paga minimo a 30gg(se il produttore vuole cash è perchè il rivenditore non vale nulla come garanzie e quote mercato).
cosa vuol dire poi organizzare un megaordine per spuntare il prezzo?
il commerciante si sbatte ad avere il miglior prezzo e avrà tanti ordini, mica devo fare io il lavoro degli altri a farli pure guadagnare.
Il succo rimane:" gli affari sono affari" il commercio è così e sarà sempre così.

Geppy 22-02-2009 10:59

Quote:

["lelef"]il discorso mi pare incentrato su rivenditori e dettaglianti, capirei un sentimentalismo sul "comprate made in Italy" ma se prendo un prodotto cinese da un tedesco o da un italiano sempre un prodotto cinese prendo.
Vero! :-)

Quote:

Sarà un ragionamento sbagliato il mio :-D ma, se prendo uno schiumatoio italiano il produttore (si spera) avrà operai in sedi italiane comprerà per produrre tubi e raccordi in Italia farà fare pezzi e stampi in Italia, gli adesivi e gli imballi sempre in Italia ecc un bell'indottino di posti di lavoro!
Questo andrebbe approfondito: ci sarebbero belle sorprese...
Sul resto non posso che darti ragione...
geppy

Geppy 22-02-2009 10:59

Quote:

["lelef"]il discorso mi pare incentrato su rivenditori e dettaglianti, capirei un sentimentalismo sul "comprate made in Italy" ma se prendo un prodotto cinese da un tedesco o da un italiano sempre un prodotto cinese prendo.
Vero! :-)

Quote:

Sarà un ragionamento sbagliato il mio :-D ma, se prendo uno schiumatoio italiano il produttore (si spera) avrà operai in sedi italiane comprerà per produrre tubi e raccordi in Italia farà fare pezzi e stampi in Italia, gli adesivi e gli imballi sempre in Italia ecc un bell'indottino di posti di lavoro!
Questo andrebbe approfondito: ci sarebbero belle sorprese...
Sul resto non posso che darti ragione...
geppy


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